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Sabato, 22 Marzo 2025

Giuseppe Sermonti e Roberto Fondi, grandi e dimenticati

Due giganti del pensiero scientifico italiano, tanto grandi quanto dimenticati: Giuseppe Sermonti (1925-2018) e Roberto Fondi (1943-2024). Quest’ultimo ci ha lasciato in silenzio, com’era vissuto, e nel silenzio più assoluto dei media nazionali quasi nessuno si è accorto della sua scomparsa.  Giuseppe Sermonti aveva avuto una maggiore visibilità, scrittore prolifico dagli anni 1970 e grazie all’editore Rusconi, aveva raggiunto un pubblico ampio con scritti che andavano dalla critica allo scientismo e all’evoluzionismo darwiniano, al mondo delle favole, a racconti brevi, sempre legati al mondo della scienza. Magistrali le “Commedie da tavolo” dove tratteggia le vite drammatiche di molti grandi Scienziati nella tempesta (Di Renzo editore, 2002). Roberto Fondi è legato a Sermonti dalla pubblicazione di Dopo Darwin. Critica all’evoluzionismo (Rusconi, 1980), è un paleontologo, Sermonti è genetista e i due sono «in sintonia massima per quanto riguarda la pars destruens del darwinismo, ma si differenziano nettamente per la pars construens», come ben argomenta Roberto Marchina nel suo volume Evoluzionismo biologico e fede in Dio (Amazon, 2024), omaggio a questi due illustri scienziati. Un volume prezioso per la descrizione accurata dell’evoluzionismo darwiniano e neodarwiniano in tutti i suoi aspetti: dalla terminologia, alla storia con i suoi principali esponenti, dall’origine della vita alle “prove” a sostegno della teoria dell’evoluzione. Tutto questo nella prima parte del volume (pag. 18-83). La seconda (pag. 84-138) è dedicata al ricordo di Giuseppe Sermonti e di Roberto Fondi approfondendo il loro pensiero e la loro critica all’evoluzionismo darwiniano: «un omaggio dovuto dato che hanno pagato di persona, in termini di carriera e di onore, queste loro posizioni». Del pensiero di Sermonti si sottolinea il “significato” delle forme dei viventi «che esistono là fuori in potenza di vita, un po’ come le idee di Platone che trascendono le applicazioni terrene (si pensi, per esempio, all’idea del bene). Fondi, da paleontologo, vede la discontinuità nell’apparizione delle forme viventi, la mancanza di anelli di congiunzione e che le varie forme si succedono nel tempo e propone il suo pensiero: «il paradigma olista, organicista di Aristotele e Linneo, riveduto e corretto dalle acquisizioni della fisica moderna». Roberto Marchina spiega molto bene il pensiero del paleontologo senese che dice: «È illusorio pretendere di giustificare il “fenomeno vivente” nella sua globalità, riconducendolo semplicemente alla logica lineare ed a-finalistica implicita all’evoluzionismo darwiniano e neo-darwiniano». C’è qualcosa di più e più profondo, «la logica della vita è circolare, non lineare» dove i viventi «risultano parti integranti di un organismo più ampio, armonicamente organizzato» come ricorda il fisico Giuseppe Arcidiacono citato da Marchina. Significative altre due citazioni. La prima di Sermonti: «La mia ostilità al darwinismo, che ha segnato la mia vita (e guastata la reputazione e la carriera) non è derivata dall’insoddisfazione per le teorie di Darwin ma dal fatto che quelle teorie si sono imposte come religione di stato, alla maniera del lysenkoismo sovietico». A proposito del pluralismo scientifico il pensiero di Roberto Fondi è riassunto sempre nella stessa pagina (85): «Si. Auspico soprattutto che ogni scienziato possa dire liberamente ciò che pensa ed anche avanzare le tesi più audaci e rivoluzionarie, senza il timore di dover essere ostracizzato in partenza e messo all’indice solo perché alcuni suoi colleghi particolarmente potenti e in grado di dettare legge, non tollerano le sue idee». Proprio questa nostra società aperta, plurale, inclusiva ha dimostrato tutta la sua chiusura e grettezza con persone non allineate al pensiero unico dominante. Roberto Marchina compie un gesto quasi di riparazione nei loro confronti. Da laureato all’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Pietro Martire di Verona e impegnato nella catechesi nella sua parrocchia, dedica la terza parte del libro e l’appendice a neodarwinismo e ateismo attraverso l’analisi del pensiero di Telmo Pievani e di Richard Dawkins. L’appendice riporta i principali documenti della Chiesa sul tema dall’Humani generis (1950) di Pio XII fino al magistero di san Giovanni Paolo II senza dimenticare l’importante apporto del card. Joseph Ratzinger. Il volume, di 197, pagine vede la prefazione di Stefano Serafini amico e grande conoscitore del pensiero dei due scienziati.

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