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Paestum - Cooperazione tra Siti Unesco, progetto della Regione con ruolo centrale della BMTA

L’Ambasciatore Francesco Caruso, Consigliere ai Rapporti Internazionali e all’Unesco del Presidente della Regione Campania, ha annunciato questa mattina, nel corso della XX Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum, l’idea di un Progetto, da presentare alla Commissione Europea, per la valorizzazione di tutti i Siti Unesco del Mediterraneo in cooperazione tra i vari Paesi interessati. “La sede di Paestum, con la sua Borsa – ha spiegato Caruso - potrà essere incubatore o trampolino di lancio e la Regione Campania vuole essere pilota di questa strategia”. Hanno partecipato all’incontro Paolo Giulierini Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Massimo Osanna Direttore Generale del Parco Archeologico di Pompei, Francesco Sirano Direttore del Parco Archeologico di Ercolano, Gabriel Zuchtriegel Direttore del Parco Archeologico di Paestum, Vladan Vukosavljevic Ministro della Cultura e dell’Informazione della Repubblica di Serbia, Moez Eddine Sinaoui Ambasciatore della Repubblica Tunisina in Italia, che hanno mostrato interesse per l’idea.
Nell’ambito dell’incontro è stato riconosciuto il ruolo centrale del Direttore della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico Ugo Picarelli in questa operazione di contatto e di intreccio di relazioni internazionali, volte al recupero di finanziamenti utili alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio culturale dei Paesi del Mediterraneo.
L’appuntamento è al prossimo anno e alla prossima edizione della Borsa, per valutare lo stato dell’arte dell’elaborazione o della valutazione che il progetto avrà ricevuto dalla Commissione Europea.

Tablet con sensori subacquei per ammirare, nel corso della visita-immersione, come era la Villa con ingresso a Protiro al Parco Archeologico della Città Sommersa di Baia in età romana: è l’ultima frontiera della sfida per la fruibilità del patrimonio in fondo al mare presentata alla BMTA dal Direttore del Nucleo per gli Interventi di Archeologia Subacquea (NIAS) Barbara Davidde nel corso della Conferenza “Ricerca, tutela e valorizzazione del patrimonio culturale sommerso mediterraneo” organizzata in collaborazione con la Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana.
Uno strumento interattivo che valorizzerà e renderà ancora più suggestiva ed emozionale la visita nel sito, sviluppato dall’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro MiBACT grazie al progetto internazionale iMareculture finanziato con fondi europei.
La realtà aumentata sott’acqua è solo l’ultima di una lunga serie di tecniche innovative che negli ultimi anni hanno permesso non solo di tutelare, ma anche di rendere accessibili ai turisti i tesori sul fondo del Mediterraneo. “Il turismo subacqueo è diventata una realtà effettiva soprattutto nelle piccole aree – ha evidenziato Sebastiano Tusa, Archeologo e Soprintendente del Mare Regione Siciliana – l’interesse sempre più vasto, unito allo sviluppo di tecniche e metodiche, hanno fatto sì che oggi tutti possono fare immersioni e ammirare i reperti sotto il mare. In Sicilia, per assicurarci che tutto ciò avvenga in sicurezza, abbiamo stretto accordi con i diving club che ci aiutano anche nella custodia e nell’ottimizzazione della visita installando, ad esempio, i pannelli informativi accanto ai reperti”. Ben 27 i Parchi realizzati in 12 anni dalla speciale Soprintendenza che dirige, vere e proprie aree archeologiche subacquee visitabili e godibili anche grazie a palmari che si possono mettere al polso e che, con un sensore puntato sui pannelli informativi, offrono al turista sub tutte le descrizioni e informazioni utili.  
Sistemi elettroacustici, osservazione diretta con i sommergibili e immersione tradizionale il circuito integrato utilizzato dai più autorevoli specialisti a livello internazionale dell’archeologia subacquea intervenuti alla conferenza, mostrando le meraviglie ammirabili nei fondali del Mediterraneo, dalla Villa sottomarina ad Epidauro e la Britannic, la sorella del Titanic, affondata nelle vicinanze di Kea presentati dalla studiosa greca  Angeliki Simosi (Director of The Ephorate of Underwater Antiquities Hellenic Ministry of Culture and Sports), agli oltre 150 siti tra sarcofagi, pietre da macina, relitti navali, colonne e capitelli sotto le coste della Turchia mostrati da Harun Ozdas (Institute of Marine Sciences and Technology Università di Izmir “Dokuz Eylül”).
“Buone pratiche che l’Unesco riunirà in un unico registro per renderle accessibili a tutti gli studiosi” ha assicurato Arturo Rey de Silva, Associate Specialist for the Underwater Cultural Heritage Programme dell’Unesco.
“La sistematizzazione delle conoscenze, la ricognizione e standardizzazione delle buone pratiche sarà la nostra futura missione”, ha concluso Elena Calandra Direttore dell’Istituto Centrale per l’Archeologia, Direzione Generale ABAP Archeologia, Belle Arti e Paesaggio MiBACT, mentre il neo Segretario Generale del MiBACT Carla di Francesco ha ipotizzato un potenziamento del Nucleo per gli Interventi di Archeologia Subacquea  dell’ICA per sviluppare strutture, mezzi, intelligenze e formazione utili alla valorizzazione del patrimonio sommerso italiano.

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