«Nel nostro Paese una prestazione radiologica su tre è inutile. Questo incide non poco sui costi di gestione sanitaria, sulla qualità del servizio e sull’efficienza delle prescrizioni, aumentando il rischio di interventi superflui».
Questo il quadro delineato dal prof. Carlo Faletti, presidente della Società italiana di radiologia medica (Sirm), in occasione 37° convegno nazionale per la sezione Radiologia vascolare e interventistica, che ha riunito oltre trecento partecipanti provenienti da tutta Italia, per la prima volta in Sicilia. «Una giusta diagnosi, esami e controlli più adeguati e performanti – ha continuato Faletti - ridurrebbero indagini superflue e si tradurrebbero in una maggiore razionalizzazione delle risorse, in un sistema sanitario più efficiente, con meno spese, meno liste d’attesa e uno snellimento generale che gioverebbe tanto ai medici quanto ai pazienti». Quella della radiologia interventistica è, infatti, una branca in continuo aggiornamento, che necessita degli strumenti idonei e di una formazione specifica destinata ai medici specializzati: la proposta emersa nel corso della tre giorni di studi, ospitata al Principe Hotel, è quella di dare maggiore ascolto e spazio ai radiologi italiani, codificando linee guida che facciano capo a un criterio di appropriatezza delle prestazioni, per applicare ciò che è stato già inquadrato e codificato.
Meno ripercussioni sul corretto funzionamento del sistema sanitario, organicità, inquadramento normativo, abbassamento dei costi per la collettività: questi i temi su cui si è soffermato il senatore Antonio Scavone – già direttore generale Asl Catania - anticipando un nuovo scenario per la Sicilia grazie al lavoro avviato dall’assessorato alla Salute - guidato da Lucia Borsellino – per la costituzione di una Rete della radiologia interventistica: «Un progetto organico e unico nel suo genere – ha spiegato Scavone – che grazie all’attività di un comitato tecnico-scientifico formato ad hoc, operativo già da settembre, ha dato il via ad un percorso uniforme per l’adozione di linee guida e criteri per la definizione di Centri specializzati di radiologia interventistica, sulla scia delle direttive ministeriali adottate nei “Quaderni della Salute”, redatti allo scopo di uniformare e fissare nel tempo principi di appropriatezza sanitaria. Un contributo certo e concreto al futuro della radiologia, in Italia e in Sicilia».
Grazie al lavoro sinergico dei tre Comitati - direttivo, scientifico, locale e catanese (quest’ultimo rappresentato da Giancarlo Ettorre dell’Azienda Ospedaliera Policlinico-Vittorio Emanuele, da Antonello Basile e Vincenzo Magnano dell’Azienda Ospedaliera Garibaldi e da Domenico Patanè dell’Azienda Ospedaliera Cannizzaro) – il convegno si è proposto come occasione di studio, di confronto su temi attuali e più che mai interessanti, coniugando sanità e hi tech: «Per la prima volta in Sicilia – ha affermato Francesco Florio, presidente sez. Radiologia Vascolare e Interventistica Sirm – abbiamo affrontato trasversalmente questo ambito medico, di grande rilevanza e in costante crescita, grazie alle tecniche poco invasive, ai costi più bassi, alle degenze più brevi e al perfetto connubio con l’innovazione tecnologica: dagli anni ’70 a oggi sono sorprendenti i risultati ottenuti, fino a 40 anni fa era impensabile realizzare ciò che invece oggi accade di ruotine all’interno di una sala operatoria».
Tante e tutte di prestigio le presenze, tra questi: il direttore della cattedra di Radiologia (facoltà Medicina e Chirurgia Università “Tor Vergata” di Roma) Giovanni Simonetti, già sottosegretario al ministero della Sanità; il presidente Regionale Sirm Elio Bennici; il commissario straordinario Asp Catania Gaetano Sirna; il direttore generale Arnas Garibaldi Angelo Pellicanò.