Presso l’auditorium della Parrocchia Sacri Cuori di Gesù e Maria di Portici, si è svolto il convegno dal titolo “La ricerca della felicità – Gli orizzonti spirituali dei giovani”, promosso e organizzato dal Dirigente scolastico dell’ISIS Carlo Levi di Portici, Prof. Giovanni Liccardo. In un periodo segnato da gravi difficoltà sociali e personali per le nuove generazioni, l’incontro ha rappresentato un’opportunità unica per riflettere sul futuro e sulla dimensione della felicità spirituale dei giovani. Al centro del dibattito è emerso il tema fondamentale del diritto alla felicità, un concetto le cui radici risalgono all’epoca dell’Illuminismo e che trova esplicito riconoscimento nella Costituzione italiana. In un’epoca dominata dalla tecnologia e dalla comunicazione digitale, i giovani sono stati invitati a “brillare” e a farsi “luce per sé e per gli altri”, riscoprendo l’importanza del contatto umano e del dialogo interiore per raggiungere una felicità autentica. “Se non sai chi sei, non puoi essere felice né trovare una direzione nella vita,” è stato uno dei messaggi cardine emersi durante il convegno. Il dibattito ha visto il prezioso contributo di illustri relatori: il Prof. Giovanni Tagliaferro, docente presso l’Università Giustino Fortunato di Benevento; il Prof. Umberto R. Del Giudice dell’ISSR Donnaregina di Napoli; Don Federico Battaglia, Direttore Diocesano presso l’Ufficio della Pastorale giovanile della Curia di Napoli; e Padre Vincenzo Anselmo Sj, Vice Preside della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, Sezione San Luigi a Napoli. L’evento ha potuto contare sulla partecipazione entusiasta degli alunni e dei docenti dell’IIS Carlo Levi, nonché sulla presenza di personalità istituzionali e religiose, tra cui Padre Francesco Rinaldi, Direttore dell’Ufficio Pastorale per la scuola della Curia arcivescovile di Napoli, gli assessori del Comune di Portici, rappresentati da Luca Manzo, i carabinieri di Portici e Padre Riccardo Coppola, parroco della Parrocchia Sacri Cuori di Gesù e Maria. Questo incontro ha rappresentato un importante momento di riflessione e crescita, evidenziando il bisogno di creare un dialogo tra giovani e adulti per affrontare con consapevolezza le sfide del futuro, riscoprendo il valore del contatto umano e dell’ascolto reciproco.
Il Professor Giovanni Liccardo, ideatore dell’iniziativa, ci fa sapere che “In ogni caso, l’amara conclusione del convegno è che ancora manca una approfondita riflessione sulla condizione dell’adolescenza e le forzature tipiche di quell’età non hanno ottenuto risposte concrete. Certo, le problematiche dei bisogni dei ragazzi sono molteplici; per esempio, per gli adolescenti che hanno comportamenti antisociali e disfunzionali, come quelli incapaci di riconoscere il valore della vita umana, gli stalker, gli anoressici: per questi giovani occorre essere consapevoli che interventi posticci, come qualche ora di volontariato, sono inefficaci. Allo stesso modo, per coloro che hanno comportamenti violenti a vario titolo e che sono il terreno di coltura che fruttifica un’abbondante messe di drammi: picchiatori della domenica sera, bande di bulli, cyberbulli, stupratori, picchiatori di docenti e di disabili e così via. Per questi si invoca la scuola, alla quale si delega ogni azione volta a far crescere l’autostima, il rispetto di se stessi e degli altri. La scuola – certo non da sola - può contribuire a far scoprire quale sia il compito di ciascuno nel mondo e perseguirlo con entusiasmo seguendo, innanzitutto, una legge morale. Aiutare questa scoperta e questo viaggio è compito dell’insegnante, anche se questi ragazzi giungono a scuola già segnati dentro dalla rabbia per una famiglia sfasciata o assente, da un contesto che li pretende vincenti e competitivi, da un mondo adulto violento nel linguaggio e nei comportamenti che lascia sempre più spazio alle armi e alle guerre. Insomma, tutti gli interventi hanno sostenuto che se non sono gli adulti a fare autocritica e cambiare strada la scuola si troverà sempre costretta all’angolo. Per capovolgere la situazione è necessario che l’educazione divenga prioritaria e - visto il tema del convegno -, l’educazione dei giovani a scuola dovrebbe includere l’invito a esplorare la propria interiorità e spiritualità autentica, per cercare il significato della propria esistenza; una formazione che consentirebbe forse di affrontare le loro contraddizioni, delusioni e ansie e li aiuterebbe a trovare “la felicità”. Ma gli insegnanti, per fare questo, devono essere audaci e passionali nella loro quotidianità”.