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Il fisco sotto Giolitti

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Ricostruire la storia tributaria dell’Italia unita è impresa tanto ardua quanto insolita, anche perché richiede plurime conoscenze in un solo ricercatore. Da anni ha avviato questo imponente progetto Gianni Marongiu, con solida carriera accademica alle spalle (oggi è emerito di diritto tributario). Ha ora pubblicato presso Olschki un nuovo capitolo: La politica fiscale nell’età giolittiana (pp. XX + 528, euro 49).

Il poderoso tomo parte dall’avvio del secolo e arriva alle soglie della prima guerra mondiale, intersecando, come negli altri volumi di Marongiu, storia economica e storia parlamentare, storia politica e storia sociale, storia delle istituzioni e finanza pubblica e politica estera. L’attività svolta soprattutto da Giovanni Giolitti e da Giuseppe Zanardelli si potrebbe riassumere come motivata dalla volontà di modernizzare il Paese: le riforme fiscali sono uno strumento di modernizzazione. Si resta colpiti dalla solida preparazione scientifica con la quale la classe dirigente liberale (il discorso vale, e forse ancor più, per la destra storica e Quintino Sella, poi per la sinistra storica e per Francesco Crispi, periodi e personaggi già studiati in altri volumi dall’autore) affronta la materia tributaria. Si esaminano leggi, sistemi fiscali, proposte, in atto o discussi negli altri Paesi, compresi quelli lontani, come la Russia. Si compulsano le ricerche che appaiono sulle riviste anche estere (ovviamente in simili spogli scientifici maestro insuperato rimane per decenni Einaudi). Si parte dalle statistiche, dai numeri, dai raffronti. Si valutano pesi e competenze dello Stato e degli enti locali, soprattutto i comuni. La ponderazione con la quale si meditano le riforme e gli ampi dibattiti che sempre le accompagnano (si vedano le discussioni nelle Camere) indicano che quello è un ceto dirigente serio.

“Soprattutto aveva il merito di monitorare, per usare una parola di oggi”, dice Marongiu: “dopo le leggi ne seguiva l’applicazione e verificava se e come bisognasse rivederle”. L’esperienza parlamentare vissuta da Marongiu (deputato per la lista Dini nella legislatura 1996-2001) lo scoraggia nel raffronto: “Adesso si fanno le riforme e poi le si abbandonano, senza valutarne l’esito, senza più seguirle”. Basterebbe, al riguardo, confrontare il recentissimo federalismo fiscale con le norme sull’imposizione dei comuni nell’epoca giolittiana. Oppure vedere come si dibattessero nel primo Novecento temi primari per i tributi: imposta di famiglia, progressività, imposte sui consumi, imposta fondiaria.

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