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È altissimo il numero di sospetti terroristi infiltrati con il flusso dei profughi

È molto più alto di quanto immaginato il numero di sospetti terroristi infiltratosi nel flusso di profughi arrivati in Germania lo scorso anno: secondo nuovi numeri del Bundeskriminalamt sono 369 le segnalazioni di persone fatte infiltrare da membri o seguaci di organizzazioni terroristiche. Lo rivela oggi la Neue Osnabruecker Zeitung. Secondo l'Anticrimine federale, in 40 casi sono state avviate inchieste giudiziarie. Lo stesso ente conferma che il rischio di attentati in Europa e in Germania è elevato: "Nuovi attentati di cellule terroristiche islamiche non possono essere escluse

L'Organizzazione mondiale delle migrazioni (Oim) stima a 187.631 il numero di migranti e rifugiati giunti in Europa via mare nel 2016 ed in particolare in Italia (31.207) e in Grecia (155.399, di cui solo 3.947 dal primo aprile). Il numero di morti, invariato da venerdì è di 1.357, precisa l'Oim. In Italia, circa 2.800 nuovi arrivi sono stati registrati negli ultimi cinque giorni

Siamo di nuovo – anche se probabilmente non ne siamo mai usciti – nel mirino dei terribili terroristi dell’Isis, di quelle cosiddette ‘cellule dormienti’ che hanno già seminato terrore a più riprese in Francia e Belgio e che sono ora pronte a colpire nel resto dell’Europa, partendo proprio dall’Italia e passando per Germania e Inghilterra.

Il nuovo, ennesimo allarme in tal senso arriva da quello che viene definito “lo zar” dell'intelligence Usa James Clapper in un colloquio con la rivista Christian Science Monitor. Per questo, sottolinea ancora il direttore della National Intelligence americana, gli Stati Uniti stanno spingendo per promuovere più condivisione di informazioni tra le intelligence dei vari Paesi europei. Secondo Clapper, inoltre, l'Isis sta sfruttando per i suoi scopi la crisi dei migranti in Europa. E ecco quindi che anche da questo punto di vista risuona un allarme ben definito, ma chissà perché ancora sottovalutato. Soprattutto in Italia.

Dagli States, Clapper parla anche di una  enorme sfida per l'Europa in quanto esiste "un conflitto di fondo" tra le politiche dell’Unione europea di apertura e libera circolazione delle persone e dei beni e la privacy "che in una certa misura si scontra contro le responsabilità che ogni Paese ha, in quanto Stato-nazione, di proteggere le frontiere e la sicurezza del suo popolo".

Che la politica dell’accoglienza tanto pervicacemente portata avanti dalle istituzioni italiane ed europee abbia questa doppia faccia non si può dire. È un dato di fatto però, figlio delle convinzioni degli investigatori, che abbia la doppia faccia del manifestante alla cosiddetta Marcia degli Scalzi del 10 settembre scorso, una manifestazione organizzata in tutta Italia per solidarietà con i cittadini migranti. L'indagato era presente alla manifestazione e durante la marcia chiese ad Antonio Decaro di fare una foto insieme.

Un video con la bandiera della Cgil in mano, subito dietro al sindaco di Bari che era in testa al corteo aperto dalle bandiere arcobaleno della pace. Una foto con un kalashnikov, lo sguardo fisso all’obiettivo, nella posa vista centinaia di volte nei filmati propagandistici dei seguaci del cosiddetto Stato islamico.

A quel che emerge dall’inchiesta coordinata dai pm Pasquale Drago, capo dell'Antimafia distrettuale, e Roberto Rossi, la cellula scoperta ieri era pronta a fare sul serio. Progettavano di colpire in Italia, ma anche in Belgio, Francia e Gran Bretagna.

Uno degli arrestati, afghano, era stato identificato a dicembre mentre fotografava l'esterno di un centro commerciale di Bari; l'altro è stato preso mentre ritirava il permesso di soggiorno, in procinto di andare a Calais, in Francia, dove gestisce traffici illeciti. Altri due, un pakistano, fermato a Milano poche ore dopo il blitz, e un afghano, ancora irreperibile, sono accusati solo di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

La mappa degli obiettivi era contenuta nei cellulari degli indagati dove sono state trovate, tra l'altro, immagini del Colosseo, del Circo Massimo, del porto e dell'aeroporto di Bari, del porto di Londra, oltre che di centri commerciali. La cellula avrebbe fornito sostegno logistico a un'organizzazione terroristica transnazionale "di matrice confessionale" legata allo Stato Islamico, all'Emirato Islamico dell'Afghanistan e ad Al Qaeda, il cui "programma criminoso" - spiegano gli inquirenti - è "condiviso da una rete di analoghi ed affini gruppi attivi in altre zone d'Italia ed altri Stati europei nonché in altri paesi extraeuropei".

Per gli investigatori il gruppo eversivo era composto da tre afghani che vivevano a Bari e avevano ottenuto la protezione umanitaria o sussidiaria. Significativo che due fermi - uno per terrorismo e l'altro per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina - sono stati eseguiti nel Cara di Bari e a Foggia, nei confronti di un uomo che aveva appena ritirato il permesso di soggiorno da rifugiato e che era in procinto di partire. Scappano dalla guerra, dicono in televisione. O forse la esportano: questione di sfumature.

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