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Le tre priorità indicate da Renzi per il governo nel 2014

Matteo Renzi annuncia, nel caso della vittoria alle primarie del Pd, una riduzione da un miliardo di euro dei costi della politica, a partire dal Senato, e un "gigantesco" piano per il lavoro ha detto oggi in conferenza stampa a Trieste. E Renzi risponde ad Angelino Alfano: "Non tiriamo la corda, sono gli italiani che stanno tirando la cinghia", dice il sindaco di Firenze. Renzi elenca le priorità per il 2014: taglio dei costi della politica, piano per il lavoro e Europa. "Se Alfano ha voglia di fare queste cose, le faccia", ha concluso.

Le tre priorità per il governo nel 2014 indicate da Renzi vanno dal taglio dei costi della politica da un miliardo di euro, a partire dal Senato, a un grande piano per il lavoro, "per tornare ad assumere". Il terzo punto riguarda l'Europa: secondo Renzi le elezioni europee saranno "concentrate sul fatto che l'Europa è causa tutti mali. Noi vogliamo dire di no: non è colpa dell'Europa, è colpa dell'Italia che non ha fatto la sua parte cambiando l'Europa". Quanto al confronto con Alfano, Renzi ha risposto netto: "La cinghia la stanno tirando gli italiani, quelli che stanno subendo le difficoltà della politica sono gli italiani per bene. Se Alfano vuole fare polemica - ha concluso il sindaco di Firenze - sappia che non ci troverà perché siamo impegnati a parlare con gli italiani".

''Al nuovo segretario del Pd chiederemo di decidere cinque-sei punti prioritari stabilendo anche le date dei Consigli dei ministri per la loro approvazione''. Così il ministro Maurizio Lupi a chi chiede se le primarie democratiche avranno effetti sull'esecutivo.
''A Renzi e al Pd - ha detto Lupi - ricordiamo che questo non è un esecutivo di sinistra o del Partito democratico, ma un governo eccezionale. Serve un patto chiaro, decidendo insieme le priorità per i prossimi 14 mesi. Dobbiamo seguire il modello tedesco''.
"Mi auguro che il Governo non solo sia più forte ma, superate le contraddizioni interne ai partiti che si sono scaricate anche legittimamente sull'azione di governo, si vada avanti con un patto chiaro". Il ministro Maurizio Lupi, del Nuovo Centrodestra, risponde così a chi gli chiede se tema un indebolimento dell'esecutivo dopo le primarie del Pd. "Il Governo, anche con il passaggio parlamentare, sarà più forte - è la riflessione di Lupi - non ci saranno più alibi nelle tensioni dei partiti che sostengono la maggioranza, e sarà misurato come è giusto che sia solo sulle cose che farà. Mi auguro con una nuova parola: coraggio. E' il momento del fare, delle cose concrete. La sfida è una sola: dimostrare che la politica aiuta a migliorare le condizioni di vita dei cittadini. Serve una politica con la 'P' maiuscola, all'insegna dei fatti, con istituzioni che collaborano per raggiungere risultati".

Botta e risposta a distanza tra Angelino Alfano e Matteo Renzi dalle pagine de La Repubblica. Dopo l'intervista di ieri al candidato segretario Pd, oggi il vicepremier al quotidiano afferma: il sindaco di Firenze non tiri troppo la corda, "perché noi non abbiamo paura di andare a votare. Decida lui se assumersi la responsabilità di far cadere il presidente del Consiglio del suo partito".
'Penso che Renzi voglia vincere il congresso del Pd, far cadere Letta e prendere il suo posto: è scritto'': così Roberto Maroni, segretario della Lega, parlando del futuro del Governo dopo il congresso del Pd. ''Penso dunque che Letta - ha aggiunto - dovrebbe guardarsi da lui più che da altri della sua maggioranza''.

Giusto aspettare le primarie" . Così Giuseppe Civati, intervistato su Rainews, commenta l'intenzione del premier di attendere il nuovo segretario democratico prima del passaggio parlamentare del cambio di maggioranza. "Ci mancherebbe che il premier decidesse prima di sapere chi sarà il nuovo segretario del Pd - aggiunge - in questi mesi abbiamo ecceduto nel pensare che il Pd debba rispondere ad una logica ferrea che non gli consente neppure di esprimere una propria autonomia. Penso al caso Cancellieri, alla vicenda kazaka di Alfano, alla legge elettorale. Giusto che il presidente del consiglio aspetti i risultati del congresso perché sono gli elettori del Pd che si devono esprimere". Civati dà poi una stoccata agli altri due sfidanti: "La proposta di Cuperlo ha alle spalle ancora tutto il gruppo dirigente storico - osserva - mentre Renzi ha una proposta diversa, ma ha sbagliato: il suo è un carro pesantissimo, ormai. E' ormai un lungo tir con davanti e dietro due staffette: franceschiniani e lettiani. Non è un Renzi libero come lo avete conosciuto. Ma un Renzi appesantito".

''Vinceremo noi, siamo in crescita straordinaria. I pronostici del Pd sono sempre sbagliati; dovevamo vincere le elezioni di febbraio e, infatti, non le abbiamo vinte. C'é sempre un vincitore designato che non é mai quello che vince davvero'': così Civati, candidato alla segreteria del Pd, a margine di un incontro pubblico a Pescara. ''I risultati nei congressi di circolo - ha proseguito - sono stati buoni per noi che non avevamo l'apparato alle spalle. Segnalo che D'Alema sta con Cuperlo e i dalemiani stanno con Renzi, per cui la nostra e' una battaglia difficile. Gli elettori delle primarie saranno tantissimi, anche questo e' un pronostico che stanno facendo i giornali dicendo che sono pochi e non e' vero. Verrà sovvertito. Alla fine - ha concluso - saremo molto soddisfatti tutti quanti. Civati segretario, Renzi secondo di poco e poi Cuperlo'' Intanto dalla parte di Forza Italia e stata condannata a Milano Daniela Santanche :

Condanna ma niente carcere per Daniela Santanché: il tribunale di Milano boccia le richieste della procura della Repubblica e infligge solo mille euro di ammenda alla deputata di Forza Italia per la quale il pm aveva chiesto un mese di arresto per manifestazione non autorizzata

Il giudice Maria Luisa Balzarotti ha pronunciato oggi la sentenza chiude l'inchiesta nata dall'episodio del 20 settembre 2009, quando la parlamentare guidò una contestazione contro l'obbligo del velo davanti alla Fabbrica del Vapore, a Milano, indetta dal Movimento per l'Italia. Contestazione assolutamente pacifica, al termine della quale la Santanché era stata aggredita da un militante islamico. Al termine del processo, il pubblico ministero aveva chiesto la pena detentiva per la esponente forzista, e solo una sanzione pecuniaria per il responsabile della aggressione ai suoi danni. Invece la sentenza mette entrambi sullo stesso piano. Mille euro di multa alla Santanché, duemilacinquecento (oltre a diecimila di risarcimento danni) al suo aggressore. Aspra la reazione della parlamentare: "La legge è uguale per tutti. Sono stata trattata come un centro sociale, un no Tav, un black bloc".

"Ho visto decine di donne andare in giro con questa prigione portatile che è il burqa", aveva dichiarato la Santanché nel corso di una delle udienze, per spiegare da dove nascesse la sua indignazione per l'obbligo del velo. La presenza davanti al luogo dove si teneva la cerimonia iniziale del ramadan aveva, secondo gli organizzatori, il fine di "vigilare" sul rispetto delle norme che proibiscono di circolare con travisamenti tali da rendere irriconoscibili. Inizialmente, la procura aveva contestato alla parlamentare (e a un altro gruppo di partecipanti alla protesta, tra cui l'ex deputata Tiziana Maiolo, anche il reato di interruzione di funzione religiosa, in base ad uno degli articoli meno frequentati in assoluto del codice penale, ma questa imputazione era poi stata lasciata cadere. Alla Santanché, principale organizzatrice della iniziativa, era rimasta la accusa di non avere chiesto con le formalità previste dalla legge l'autorizzazione alla questura per la manifestazione. E, pur chiedendo che le venissero riconosciute le attenuanti generiche per il corretto comportamento tenuto durante il processo, la Procura aveva chiesto la condanna alla pena detentiva oltre che a cento euro di ammenda. Il giudice Maria Luisa Balzarotti ha però ridotto a quattro i giorni di arresto, e come consente la legge li ha trasformati in pena pecuniaria: 250 euro per ogni giorno di carcere diventano così mille euro di multa, più altri cento di ammenda.

Nella sua arringa il difensore della Santanché, Valentina Ramella, aveva spiegato che la questura di Milano era stata perfettamente informata della iniziativa come dimostrava la presenza sul posto di un nutrito contingente di forze dell'ordine. Il 18 novembre scorso, la richiesta di condanna della "pitonessa" era stata accolta con soddisfazione dagli esponenti radicali della comunità islamica milanese: "Ha offeso il Profeta e la comunità islamica, merita il fuoco dell'inferno", aveva dichiarato l'imam della moschea di Segrate.

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