Il Papa, dopo aver pregato in silenzio, ha tirato le ante e ha chiuso i battenti della porta santa di San Pietro, l'ultima ad essere chiusa per il giubileo della misericordia. Il rito si è svolto nell'atrio della basilica di San Pietro, dove il Papa è entrato in processione, con gli abiti liturgici, mentre veniva intonato l'inno del giubileo, "Misericordes sicut Pater".
Come riferiscono le agenzie di Stampa : "Tanti pellegrini - ha osservato il Papa nella messa conclusiva del giubileo, in piazza San Pietro, davanti a decine di migliaia di persone - hanno varcato le Porte sante e fuori del fragore delle cronache hanno gustato la grande bontà del Signore. Ringraziamo per questo - ha esortato - e ricordiamoci che siamo stati investiti di misericordia per rivestirci di sentimenti di misericordia, per diventare noi pure strumenti di misericordia. E proseguiamo questo nostro cammino, insieme".
"Quante volte invece, anche tra noi, si sono ricercate le appaganti sicurezze offerte dal mondo. Quante volte siamo stati tentati di scendere dalla croce: la forza di attrazione del potere e del successo è sembrata una via facile e rapida per diffondere il Vangelo, dimenticando in fretta come opera il regno di Dio. Quest'Anno della misericordia ci ha invitato a riscoprire il centro, a ritornare all'essenziale", ha detto il Papa.
"Il 29 ottobre dalle 7 alle 13,30 hanno varcato la porta santa di San Pietro, 29.558 persone, e nel pomeriggio 31.163. Il 30 ottobre al mattino, 30.042 persone e nel pomeriggio 31.687. Queste sono notizie, e al 30 ottobre erano 19.797.653 i pellegrini che hanno attraversato la porta santa di San Pietro. Ho elementi per dover pensare che ad oggi con molta probabilità arriviamo sui venti milioni, e il giubileo non è ancora finito. Su questi numeri vorrei relazionare, abbiamo avuto tanti eventi, avremo altre novità che papa Francesco vorrà fare". Lo ha detto mons. Rino Fisichella illustrando ai giornalisti il giubileo dei carcerati e quello dei senzatetto, in agenda i prossimi due fine settimana.
Durante il periodo del Giubileo le forze di polizia hanno monitorato in tutta Italia 5.300 cittadini stranieri "che ritenevamo avere possibili legami con ambienti radicalizzati". Il dato è stato fornito dal ministro dell'Interno, Angelino Alfano, nel corso della presentazione dei dati relativi alla sicurezza durante il Giubileo. Sempre nell'ambito dell'attività antiterrorismo sono stati controllati 300 esercizi pubblici e 200 veicoli ed effettuate 500 perquisizioni domiciliari.
"Sarebbe auspicabile che le forze dell'ordine che sono arrivate a Roma in occasione del Giubileo, qualche migliaia, rimangano. Perché se è vero che l'Anno Santo si è concluso, i problemi rimangono: c'è un discorso di sicurezza, di emergenza terrorismo, c'è il fatto che Roma è la Capitale di Italia, è esposta come tale e ospita eventi nazionali. La nostra richiesta è che le forze dell'ordine rimangano e a tal fine sono state protocollate anche delle mozioni in questo senso che andranno all'attenzione dell'Aula".Così il capogruppo del M5S in Campidoglio Paolo Ferrara alle agenzie stampa
"Un grazie sincero - aveva detto mons. Fisichella in conferenza stampa - va al Ministro dell'Interno che in quanto responsabile della sicurezza del Paese ha offerto un volto sereno e sicuro di Roma. Un sincero ringraziamento - aveva concluso - va anche alla Regione Lazio per avere approntato un servizio di sanità e pronto soccorso all'altezza dell'evento non solo negli Ospedali ma anche durante ogni evento giubilare".
"Se altri hanno pensato che il Giubileo fosse in prima istanza una fonte di guadagno, soprattutto in un momento di crisi come il presente, hanno equivocato il suo significato più profondo. Ne sono dispiaciuto, ma ogni cosa ha una sua ragion d'essere; comunque, pensare di compromettere un evento come il Giubileo per una strumentalizzazione con fini differenti non merita replica". Lo ha detto ai giornalisti mons. Rino Fisichella, "organizzatore del Giubileo", dopo aver fornito i dati complessivi della partecipazione a Roma e nel mondo. Al giubileo del mondo, ha detto, hanno partecipato tra i 900 e i 950 milioni di persone, compresi i 21 milioni che hanno partecipato agli eventi giubilari svoltisi a Roma.
E adesso, cosa dobbiamo aspettarci? È la domanda che tanti dentro le sacre stanze si son fatti dopo aver letto la lettera apostolica di fine Giubileo, Misericordia et misera, di Papa Francesco, all'interno della quale Bergoglio annuncia grandi novità in arrivo per la Chiesa, dalla possibilità per tutti i sacerdoti di perdonare per l'aborto fino ad oggi possibile solo durante l'Anno Santo, alla validità delle confessioni dei lefebvriani questo fino a nuove disposizioni.
Secondo le agenzie di stampa la facoltà per i sacerdoti di assolvere il peccato di aborto, concessa in forma straordinaria dal Papa per il periodo del Giubileo, diventa ora "per sempre" per volontà dello stesso Francesco. Scrive il Papa nella lettera apostolica Misericordia et Misera: "Perché nessun ostacolo si interponga tra la richiesta di riconciliazione e il perdono di Dio, concedo d'ora innanzi a tutti i sacerdoti, in forza del loro ministero, la facoltà di assolvere quanti hanno procurato peccato di aborto. Quanto avevo concesso limitatamente al periodo giubilare viene ora esteso nel tempo, nonostante qualsiasi cosa in contrario".
"Vorrei ribadire con tutte le mie forze - aggiunge il Papa - che l'aborto è un grave peccato, perché pone fine a una vita innocente. Con altrettanta forza, tuttavia, posso e devo affermare che non esiste alcun peccato che la misericordia di Dio non possa raggiungere e distruggere quando trova un cuore pentito che chiede di riconciliarsi con il Padre".
Nel testo che conclude il Giubileo della Misericordia, il Pontefice permette inoltre, "fino a nuove disposizioni", di concedere l'assoluzione ai lefebvriani. E ancora decreta l'istituzione di una Giornata mondiale dei poveri, e di una giornata del perdono, nella IV domenica di quaresima; nuove opere per esprimere la "misericordia come valore sociale"; e dispone che ogni diocesi scelga una domenica da dedicare a Bibbia e lectio divina.
"Finché Lazzaro giace alla porta della nostra casa, non potrà esserci giustizia né pace sociale", scrive il Papa istituendo la "Giornata mondiale dei poveri", che aiuterà cristiani a riflettere sulla povertà "al cuore del Vangelo", e sarà "una genuina forma di nuova evangelizzazione" con la quale rinnovare il volto della Chiesa".
E ai confessori dice: "Non c'è legge né precetto che possa impedire a Dio di riabbracciare il figlio che torna da Lui riconoscendo di avere sbagliato, ma deciso a ricominciare da capo. Fermarsi soltanto alla legge equivale a vanificare la fede e la misericordia divina". "Anche nei casi più complessi, dove si è tentati di far prevalere una giustizia che deriva solo dalle norme, si deve credere nella forza che scaturisce dalla grazia divina".
Per il Pontefice , "abbiamo una grande sfida da accogliere, soprattutto nella cultura contemporanea che spesso tende a banalizzare la morte fino a farla diventare una semplice finzione, o a nasconderla. La morte invece va affrontata e preparata come passaggio doloroso e ineludibile ma carico di senso: quello dell'estremo atto di amore verso le persone che ci lasciano e verso Dio a cui si va incontro". In tutte le religioni, ricorda, "il momento della morte, come quello della nascita, è accompagnato da una presenza religiosa. Noi viviamo l'esperienza delle esequie come preghiera carica di speranza per l'anima del defunto e per dare consolazione a quanti soffrono il distacco dalla persona amata. Sono convinto - sottolinea - che abbiamo bisogno, nell'azione pastorale animata da fede viva, di far toccare con mano quanto i segni liturgici e le nostre preghiere siano espressione della misericordia del Signore".
Bergoglio si sofferma quindi sulla inclusione delle famiglie, anche ferite, nella comunità cristiana e sottolinea che "non possiamo dimenticare che ognuno porta con sé la ricchezza e il peso della propria storia, che lo contraddistingue da ogni altra persona. La nostra vita, con le sue gioie e i suoi dolori, è qualcosa di unico e irripetibile, che scorre sotto lo sguardo misericordioso di Dio. Ciò richiede, soprattutto da parte del sacerdote, - raccomanda il Papa - un discernimento spirituale attento, profondo e lungimirante perché chiunque, nessuno escluso, qualunque situazione viva, possa sentirsi concretamente accolto da Dio, partecipare attivamente alla vita della comunità ed essere inserito in quel Popolo di Dio che, instancabilmente, cammina verso la pienezza del regno di Dio, regno di giustizia, di amore, di perdono e di misericordia".
Le opere di misericordia sono anche oggi "verifica della grande e positiva incidenza della misericordia come valore sociale", che "spinge a rimboccarsi le maniche per restituire dignità a milioni di persone che sono nostri fratelli e sorelle, chiamati con noi a costruire una 'città affidabile'". "E' il momento di dare spazio alla fantasia" perc"tante e nuove opere". E indica numerosi campi di azione, accominciare da bimbi sfruttati,e milioni privati di "dignità".