Un classico della letteratura dell’infanzia per un nuovo adattamento teatrale che diverte, sorprende e fa riflettere, diretto dal talentuoso performer cosentino Francesco Mastroianni, che vanta collaborazioni con il Globe Theatre di Gigi Proietti e la presenza in produzioni internazionali quali “Jesus Christ Superstar” e “Mafiamamma”.
Debutta domani, 23 aprile, al cineteatro Garden di Rende il musical “Alice (dove sono le meraviglie?)”, una produzione di Teatro Rossosimona inserita nel programma di distribuzione teatrale 2025 di Tirreno Festival curato da Dedo Eventi, con doppia programmazione: matinée per le scuole e replica serale con inizio alle 20.30.
Una versione attualizzata dell’eroina di Lewis Carroll nella quale - spiega Mastroianni, che oltre ad aver curato drammaturgia e regia è anche in scena – “viene dato valore allo smarrimento della protagonista in quella delicata fase di passaggio dall’età dell’innocenza al mondo degli adulti. Il paese delle meraviglie, e i suoi abitanti, non sono altro che lo specchio della vita di Alice e dei suoi rapporti familiari e sociali”.
Il ruolo di Alice è affidato alla giovanissima Raffaella Zagordo, selezionata fra gli allievi del “Performing Arts Studio Mirella Castriota” insieme a Benedetta Bilotto, Sofia Cundari, Francesca Froio, Paolo Rendace, Vincenzonilo Stellato e Sara Zanolini.
Ad affiancarli un gruppo di performer professionisti con un background di tutto rispetto – Donato Altomare, Gea Andreotti, Giulia Maffei, Linda Gorini, oltre allo stesso Mastroianni –, in scena con Mirko Iacquinta, Alessia Mandoliti e Gabriella Sarubbo.
Da segnalare anche le coreografie di Angela Tiesi, la direzione di scena di Patrizia Castriota e la direzione di produzione di Lindo Nudo; completano i credits Jacopo Andrea Caruso (responsabile tecnico), Vittorio Falbo (fonico) e Raffaele Iantorno (macchinista).
Lo spettacolo sarà in replica al teatro Odeon di Paola il 24 aprile, al cineteatro Vittoria di Diamante il 26 e 29 aprile, all’auditorium Massimo Troisi di Morano Calabro il 27 e 28 aprile.
Gli eventi riportati rientrano nel “Programma di Produzione Teatrale – Annualità 2025”.
«La Provincia di Cosenza è pronta a costruire una scuola a Kaolack, in Senegal, coinvolgendo imprese sensibili a partecipare. Lo faremo perché crediamo nella cooperazione tra territori, nella condivisione delle responsabilità e nella forza educativa delle istituzioni».
Lo ha annunciato la Presidente Rosaria Succurro nel suo intervento di mercoledì 16 aprile, a Somone (Senegal), all’Assemblea generale dei Dipartimenti del Senegal, in rappresentanza della Provincia di Cosenza e dell’Unione delle Province d’Italia.
La Presidente ha definito la cooperazione decentrata «uno strumento essenziale per affrontare le grandi questioni del nostro tempo» e ha sottolineato l’importanza di rafforzare le relazioni tra le comunità locali, anche perché nella provincia di Cosenza è presente una nutrita comunità senegalese, rappresentata dall'associazione AseCo, guidata da Ibrahim Diop, presente alla stessa Assemblea. Per questo, ha significato Succurro, «bisogna investire sull’istruzione, sulla mobilità sostenibile, sulla digitalizzazione dei servizi pubblici e sul trasferimento delle competenze».
«Crediamo in un’alleanza concreta tra le nostre comunità – ha aggiunto – e riteniamo che lo sviluppo passi dalla costruzione di relazioni fondate sulla fiducia, sul rispetto e sulla conoscenza reciproca. Da parte nostra c’è l’impegno a trasformare queste idee in azioni, coinvolgendo le scuole, le università, le imprese e la società civile».
Nel corso del suo intervento, la Presidente ha illustrato il profilo territoriale della Provincia di Cosenza, tra le più grandi d’Italia, e ha parlato delle attività in corso per migliorare le condizioni di vita dei senegalesi, sottolineando come «l’inclusione e l’accoglienza siano elementi centrali dello sviluppo, non fattori accessori».
«In Calabria – ha aggiunto Succurro – esistono comunità storiche, come quelle arbëreshë, che sono esempio concreto di perfetta integrazione e valorizzazione delle diversità. Questo modello può essere applicato anche al rapporto con i cittadini senegalesi, con l’obiettivo di realizzare scambi formativi, culturali e progettuali».
Succurro ha richiamato il nuovo Programma di Partenariato Italia-Senegal 2024-2026. «È un’opportunità importante da cogliere con coraggio, perché – ha spiegato – mette a disposizione risorse, idee e strumenti per attuare progetti condivisi». E ha rilanciato la proposta di istituire un tavolo permanente tra Province italiane e Dipartimenti senegalesi, «al fine di costruire una rete istituzionale stabile e capace di produrre risultati».
«La Provincia di Cosenza – ha concluso la Presidente – è pronta a fare la sua parte. Vogliamo contribuire alla costruzione di un futuro più giusto, equo e sostenibile. La scuola che realizzeremo a Kaolack sarà il simbolo di questo doveroso impegno».
Si terrà questo pomeriggio, alle ore 17.30, presso il Regal Garden di Zumpano, la cerimonia di consegna della 1ª Borsa di Studio “Vanda Marsico”, promossa dalla Fidapa BPW Italy (Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari) sezione di Cosenza. Un evento che unisce memoria, scienza, educazione e futuro, in omaggio alla figura di una donna straordinaria e alla missione, tutta al femminile, di coltivare il talento nelle discipline scientifiche e medico-sanitarie. L’evento intende celebrare la memoria della professoressa Vanda Marsico, prima donna a ricoprire il ruolo di primario del Reparto di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale Annunziata di Cosenza, docente universitaria e figura centrale nella vita associativa della Fidapa.
La borsa di studio, del valore di 1.000 euro, è stata istituita per premiare giovani laureate magistrali e a ciclo unico nei corsi di Biologia, Fisica, Chimica, Scienze della Nutrizione, Farmacia e Chimica e Tecnologie Farmaceutiche, che abbiano discusso una tesi sperimentale tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2024. La vincitrice di questa prima edizione è la dott.ssa Vanessa Profiti, selezionata da una commissione scientifica altamente qualificata, tutta al femminile, composta da esperte nei settori della medicina, della ricerca e della farmacia. A presiederla è stata Svetlana Siprova, ricercatrice dell’Istituto di Nanotecnologia del CNR e socia FIDAPA, affiancata dalla Dott.ssa Maria Teresa Pagliuso, medico chirurgo e vicepresidente della sezione di Cosenza, dalla Dott.ssa Assunta Tarsitano, anche lei medico chirurgo e referente per la salute, dalla Dott.ssa Cristiana Dolce, farmacista, e dalla dott.ssa Maria Teresa Quintieri, laureata in Biologia e socia Fidapa.
La presidente della Fidapa di Cosenza, Lucia Nicosia, dichiara con emozione: «È per me un grande onore poter celebrare oggi un momento così significativo: la consegna della prima edizione della nostra borsa di studio intitolata a Vanda Marsico. Questa borsa è molto più di un premio: è un progetto che parla di fiducia, speranza e futuro. Perché credere nei giovani significa credere in un domani migliore. E noi vogliamo essere parte attiva di questo cambiamento. Ringraziamo l'Università della Calabria per l'ampia diffusione della nostra iniziativa».
L’evento sarà moderato dalla giornalista Rosa Cardillo e vivrà anche di momenti affettivi e commemorativi, grazie alle testimonianze delle amiche più care di Vanda Marsico e socie onorarie della Fidapa di Cosenza: Anna Maria Bevilacqua Odoardi, Maria Savarese Pellegrini, Nella Matta Rocca. Tra gli interventi in programma, quelli delle professioniste che hanno condiviso con Vanda Marsico momenti significativi della sua carriera: dott.ssa Anna Maria Mancini, dirigente medico ASL di Catanzaro, della dott.ssa Rosa Gallo, dirigente medico anestesista e rianimatore, e della dott.ssa Agata Mollica, presidente dell’Ordine dei Medici di Cosenza.
Molte le presenze istituzionali e del mondo culturale: Rosa Correale, vicario del Prefetto, Pina Incarnato, assessore all’Urbanistica del Comune di Cosenza delegata dal sindaco Franz Caruso; Orlandino Greco, sindaco di Castrolibero; Rossana Baccari, direttrice della Galleria Nazionale di Cosenza; la professoressa Antonella Leggio, relatrice della tesi della vincitrice; l’avvocato Roberto Ruggeri e Anna Maria Marsico, rispettivamente figlio e sorella della professoressa. Commovente anche la presenza della signora Luciana, che ha accompagnato Vanda Marsico fino ai suoi ultimi giorni.
Angela Costabile, psicologa e delegata all’orientamento dell’Università della Calabria, sottolinea l’impegno della FIDAPA nel coinvolgere le istituzioni educative e professionali: «Questa iniziativa vuole abbattere gli stereotipi di genere che ancora oggi frenano l’accesso delle ragazze alle carriere scientifiche e medico-sanitarie. La borsa di studio è un forte segnale culturale e sociale».
Vincenzo Pezzi, direttore del Dipartimento di Farmacia e Scienze della Salute e della Nutrizione (DFSSN) dell’Università della Calabria: «Ho avuto il piacere e l’onore di conoscere la Dott.ssa Vanda Marsico nella sua veste instancabile di organizzatrice di iniziative e progetti sociali tutti mirati ad aiutare gli ultimi e le persone che vivevano situazioni di disagio e di sofferenza. Per queste sue qualità l’ho sempre ammirata molto così come ho sempre apprezzato l’attenzione che rivolgeva all’educazione dei giovani. Trovo, quindi, particolarmente significativo che la FIDAPA abbia istituito questa borsa di studio mirata a premiare i giovani della nostra terra che si impegnano e ottengono risultati di eccellenza così come ha fatto la dott.ssa Marsico lungo tutta la sua vita prima come medico e poi come donna impegnata per il sociale. Il Dipartimento che ho l’onore di dirigere ha l’obiettivo di formare giovani nelle discipline sanitarie che possano svolgere un ruolo nell’assistenza o la cura diretta dei pazienti o nella ricerca mirata ad individuare nuove terapie».
Giovanna Vingelli, delegata del rettore alle Pari opportunità: «È importante lavorare in sinergia fra diversi attori: l’associazionismo, il privato sociale, il mondo della scuola e dell’università. Ricordare modelli di ruolo, come Vanda Marsico, e valorizzare donne brillanti è un incentivo per tutte le giovani, per confermare che non esistono ambiti scientifici e disciplinari poco ‘attraenti’ o ostili. Con l’augurio di continuare su questa strada, rinnovo i miei complimenti alla sezione di Cosenza della Fidapa».
Con questa prima edizione, la Fidapa di Cosenza pone le basi per una tradizione che guarda al futuro con entusiasmo e visione, sostenendo il talento femminile e onorando la memoria di una donna che ha fatto la storia della medicina calabrese.
«Promesso, fatto e inaugurato: da oggi San Giovanni in Fiore ha il suo Ufficio di prossimità, operativo all’interno del municipio, presso gli uffici del Giudice di pace».
Ne dà notizia la Sindaca di San Giovanni in Fiore, Rosaria Succurro, che spiega: «Si tratta di un nuovo risultato concreto, frutto della sinergia tra noi, il Tribunale di Cosenza e Fincalabra, con l’obiettivo di avvicinare la giustizia ai cittadini, soprattutto a quelli in condizioni di maggiore fragilità».
«È un servizio importante – continua Succurro – perché semplifica l’accesso ai procedimenti giudiziari, riduce la necessità di recarsi di persona in Tribunale e consente di risparmiare tempo e costi. Abbiamo lavorato con impegno per raggiungere questo traguardo e oggi offriamo alla nostra comunità uno strumento in più per rafforzare la legalità e i diritti di tutti».
L’Ufficio di prossimità offre servizi di orientamento e assistenza operativa per pratiche relative alla volontaria giurisdizione e agli istituti di protezione giuridica. Tra i principali servizi disponibili, vi sono: informazioni e orientamento sulle procedure giudiziarie; supporto alla compilazione della modulistica e alla redazione degli atti; raccolta, verifica e trasmissione telematica della documentazione al Tribunale; informazioni sullo stato delle procedure in corso; rilascio di copie semplici degli atti presenti nel fascicolo elettronico dell’utente. Aperto dal lunedì al giovedì, dalle ore 9 alle 12, l'Ufficio di prossimità non fornisce consulenze legali ma costituisce un punto di riferimento per l'assistenza dei cittadini.
«Con l'Ufficio di prossimità, garantiamo alla comunità locale tutti i servizi della giustizia che – conclude la sindaca Succurro – si potevano attivare nel nostro territorio».
A 50 anni dalla morte di uno dei principali intellettuali del Novecento, Pier Paolo Pasolini, il liceo Classico Telesio di Cosenza ospita nella sua biblioteca “Stefano Rodotà” uno dei massimi conoscitori del poeta: Roberto Carnero, Professore di Letteratura Contemporanea all’Università Alma Mater studiorum di Bologna, giunto a Cosenza grazie all'agenzia editoriale Fiorenzo e al dott. Vincenzo Avolio impegnati ad offrire interessanti opportunità conoscitive e formative alle scuole.
“Giornata Pasolini” il titolo dato all’evento che rappresenta la degna conclusione dell’esperienza dei colloqui fiorentini, che per il 2025, in considerazione dell’importante anniversario, hanno celebrato proprio l’impietoso interprete della nuova Italia repubblicana.
A ricordarlo nel saluto iniziale il dirigente del Telesio, ing. Domenico De Luca: “bellissima giornata che ci permette di ascoltare un grande esperto di letteratura e assistere alla presentazione dei lavori degli studenti su alcune opere del regista, attore, sceneggiatore, poeta e anche insegnante per un breve periodo della sua vita. Una figura quella di Pasolini che vale la pena analizzare per quanto ha ancora da raccontare relativamente a temi cruciali e ai continui cambiamenti della società che ieri come oggi hanno importanti influenze e ricadute”. De Luca ha quindi consegnato al prof. Carnero il gagliardetto della scuola a ricordo del proficuo incontro ed espresso il desiderio di partecipare in prima persona ai prossimi colloqui “quale esperienza immersiva che entusiasma puntualmente docenti e studenti”.
Il Telesio ha infatti preso parte anche quest’anno all’importante convegno di letteratura italiana per le scuole superiori con un nutrito gruppo di studenti e docenti accompagnatori, dietro impulso della referente del progetto, Prof. Maria Pia Domanico che come matematico è entrata in maniera fortuita in contatto con questo mondo, dovendo sostituire anni fa una collega impossibilitata ad accompagnare i ragazzi all’incontro con Ungaretti, rimanendone folgorata: “è stata - ha ricordato- un’esperienza che ha permesso di confermare a me stessa la passione per la letteratura e di scoprire la valenza culturale e formativa dei colloqui, che offrono ai ragazzi un nuovo modo di fare letteratura. Un metodo- ha proseguito la Domanico- che ritengo rivoluzionario, perché porta gli studenti ad un incontro non sull’autore, protagonista dell’edizione dell’anno, ma ad un incontro con l’autore. Partendo dall’analisi del testo, dalle parole si scopre che la letteratura è viva e che l’autore ha un’interiorità che va esplorata per coglierne l’essenza del pensiero e i messaggi fondamentali. Con Pasolini l’impatto è stato importante, i ragazzi ne sono stati sconvolti positivamente e travolti emotivamente, e questo trapela dai loro lavori e dalla richiesta, a fine convention, di tornare a Firenze anche l’anno prossimo per incontrare un nuovo autore. Per me e i colleghi che quest’anno ho coinvolto e “contagiato” è una bella soddisfazione”.
A moderare i lavori della giornata su Pasolini la professoressa Rosanna Tedesco, che assieme alle colleghe Alessia Travo e Giuseppina Bossio, ha seguito i ragazzi nel loro lavoro di indagine e ricerca su “un’autore poliedrico e controverso- ha ricordato la Tedesco- amato e vituperato, protagonista e artefice di un'opera monumentale, che non ha ancora finito di dire quel che ha da dire, di una straordinaria attualità perché sempre in anticipo rispetto al suo tempo”.
Quindi ha introdotto gli studenti reduci dalla tre giorni di altissimo profilo culturale. Le studentesse della VE: Vittoria Curcio, Agnese Gaudio e Luna Forlino, si sono soffermate sulla politica e la religione quali temi centrali della produzione pasoliniana, che garantisce, hanno evidenziato durante la presentazione della loro tesina sul romanzo ragazzi di vita, “una rappresentazione del reale in una evoluzione continua di complessità”. Giulia Mercurio della IIIA EU, Margherita Niccoli della IIIA e Giada Perrotta IIA hanno illustrato con il loro testo il disperato desiderio di vita e di luce fra contraddizioni e ricerca di risposte nella voce poetica di Pasolini, che con la sua poesia garantisce il continuo movimento dall’introspezione all'espressione e viceversa, permettendo ai giovani di comprendere i propri sentimenti e soprattutto di esprimerli in maniera creativa.
Prima dell’atteso e denso intervento del docente universitario, la proiezione del video curato dal Prof. Eliodoro Loffreda e da Francesco Eugenio Cozza, studente della VE che si sono concentrati su aspetti molto presenti nel cinema di Pasolini: la parola, il silenzio e l’urlo, questo probabilmente per la sua formazione di poeta, saggista e letterato.
Quindi la lectio magistralis di Carnero che ha prima di tutto ricordato la vita di Pier Paolo Pasolini, soffermandosi sulla tragica persecuzione mediatica e giudiziaria partita nel ’49, quando viene accusato di corruzione di minori e atti osceni in luogo pubblico; verrà assolto nel processo ma lo scandalo resta perché l'omosessualità a quei tempi e in un piccolo paesino del Friuli è ancora un tabù. Per cui Pasolini viene sospeso dall'insegnamento, radiato dal partito comunista e decide di lasciare Casarsa. A Roma trova un altro tipo di popolo che è il sottoproletariato oggetto di rappresentazione nei suoi romanzi romani e poi nei film che Pasolini comincia a dirigere all'inizio degli anni 60, celebre “mamma Roma” con Anna Magnani.
“Pasolini quindi nasce come poeta e continua come romanziere mettendosi a dirigere film. Il giornalismo ha sempre fatto parte della sua vita, scrive per giornali articoli che riguardano non solo la letteratura ma anche la società, il costume e l'evoluzione sociale”.
Il professore ha centrato la sua lezione sugli scritti corsari, una raccolta di articoli che escono perlopiù sul Corriere della Sera. “Corsaro- ha detto Carnero- è qualcuno che si pone contro in maniera luterana. L'aggettivo rimanda all'iniziatore della riforma protestante che ha rifiutato l'ortodossia per una forma di eterodossia; due aggettivi che ci dicono qual è la posizione intellettuale di Pasolini: andare contro il pensiero comune, porsi sempre in una posizione di sfida alle istituzioni e al pensiero dominante”. Il Professore ha enucleato i temi che attraversano gli scritti corsari come laboratorio di educazione civica. Primo tema indicato è la civiltà dei consumi “perché Pasolini testimonia spesso di ciò che è stato il boom economico, consapevole che la storia economica in alcuni casi è ancora più importante di quella politica”. Dal boom economico alle dittature. “Per Pasolini il fascismo non è riuscito a omologare gli italiani cosa che invece è riuscito a fare quello che lui chiama il nuovo fascismo, ossia il consumismo frutto del capitalismo avanzato, che si basa sulla continua sollecitazione di bisogni che non sono reali ma indotti e costituiscono l'unico valore della società. Pasolini è anche un modello di prosa saggistica- ha detto il critico letterario- nelle sue opere si legge un italiano di alto livello”. Lo studioso fa anche una lunga riflessione su Pasolini e il carcere avendo subito nella sua vita ben 33 processi, conseguenti ad accuse e denunce relative ad ogni film o libro che usciva. “Non è mai stato condannato- ha chiarito Carnero- ma doveva impiegare energie e soldi per difendersi. Era cosciente di essere continuamente sotto attacco di quello che oggi definiremmo bullismo di stampo omofobico. Vivrà gli anni della cosiddetta rivoluzione sessuale in cui si afferma una maggiore permissività che Pasolini denuncia come forma di consumismo applicato alla sessualità. Il tema del divorzio e dell’aborto – ha proseguito Carnero nella sua appassionata dissertazione- a Pasolini interessano come cartina di tornasole per misurare le trasformazioni che la società italiana aveva subito. Le sue esternazioni sono spesso il risultato delle sue contraddizioni che lo espongono a facile strumentalizzazione”. Tra gli altri temi toccati dal docente universitario bolognese quello della chiesa cattolica: “Pasolini non era credente ma vorremmo definirlo un cristiano ateo o cristiano gnostico perché era profondamente affascinato dalla figura di Cristo”.
A fine intervento la platea della Rodotà ha applaudito entusiasta e si è stretta assieme all’ospite attorno al buffet di benvenuto fatto preparare dalla responsabile al cerimoniale e alla biblioteca del Telesio, la professoressa Silvana Gallucci.
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