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Strada in salita per l'accordo tra l'Ue e la Turchia

Sono tornato a Bruxelles per un nuovo vertice: tutti questi eventi dimostrano che le relazioni Ue-Turchia e l'adesione della Turchia all'Ue sono importanti non solo per i rapporti tra Ue e Turchia ma per tutte le questioni internazionali".

Così il premier turco Ahment Davutoglu al suo arrivo all'incontro con i leader Ue Tusk, Juncker e Rutte.  "Oggi continueremo le consultazioni e sono sicuro che raggiungeremo i nostri obiettivi di aiutare i rifugiati e di rafforzare le relazioni Ue-Turchia".

Così il premier turco al suo arrivo al palazzo del vertice Ue, dove è in programma un incontro con il presidente Ue Donald Tusk, il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker e il premier olandese Mark Rutte il cui Paese ha la presidenza semestrale dell'Ue.

"Per noi aiutare i rifugiati non è una questione di mercanteggiamento ma di valori, di valori umanitari ed europei". Davutoglu ha ricordato poi che la Turchia ha già "accolto 2,7 milioni di rifugiati senza assistenza significativa di nessuno".

A Bruxelles i leader hanno espresso 'caveat' e preoccupazioni, e sebbene nessuno in definitiva sia sembrato davvero intenzionato a rovesciare il tavolo, la partita - in cui anche Atene gioca un ruolo da protagonista - è molto complessa.

L'atteggiamento resta costruttivo perché i capi di stato e di governo, con Merkel in testa, considerano l'accordo con Ankara cruciale per ridurre i flussi verso l'Europa, ma pesa il granitico veto di Nicosia all'apertura di nuovi capitoli per l'adesione della Turchia all'Unione, fino a quando Ankara non riconoscerà i passaporti ciprioti e non permetterà a navi e aerei del Paese Ue di usare i suoi porti ed aeroporti.

Anche alla cena Anastasiadis ha ribadito la sua riserva. I negoziati per risolvere l'annosa questione cipriota sono arrivati a buon punto, ma il timore è che in questo intrecciarsi di interessi e partite, la trattativa possa uscirne compromessa. Anche l'ultima versione della dichiarazione Ue-Turchia circolata non prevede l'apertura di capitoli negoziali, ma solo un lavoro preparatorio, che non "pregiudica" le future mosse dei Paesi Ue.

Nonostante le numerose preoccupazioni espresse dai leader anche oggi, nella bozza di dichiarazione per ora resta invece la liberalizzazione dei visti entro fine giugno, un punto molto caro al presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che si è già rivenduto la promessa ai connazionali.

I 28 hanno trovato una posizione comune sui termini generali del negoziato con la Turchia nella crisi dei migranti - anche se non l'hanno formalizzata - ed hanno dato il mandato al presidente del Consiglio europeo Donald Tusk a trattare col premier turco Ahmet Davutoglu, tracciando il perimetro di manovra.

Al termine della prima giornata i lavori del summit la cancelliera tedesca Angela Merkel ha sottolinea che le trattative saranno "tutto tranne che facili". Il documento circolato a Bruxelles nella notte sembra però non soddisfare Ankara che chiede maggiori impegni sui tre miliardi aggiuntivi e sull'apertura dei capitoli per l'adesione all'Unione su cui grava il risoluto 'no' di Cipro.

Tra gli scogli per raggiungere un'intesa con la Mezzaluna, c'è anche la trattativa sulle modifiche normative chieste per garantire alle altre nazionalità di richiedenti asilo la stessa protezione che già offre ai siriani. Il punto è fondamentale per poter attuare il rimpatrio di tutti i migranti e richiedenti asilo arrivati in Grecia.

Nella prima giornata del vertice europeo in cui i 28 hanno preparato con tanta difficoltà una posizione comune sulla controproposta - al ribasso - da fare alla Turchia per bloccare il flusso di migranti e rifugiati verso l'Europa, il negoziato con Ankara che Angela Merkel ieri sera ha previsto come "tutto tranne che facile" è ripreso stamani poco prima delle 9 con il 'conclave' tra il premier turco Ahmet Davutoglu ed i responsabili europei il presidente del Consiglio Donald Tusk, il presidente della Commissione Jean Claude Juncker ed il premier olandese Mark Rutte, detentore della presidenza di turno.

Bruxelles,e impegnata in complicati negoziati dell'ultim'ora per risolvere il difficile puzzle dell'intesa con la Turchia sulla crisi dei migranti per il vertice dei leader Ue di domani, sollecita gli Stati membri a ricollocare almeno 20 mila richiedenti asilo da Italia e Grecia entro il 16 maggio e promette che non farà rimpatri indiscriminati. Mentre all'Italia chiede di aumentare il numero dei centri per gli immigrati illegali, "estremamente limitati e al di sotto della soglia dichiarata nella road map" perché la situazione pone "serie sfide per la rapida attuazione delle operazioni di rimpatrio".

Nel Canale di Sicilia sono stati soccorsi 1467 migranti e recuperati tre cadaveri: con l'arrivo della bella stagione, e la chiusura della rotta balcanica, i mesi a venire appaiono critici. Per questo motivo i leader Ue dedicheranno parte della loro discussione alla necessità di prevenire nuove emergenze sulle rotte alternative, come quella adriatica attraverso l'Albania, mentre l'Austria ha già annunciato di voler sollevare la questione delle frontiere al Brennero.

"L'Ue non deve permettere ai capricci di Cipro di rovinare l'accordo". Ma la Turchia sa benissimo che il Cipro ha ragione, sono piu di quarranta anni che la Turchia ha occupato il 38% del suolo di Cipro illegalmente, e non si muove proprio....e poi sarebbe anche terreno Europeo, ma poco importa agli Europei di memoria corta anzi cortissima....Ma le parole arrivate in serata da Juncker sono chiarissime. Quanto ai tre miliardi aggiuntivi che Ankara chiede, l'Europa sembra disposta solo ad accelerare sui tre già previsti, per poi sedersi di nuovo al tavolo, ma in futuro. Intanto la fyrom ha spostato al confine con la Grecia un numero imprecisato di truppe, stazionate da tempo in prossimità del centro di accoglienza di Gevgelija.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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