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Recuperati dai Carabinieri TPC oltre 250 pastori del presepe napoletano del ‘700

Venerdì 12 gennaio 2018, alle ore 10:30, a Roma, presso la sede del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, il Procuratore della Repubblica di Isernia, dottor Paolo ALBANO e il Comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC), Generale di Brigata Fabrizio PARRULLI, hanno presentato l’operazione che ha consentito il recupero di oltre 250 pastori del ‘700, di inestimabile valore artistico e culturale, effettuato nell’ambito dell’indagine denominata START UP, coordinata dalla Procura della Repubblica di Isernia.

Il recupero dei pastori, tutti autentici e realizzati secondo le antiche tradizioni dell’arte presepiale napoletana, famosa in tutto il mondo, è il risultato degli approfondimenti investigativi, nell’ambito di un’indagine su furti, commessi in danno di luoghi di culto e istituti religiosi, avvenuti in Comuni ubicati tra l’alto casertano e la provincia di Isernia (già in parte illustrati nella conferenza stampa del 13 settembre scorso).

I sequestri dei preziosi manufatti sono avvenuti a carico di oltre 20 persone, residenti sull’intero territorio nazionale (Bergamo, Salerno, Brescia, Reggio Calabria, diversi 

comuni dell’hinterland napoletano), raggiunte da informazioni di garanzia per il reato di ricettazione.

L’attenta e dettagliata ricostruzione delle scene presepiali, supportata dal confronto con le informazioni contenute nella Banca dati dei Beni Culturali illecitamente sottratti, gestita dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Roma, al momento, ha consentito di individuare solo 49 pastori, oggetto di 3 importantissimi furti avvenuti, tra il 1999 ed il 2000, presso 2 abitazioni private di Napoli e dalla Chiesa di “Sant’Agnello” della costiera sorrentina.

Pertanto la conferenza stampa odierna, oltre a presentare l’eccezionale recupero effettuato dai Carabinieri del Nucleo TPC di Napoli, vuole anche essere l’occasione per consentire ai proprietari di queste importantissime opere di poterle riconoscere, attraverso le foto e le immagini dei beni illecitamente sottratti, che verranno diffuse dagli organi d’informazione. 

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