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Domenica, 12 Maggio 2024

Morto a quasi 100 anni Elio Toaf

Elio Toaff e morto domenica pomeriggio, ex rabbino capo della Capitale dal 1951 al 2001. Avrebbe compiuto 100 anni il prossimo 30 aprile, ed è stata senza dubbio la figura più importante dell'ebraismo italiano del Dopoguerra, oltre che una delle pochissime persone citate nel testamento di Giovanni Paolo II. Bandiere a mezz'asta oggi dalle 11 alle 14.30. e centinaia di persone, tra familiari arrivati da Israele, am ici, rappresentanti della comunità ebraica e istituzioni, al Tempio Maggiore della capitale.

La bara di legno chiaro è uscita alle 11, tra gli applausi, dall'abitazione del rabbino, proprio accanto alla sinagoga ed è stata trasferita a spalla in cima alla breve gradinata che conduce alla porta dell'edificio....E' l'ultimo saluto di Roma saluta al rabbino

Oggi l'intero mondo ebraico italiano, e non solo, è in lutto: per Renzo Gattegna, presidente dell'Unione delle comunità ebraiche, è ''morto un uomo straordinario, un punto di riferimento''. Per Riccardo Pacifici, presidente degli ebrei romani, ''un gigante della storia che ha ridato orgoglio alle nostre comunita'''

Elio Toaff Nato il 30 aprile del 1915 a Livorno, figlio del rabbino capo della citta', Toaff era laureato in legge e in teologia all'Universita' di Pisa dove ottenne anche il titolo di rabbino maggiore. Nel 1941, nel pieno delle leggi razziali, ando' a dirigere la Comunita' ebraica di Ancona; due anni dopo, nel 1943, raggiunse i partigiani in Versilia. Catturato dai tedeschi - che poco dopo avrebbero compiuto la strage di Santa Anna di Stazzema - riusci' a scampare all'eccidio. Alla fine della guerra fu nominato rabbino capo di Venezia, dove divenne anche docente di Lettere ebraiche all'Universita' Ca' Foscari. A Roma arrivo' nel 1951 raccogliendo l'eredita' di un altro grande rabbino capo della capitale, David Prato. Li' trovo' una comunita' travolta dalla persecuzioni, che aveva subito la grande razzia del 16 ottobre del 1943 e che era stata decimata nei campi di sterminio nazista. Per 50 anni e' stato la massima autorita' religiosa degli ebrei romani, figura di primo piano dell'ebraismo italiano ma anche della vita sociale della nazione. Toaff, a detta di molti, era un uomo schietto, affabile e al tempo stesso molto legato ai principi della normativa religiosa ebraica. Figura, fin dalla sua nomina, amatissima dalla comunita' romana che spesso lo omaggiava quando passeggiava in 'Piazza', come gli ebrei romani chiamano il cuore del Ghetto. Toaff ha lasciato la sua carica l'8 ottobre del 2001 a 86 anni: fu lui stesso ad annunciarlo quel giorno al termine delle preghiere in Sinagoga. Un annuncio che commosse e colpi' non solo gli ebrei romani ma l'intero ebraismo italiano. Alla sua autorevolezza, alla sua umanita' e alla sua dottrina rese omaggio anche papa Ratzinger. Nel gennaio 2010, nella seconda visita di un pontefice ad un tempio ebraico, Benedetto XVI, prima di entrare in Sinagoga - dove l'attendeva il successore di Toaff, Riccardo Di Segni - il papa si fermo' davanti la casa dell'oramai rabbino emerito di Roma dove ci fu l'incontro tra i due. Vedovo da molti anni di Lia Luperini, Toaff ha avuto quattro figli. Per molti anni Toaff e' stato direttore del Collegio rabbinico italiano, dove si formano i futuri rabbini e anche, molto a lungo, presidente del Tribunale rabbinico di Roma. Una raccolta di firme fu promossa anni fa dal segretario confederale della Uil Paolo Pirani per chiedere all'allora presidente Ciampi la nomina a senatore a vita.

Elio Toaff ha inciso nel profondo il dialogo tra ebrei e cristiani fin dai tempi della sua vicinanza con Giovanni XXIII per il quale prego' da ebreo nei momenti finali della vita del papa. Una delle immagini più potenti che segnano il rapporto tra le due fedi e' stata quella che ritrae Toaff vestito con i paramenti bianchi della tradizione accogliere nella Sinagoga di Roma papa Giovanni Paolo II il 13 aprile del 1986: la prima volta di un pontefice in un Tempio ebraico. Di quell'incontro scrisse piu' tardi: ''Insieme entrammo nel Tempio. Passai in mezzo al pubblico silenzioso, in piedi, come in sogno, il papa al mio fianco, dietro cardinali, prelati e rabbini: un corteo insolito, e certamente unico nella lunga storia della Sinagoga. Salimmo sulla Tevà e - racconto' - ci volgemmo verso il pubblico. E allora scoppiò l'applauso. Un applauso lunghissimo e liberatorio, non solo per me ma per tutto il pubblico, che finalmente capì fino in fondo l'importanza di quel momento...''. Ma ci fu un punto in cui quel tributo divenne ''irrefrenabile'' e fu - aggiunse Toaff - ''quando il papa disse: 'Siete i nostri fratelli prediletti e, in un certo modo, si potrebbe dire, i nostri fratelli maggiori'''.

E' tanta la commozione davanti alla sinagoga di Roma. Con il feretro, il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni e il presidente della Comunità ebraica, Riccardo Pacifici. Tra i presenti il sindaco di Roma, Ignazio Marino, con gli assessori alla Scuola, Paolo Masini, e al Sociale, Francesca Danese, oltre al prefetto Franco Gabrielli. Nel corteo funebre anche il leader radicale Marco Pannella, il presidente dell'Ucei, Renzo Gattegna, e tutti gli esponenti della Comunità ebraica della Capitale.

"Ci lascia non solo un simbolo della Comunità ebraica ma un grande italiano - ha commentato il sindaco di Roma - Un uomo che dopo la tragedia della Shoah ha saputo ricostituire una vera comunità ed è un esempio non solo per la comunità ebraica ma per tutto il nostro Paese. Prego soltanto che tutto questo cordoglio possa trasformarsi, in questi tempi così difficili, in energia positiva per il senso di comunità che dobbiamo ricostruire nel nostro Paese e nel mondo".

Marino, in accordo con l'Ufficio scolastico regionale, sentito dall'assessore alla scuola Paolo Masini, ha inoltre rivolto un invito a tutti gli istituti perché domani, martedì 21 aprile, sia rispettato un minuto di silenzio per ricordare uno dei protagonisti della storia religiosa e civile del nostro Paese, come riferisce una nota del Campidoglio.

Oggi Papa Francesco ha espresso cordoglio per la scomparsa di Toaff, durante l'incontro in Vaticano, con i rabbini europei:  "Sono vicino con la preghiera al rabbino capo Riccardo Di Segni e all'intera comunità ebraica di Roma, nel ricordo riconoscente di quest'uomo di pace e di dialogo, che accolse Papa Giovanni Paolo II nella storica visita al Tempio Maggiore". All'incontro con i rabbini, proprio a causa del lutto che sta vivendo la comunità di Roma, fissato qualche giorno fa, era assente Di Segni, che ha detto Francesco, "avrebbe dovuto essere qui con noi".

 

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