Login to your account

Username *
Password *
Remember Me

Create an account

Fields marked with an asterisk (*) are required.
Name *
Username *
Password *
Verify password *
Email *
Verify email *
Captcha *
Reload Captcha
Venerdì, 03 Maggio 2024

Le opere di Bach: gli eff…

Mag 02, 2024 Hits:157 Crotone

In città l'ultima tappa d…

Apr 30, 2024 Hits:213 Crotone

Convegno Nazionale per la…

Apr 23, 2024 Hits:420 Crotone

L'Associazione "Pass…

Apr 05, 2024 Hits:874 Crotone

Ritorna Calabria Movie Fi…

Apr 03, 2024 Hits:906 Crotone

La serie evento internazi…

Mar 27, 2024 Hits:1154 Crotone

L'I.C. Papanice investe i…

Mar 01, 2024 Hits:1575 Crotone

Presentato il Premio Nazi…

Feb 21, 2024 Hits:1679 Crotone

Che la manovra del governo non piacesse all'Europa è ormai cosa nota. Ma dopo la bocciatura ufficiale della legge di Bilancio e la spada di Damocle della procedura di infrazione, ora la Commissione Ue taglia anche le stime di crescita dell'Italia nel 2018, portandole all'1,1% dall'1,3% previsto a luglio.

Bruxelles rivede al rialzo le stime sul deficit italiano: nel 2018 dall'1,7% previsto in primavera sale a 1,9%, per poi schizzare al 2,9% nel 2019 "a causa delle misure programmate" come reddito di cittadinanza, riforma Fornero e investimenti pubblici che "aumenteranno significativamente la spesa". Nel 2020 sfonda il tetto del 3%, raggiungendo il 3,1%. La Ue precisa che tale cifra non tiene in considerazione la clausola di salvaguardia, cioè l'aumento dell'Iva, data la "sistematica sterilizzazione".

La Commissione Ue prevede "solo un lento miglioramento" per il mercato del lavoro in Italia, e rivede leggermente al ribasso le stime della disoccupazione: dal 10,8% nel 2018 previsto la scorsa primavera si scende al 10,7%, e dal 10,6% del 2019 si cala al 10,4%, per poi arrivare al 10% nel 2020.

Su questo punto, in particolare, interviene il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, spiegando che "Le previsioni della Commissione europea relative al deficit italiano sono in netto contrasto con quelle del Governo italiano e derivano da un'analisi non attenta e parziale del Documento Programmatico di Bilancio (DPB), della legge di bilancio e dell'andamento dei conti pubblici italiani, nonostante le informazioni e i chiarimenti forniti dall'Italia". Tria si dice "dispiaciuto" della "défaillance tecnica della Commissione". E aggiunge: che la "defaillance tecnica" non "influenzerà la continuazione del dialogo costruttivo con la Commissione stessa in cui è impegnato il Governo italiano. Rimane il fatto che il Parlamento italiano ha autorizzato un deficit massimo del 2,4% per il 2019 che il Governo, quindi, è impegnato a rispettare".

"A causa del deterioramento del bilancio, unito ai rischi al ribasso sulla crescita, l'alto debito italiano rimarrà stabile attorno al 131% su tutto il periodo delle previsioni" cioè 2018, 2019 e 2020. Lo scrive la Commissione Ue nelle nuove previsioni economiche autunnali. "A causa del deterioramento del bilancio, unito ai rischi al ribasso sulla crescita, l'alto debito italiano rimarrà stabile attorno al 131% su tutto il periodo delle previsioni" cioè 2018, 2019 e 2020.Le previsioni Ue tagliano il Pil italiano del 2018 da 1,3% a 1,1% e ritoccano quello 2019 da 1,1% a 1,2%. E' quanto emerge dalle previsioni d'autunno della Commissione Ue. "Dopo una crescita solida nel 2017 l'economia italiana ha rallentato nella prima metà di quest'anno per l'indebolimento dell'export e della produzione industriale. Una ripresa degli export e una maggiore spesa pubblica sosterranno la crescita moderatamente ma l'associato rischio nel deficit, assieme ad interessi più alti e considerevoli rischi al ribasso, mette in pericolo la riduzione dell'alto debito", si legge nel testo.

L'Italia si conferma ultima per crescita in tutta Europa sia per il 2018 che per il 2019 e il 2020. Con l'1,1% quest'anno, persino la Gran Bretagna nonostante le difficoltà legate alla Brexit fa meglio con l'1,3%. Nel 2019, allo stesso livello di pil dell'1,2% dell'Italia ci sarà solo Londra ma ormai sarà già fuori dall'Ue. La peggiore crescita dopo l'Italia sarà l'1,5% del Belgio, secondo con l'1,4% anche nel 2020 dietro l'1,3% italiano.

"Le prospettive di crescita sono soggette ad elevata incertezza e ad intensificati rischi al ribasso" e "le misure previste" dall'Italia "potrebbero rivelarsi meno efficaci, con un impatto minore sulla crescita", scrive la Commissione Ue nelle nuove stime economiche.

La Ue avverte anche sullo spread: "Un aumento prolungato dei tassi d'interesse peggiorerebbe le condizioni del credito delle banche e ridurrebbe ulteriormente la fornitura di credito, mentre la spesa pubblica potrebbe ridurre gli investimenti privati. "In alcuni Paesi dell'eurozona altamente indebitati, soprattutto in Italia, il circolo vizioso tra banche e debito sovrano potrebbe riemergere in caso di dubbi sulla qualità e la sostenibilità dei conti pubblici, che in un ambiente di riprezzamento complessivo dei rischi e di un aumento dei costi di rifinanziamento, potrebbe sollevare preoccupazioni di stabilità finanziaria e pesare sull'attività economica". Tra gli altri rischi negativi per l'economia segnalano la guerra commerciale Usa-Cina e la Brexit.

Una "crescita sostenuta ma meno dinamica in un'incertezza elevata". Le previsioni economiche Ue d'autunno rivedono al ribasso le stime di crescita dell'eurozona per il 2019 a 1,9% dal 2% dell'estate e pronosticano 1,7% nel 2020, mentre confermano il 2,1% per il 2018 dopo il 2,4% del 2017. "Incertezza e rischi, sia interni che esterni, sono in aumento e cominciano a pesare sul ritmo dell'attività economica", avverte il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis.

l'Italia cresce lentamente secondo le stime. Eppure gli italiani sono più ricchi anche se producono meno.

A dirlo è l'Ocse, secondo cui nel secondo trimestre di quest'anno il reddito individuale è schizzato al +1,6% contro l -0,4% del primo trimestre. Cala però il pil pro capite rallenta: ora è +0,2% da +0,3% dei primi tre mesi dell'anno.

Secondo il rapporto, nei primi 9 mesi dell'anno, nell'Ocse, la crescita del Pil reale pro capite ha superato la crescita del reddito pro capite reale delle famiglie di 0,7 punti percentuali, contro i 0,5 punti percentuali dell'Italia, gli 1,2 punti della francia, gli 0,3 punti della Germania, gli 1,7 punti della Gran Bretagna e gli 0,2 punti degli Usa. Dal primo trimestre del 2010, tra le sette maggiori economie mondiali, il divario tra crescita del reddito disponibile pro capite reale e Pil reale pro capite è stato più alto nel Regno Unito (7,1 punti percentuali), mentre negli Stati Uniti e in Canada, la crescita il reddito pro capite reale delle famiglie ha superato la crescita del Pil reale pro capite rispettivamente del 3% e dello 0,3%. Anche l'Unione europea nel suo complesso ha mostrato un notevole divario negativo tra crescita reale del reddito familiare e Pil pro capite, pari al 6,8%.

Per quanto riguarda il solo secondo trimestre la crescita del reddito individuale rallenta a +0,3% da +0,7%, mentre il Pil pro capite cresce da +0,4% a +0,6%. Nell'area euro il reddito individuale avanza marginalmente rispetto al Pil pro capite: +0,5% contro +0,4%. In Germania la ricchezza individuale frena a +0,1%, contro il +1,2% del primo trimestre e il Pil pro capite cresce a +0,4%, mentre in Francia il reddito individuale s'invola a +0,5%, contro il -0,5% dei primi tre mesi dell'anno e il Pil pro capite è stabile a +0,1%. Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna la ricchezza individuale cresce rispettivamente dello 0,4% e dello 0,3%, mentre il Pil pro capite accelera da +0,4% a +0,9% negli Usa e solo dello 0,2% nel Regno Unito.

La Commissione Ue "sta considerando" la procedura per debito contro l'Italia e per questo sta anche preparando il rapporto sul debito. "Lo abbiamo fatto anche gli anni scorsi, concludendo che l'Italia era sostanzialmente in linea con i requisiti del Patto e quindi non abbiamo aperto la procedura. Ma in questo caso, se il Documento programmatico di bilancio non cambia materialmente, dobbiamo riconsiderare le conclusioni": lo ha detto il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis.  

Il ministro dell'Economia Giovanni Tria ha lasciato la riunione dell'Ecofin in anticipo sulla fine dei lavori, per rientrare a Roma. Il ministro non ha quindi partecipato al tradizionale incontro con la stampa, previsto alla fine della due giorni di lavori.  

"La manovra è una". Così il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, ha risposto ai cronisti che gli hanno chiesto, a margine dell'inaugurazione di Eicma, il salone delle due ruote che si tiene a Milano, se ci sarà una manovra bis. A chi gli ha poi chiesto se al ritorno del ministro Tria dall'Eurogruppo ci sarà un vertice di maggioranza Giorgetti ha risposto: "Basta chiamarli vertici, è una cosa normale si tratta solo di una riunione".

L'Ue rinvia per ora la resa dei conti e vira su una tregua momentanea, puntando a un 'dialogo' dell'ultima chance con la speranza che l'Italia, per usare l'espressione utilizzata dal ministro delle finanze francese Bruno Le Maire, "afferri la mano" tesale dalla Commissione Ue e comunque modifichi la sua manovra. Le aspettative su questo punto sono cristalline: Bruxelles, ha avvertito il commissario Pierre Moscovici, si aspetta "un bilancio nuovo e rivisto" entro il 13 novembre. E anche l'Eurogruppo, che lo ha sottolineato nero su bianco in una dichiarazione in cui invita ugualmente a un "dialogo aperto e costruttivo". Un atteggiamento che cerca una sintonia con quello portato all'Eurogruppo dal ministro Tria per arrivare a una soluzione accettabile per tutti che resti nell'alveo delle procedure europee. "Non c'è né scontro né compromesso" con l'Ue, ha detto Tria, ma la manovra "non cambia, stiamo discutendo". 

L'Italia infatti, è il messaggio, non vuole rompere con l'Ue né ritiene di essere una minaccia per l'eurozona, però allo stesso tempo non intende modificare la sua manovra e vorrebbe vedersi riconoscere un' 'eccezione' nell'ambito delle regole esistenti. La doppia scadenza resta quindi quella del 13 e 21 novembre, quando a parlare per prima sarà la risposta dell'Italia alla Commissione, e dopo la nuova valutazione di Bruxelles e il suo rapporto rivisto sul debito italiano. Per questo si va verso un vertice di governo mercoledì a Roma con il premier Giuseppe Conte e i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio per studiare la risposta da inviare a Bruxelles. Anche se il clima politico resta incandescente, annoverando un nuovo botta e risposta su accuse di nazionalismo e xenofobia tra il commissario agli affari economici Pierre Moscovici e il leader della Lega.  

La correzione della manovra italiana dovrà essere "considerevole": lo ha detto il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis. "Numericamente l'Italia avrebbe dovuto assicurare un miglioramento del deficit strutturale di 0,6% invece c'è un peggioramento di 0,8%. Pari a una deviazione dell'1,4%. E' una deviazione molto ampia", ha aggiunto.

Arrivando all'Ecofin, a chi gli chiedeva quali saranno i prossimi passi, ha risposto: "Il dialogo continuerà, certo abbiamo qualche disaccordo ma questo non vuol dire che non possiamo avere un dialogo costruttivo tra la Commissione Ue e l'Italia, è una cosa abituale tra i Paesi e la Commissione".  "Dobbiamo spiegare alla Commissione, ma non posso anticipare ora la risposta" sulla manovra che verrà data entro il 13 novembre a Bruxelles come richiesto, ha aggiunto.

"Ci aspettiamo una risposta forte e precisa da parte del governo italiano" e i prossimi passi "dipendono dalla qualità della risposta, la palla è nel campo dell'Italia" da cui "attendiamo una manovra rivista, e il primo punto è quindi averne una", ha detto il commissario Ue agli affari economici, Pierre Moscovici all'arrivo all'Ecofin. "Il 13 novembre non è la fine del mondo ma solo un nuovo passo", ha aggiunto, però "una cosa è essere flessibili nell'interpretazione delle regole, un'altra è essere fuori dalle regole".

"Salvini rasenta continuamente il nazionalismo e la xenofobia", ha detto il commissario francese. "Oltre ad insultarmi - ha ribattuto il leader della Lega - questo signore non ha nient'altro da fare? Io nel frattempo vado avanti". Scintille che hanno visto risposte anche da parte del vicepremier Luigi di Maio e dal presidente del consiglio, Giuseppe Conte, ma che non sembrano aver influito sul confronto europeo. "Dialogo, dialogo, dialogo", è il mantra ripetuto all'Eurogruppo sia dal commissario Moscovici che dai colleghi europei, inclusi i 'falchi' di Olanda e Germania. Se l'Eurogruppo non adotterà nessuna decisione per oggi, però il monito inviato a Roma è chiaro: sì a una discussione, ma l'Italia deve far rientrare la sua manovra nelle regole Ue cooperando con la Commissione, che tutti i 18 sostengono. 

"Temo che l'approccio e i passi assunti dal governo italiano stiano mettendo a rischio questi obiettivi", ha detto il ministro slovacco Peter Kazimir. Anche perché, ha ricordato il collega dell'Irlanda che nel 2010 si sottopose a un trattamento 'lacrime e sangue' per salvare le sue banche e l'euro, "una delle dolorose lezioni della crisi economica che abbiamo imparato è che, se tu condividi la moneta con molti altri Paesi, abbiamo tutti una responsabilità verso gli altri". L'Eurogruppo e la Commissione, a cui tra l'altro non tornano i conti delle stime italiane su deficit e Pil, restano però scettici sulle promesse dell'Italia di riportare i conti in ordine a partire dal 2020.

"L'Italia deve presentare una nuova bozza di bilancio, che aspettiamo sperando che ci siano passi" per portare la manovra "in linea con le regole di bilancio Ue", ha avvertito chiaramente il presidente dell'Eurogruppo Mario Centeno. Il concetto è stato ribadito anche durante l'incontro bilaterale tra Moscovici e Tria: "Sono persuaso - ha detto il commissario - che il ministro abbia compreso la necessità che l'Italia agisca nel quadro delle regole fiscali europee". La situazione venutasi a creare con l'Italia è infatti anche il convitato di pietra della riforma dell'eurozona, sempre più in difficoltà e su cui invece Parigi spinge, ha affermato Le Maire, per "prendere decisioni entro fine anno". Il mancato rispetto delle regole di bilancio, però, da sempre spauracchio dei Paesi rigoristi del Nord per la condivisione dei rischi, costituisce un ostacolo serio.

 

 

Il governo porrà la questione di fiducia al decreto sicurezza e immigrazione, si apprende da fonti di Palazzo Chigi del M5S.

Con l'intervento illustrativo del relatore, Stefano Borghesi (Lega), l'Aula di Palazzo Madama ha iniziato l'esame del decreto sicurezza, già licenziato la settimana scorsa dalla Commissione Affari costituzionali del Senato.

"Senza la fiducia avrei votato contro il provvedimento, che credo finirà per produrre più irregolari. Ma siccome mi aspetto che questo governo farà in futuro cose buone, nel momento della fiducia uscirò dall'Aula. Ma posso assicurare che tutti i miei colleghi, nel merito di questa legge, la pensano come me". Lo afferma Paola Nugnes, senatrice 'ortodossa' dei 5 Stelle. "La verità - aggiunge - è che non si vuol fare vedere che Fi e FdI votano a favore

La risposta di De Falco non si è fatta attendere. "La replica non esiste. Ho sempre assunto su di me le responsabilità del mio ruolo in ogni momento, e le responsabilità del mio ruolo non le decide Buffagni. Se un genio si sente più illuminato degli altri, evidentemente non riesce a far parte di una comunità. Che faccio, commento 'ste sciocchezze? Non voglio scendere a quei livelli, proprio per rispetto della mia storia, del mio nome e del futuro che deve avere la dialettica politica. 

Per rispetto all'intelligenza di tutti, non voglio commentare questa roba. Io non ho presentato 80 emendamenti. Questa è gente che parla senza sapere di che cosa sta parlando, con una superficialità che è essa stessa criminale. Spero ancora che il provvedimento in aula possa essere all'ultimo migliorato. Nel caso in cui dovesse essere posta la fiducia, valuterò la situazione. A quel punto la fiducia non si riferisce più al provvedimento ma al governo. Se su questo provvedimento può cadere il governo? Non lo so. Chi pone la fiducia pone in discussione, non io".

Un'altra dissidente, Paola Nugnes, ha annunciato: "Non permettere un regolare dibattito dell'aula, voler mettere insieme il giudizio su un provvedimento con un giudizio complessivo sul governo e sulle sue funzioni future non è il modo più opportuno di procedere. Alla fiducia non posso in coscienza votare no, ho ancora molte aspettative in questo esecutivo soprattutto sulla legge di bilancio espansiva che si sta approntando. Ritengo che mi asterrò dal votare".

In aula a Palazzo Madama ha iniziato a parlare il relatore, il senatore leghista Stefano Borghesi. Secondo quanto confermato da fonti governative di entrambi i partiti di maggioranza, M5s e Lega, il governo porrà la questione di fiducia al dl Sicurezza. Tra i nodi da superare la contrarietà di almeno quattro dissidenti  5 stelle che hanno annunciato la loro avversità al decreto, caro alla Lega e voluto dal ministro dell'Interno Matteo Salvini. Che si trova in viaggio per il Ghana e che ha fatto sapere che dovrebbe essere in aula domani per il probabile via libera definitivo.

Insomma, il governo mette all'angolo i dissidenti. Stamattina, su Radio Capital, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Stefano Buffagni ha tuonato: "Se Gregorio De Falco non voterà il decreto si assumerà le sue responsabilità. Se non si ritrova nella maggioranza sono certo che si dimetterà e tornerà a fare il suo lavoro. Se pensi che c’è un provvedimento con delle criticità ne discuti internamente, nella maggioranza, non è che presenti 80 emendamenti come se fossi all'opposizione, perché questo mette in difficoltà tutti. Intendiamoci, quello che sta facendo la Lega con il ddl anticorruzione è esattamente lo stesso giochino".

Tito Boeri continua a "picconare" il governo e soprattutto continua a puntare il dito contro la manovra. Il presidente dell'Inps non ha mai digerito le nuove misure previste in manovra sul fronte previdenziale. Boeri è stato molto duro nei giorni scorsi e adesso rincara la dose: "La Manovra non è ancora definita perchè sulle pensioni, come ho sottolineato anche nei giorni scorsi, è ancora da scrivere: ci sono soltanto dei fondi ma non c’è ancora nulla dentro la legge di bilancio. Questo non lo dico in senso negativo; è tutto ancora da fare. Più che riscrivere la manovra bisogna ancora scriverla e quindi - ha sottolineato Boeri - la si può scrivere anche bene e spero che venga fatto".

Intanto in vista della riunione dell'Euro gruppo di oggi, il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, torna ad attaccare duramente l'Italia criticando la manovra economica presentata dal governo Conte. "Che il governo italiano voglia mettere in opera un piano contro la povertà e degli investimenti in infrastrutture lo capisco perfettamente e non lo discuto - spiega in un'intervista a France info  - ma non si può fare ciò che si vuole quando si appartiene alla zona euro, perché i governi e gli Stati hanno firmato insieme dei trattati, il Patto di Stabilità, che impone delle regole comuni. Tutti le hanno rispettate - incalza - se all'improvviso qualcuno dice che queste regole non valgono, parla non solo al popolo ma anche ad altri".

Nell'intervista a France Info Moscovici assicura che l'Eurogruppo sosterrà la decisione di chiedere all'Italia una versione rivista del Documento programmatico di bilancio. "I ministri delle Finanze - annuncia - diranno che il passo della Commissione è un passo di rispetto dello Stato di diritto e di rispetto di una regola che non è stupida, perchè assicura che il debito pubblico non aumenta troppo". Secondo il commissario agli Affari economici, le sanzioni all'Italia potranno anche arrivare, ma restano "lesito peggiore" di questa trattativa. "Non sono mai stato un partigiano di una sanzione - ci tiene, poi, a precisare - sono a favore del dialogo. Sono per un dialogo ininterrotto, continuo, vigoroso con l'Italia".

Interrogato su cosa farà la Commissione europea nel caso l'Italia non presenti un nuovo Documento programmatico di bilancio, Moscovici non si è voluto sbilanciare: "Vedremo... ma la Commissione c'è per far rispettare lo Stato di diritto, la regola, il regolamento di comproprietà della zona euro, perché non bisogna pensare che ciò che accade in Italia non abbia impatto sulla Francia - continua il commissario agli Affari economici - se l'Eurozona è destabilizzata, se abbiamo problemi finanziari, sono i francesi che ne soffriranno".

Contro Salvini, a Bruxelles, hanno ormai detto di tutto. Gli hanno dato del fascista e del razzista, lo hanno paragonato ai peggiori dittatori del Novecento e adesso lo accusano di instaurare una “democrazia illiberale” in Italia. Rientra tutto nella propaganda che alcuni commissari europei, insieme ai governi di Francia e Germania, stanno cercando di portare avanti per invitare gli europei a non votare i partiti sovranisti alle prossime elezioni europee. 

Nel mirino dell’Unione europea c’è (sempre) l’Italia. In quello di certi commissari c’è, in particolar modo, Matteo Salvini. Tanto che, nel giorno in cui si riunisce l’Eurogruppo, Pierre Moscovici, oltre a criticare l impianto della manovra economica  preannunciando sanzioni economiche contro Roma, attacca il vicepremier leghista accusandolo di creare un “clima” di populismo e democrazia illiberale. Ormai da Bruxelles piovono anatemi quotidiani contro il governo gialloverde. Insulti e accuse che si fanno sempre più violente pur di provare a delegittimare quelle forze sovraniste che, stando ai sondaggi, faranno il botto alle elezioni europee del prossimo maggio.

Intervistato da La verita, Doris ha ribadito che l'Italia è un Paese sicuro e che il sistema non è in pericolo come descritto da molti. "Guardi, l' altro giorno al bar mi ha fermato un signore, peraltro favorevole a questo governo - spiega il presidente di Mediolanum -: aveva timore di acquistare i titoli di Stato italiani. Naturalmente gli ho detto: 'Vai tranquillo'. Anche la mia banca sta continuando a comprare titoli di Stato, che restano prodotti sicuri. È significativo che un elettore di questa maggioranza abbia già perso fiducia".

Sul tema spread, Doris ci va cauto. Ha timore, come lo ha Ignazio Visco, il presidente di Banca d'Italia. Ma cerca di fare da pompiere: "Per carità, lo spread ha effetti nefasti: le banche vedono il patrimonio erodersi e non sono più in grado di fare credito. Ma spesso gli economisti si concentrano solo sui numeri. A me interessano i sentimenti dei risparmiatori, che generano effetti molto più immediati della salita dello spread. Chi ha paura di solito stacca il cervello: taglia subito i consumi e gli investimenti".

L'obiettivo di Ennio Doris è quello di diffondere tranquillità: l'Italia è sotto attacco, ma il sistema è solido. E i risparmiatori non devono avere la percezione del contrario, perché è dalla loro paura che si crea il pericolo per il Paese. E, come ha spiegato il presidente di Mediolanum, è il pensiero anche di Silvio Berlusconi, che ha incontrato di recente.

Ma questo non significa che Doris sia perfettamente in linea con i dettami dell'Unione europea. "Io ho vissuto la tragedia della guerra, e quindi mi batterò sempre perché vi sia amicizia e collaborazione tra i popoli europei. Certo, l' Italia era il Paese più europeista in assoluto e ora non lo è più. Forse qualche colpa a Bruxelles ce l' hanno", spiega il banchiere. "A volte sembrano davvero semplici burocrati, senza legittimazione elettorale, con una concezione dell' economia di stampo socialista. L' Unione deve rispettare le tradizioni e la diversità delle nazioni: deve guidare ma non imporre. Ricordo che negli anni Settanta Margaret Thatcher attaccava sempre l' Europa e questo mi infastidiva. Poi la vidi a Milano, la sentii parlare contro questa élite e aprii gli occhi, me ne innamorai".

E sulla caduta del governo nel 2011, il giudizio del presidente di Banca Mediolanum è chiaro: "I guai iniziarono nell'aprile di quell'anno, quando le banche tedesche cominciarono a liberarsi dei titoli di debito italiani. Quando la svendita uscì alla luce del sole, lo spread decollò". Poi arrivò Mario Monti. E la storia la conosciamo tutti. Mentre la Germania continua a pensare a noi come "colonia", teorizzando anche una patrimoniale.

 

Pubblicità laterale

  1. Più visti
  2. Rilevanti
  3. Commenti

Per favorire una maggiore navigabilità del sito si fa uso di cookie, anche di terze parti. Scrollando, cliccando e navigando il sito si accettano tali cookie. LEGGI