«L’opportunità di una consulenza costante del notaio durante i processi di mediazione civile che riguardano i diritti reali»: questa l’esigenza espressa dagli organismi di conciliazione privati che operano nel territorio provinciale, sfociata in proposta concreta nel corso del dibattito che si è svolto ieri pomeriggio (29 novembre) nella sede del Consiglio Notarile di Catania e Caltagirone.
«Abbiamo avviato un percorso costruttivo e necessario di incontri con i mediatori civili per risolvere o prevenire le criticità che spesso ostacolano la trascrizione notarile degli accordi nei registri pubblici immobiliari o delle imprese» spiega il presidente dei Notai etnei Andrea Grasso, affiancato in questa attività di sensibilizzazione dalle consigliere Maristella Portelli e Donata Galeardi.
«Dopo aver incontrato di recente, in occasione di un apposito convegno, gli oltre 300 iscritti dell’Organismo di Conciliazione del Foro di Catania, che fa capo all’Ordine forense, abbiamo aperto il confronto tecnico di esperienze anche agli organismi privati – afferma il presidente Grasso – facendo seguito a loro esplicite richieste di chiarimenti su argomenti come la procedura telematica, il regime fiscale, o i documenti necessari da produrre ai fini della trascrizione».
Sono ben 64 gli istituti riconosciuti nel territorio provinciale catanese presso cui si svolgono le pratiche di mediazione; al loro interno operano anche mediatori che non hanno necessariamente il titolo di avvocato e per i quali diventa quindi fondamentale un supporto di conoscenze giuridiche come quelle possedute dai notai.
«Riunire i professionisti coinvolti nel processo conciliativo – spiega il notaio Portelli – significa per noi delineare insieme un patrimonio di buone pratiche che garantisca la fattibilità degli accordi prima e non dopo il passaggio alla trascrizione notarile». Inoltre, ciò assicura anche la legalità delle procedure, «a volte minata da vizi di forma o purtroppo da escamotage per eludere l’atto notarile – aggiunge il notaio Galeardi – assistiamo a casi in cui la contrattazione ha per oggetto immobili abusivi o comparenti che non sono presenti».
«Abbiamo quindi il compito, nonché la funzione sociale, di evitare anche nella mediazione strumenti di frode che rendano illegittimi e contestabili gli accordi raggiunti – affermano le due componenti del Consiglio Notarile – per questo nel comune spirito giuridico dobbiamo lavorare in sinergia con mediatori e avvocati affinché le parti ottengano ciò che desiderano nel pieno rispetto della legge. Ricordiamo inoltre che la mediazione nasce dalla volontà di prevenire liti e di alleggerire il carico di casi in tribunale, motivo per cui avvalendosi di questa opportunità è possibile usufruire di vantaggi fiscali espressamente disciplinati che riguardano l’esenzione di tributi e imposte».