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L'Italia sia sempre più un «Paese per vecchi» non lo dicono solo i dibattiti sull’innalzamento dell’età pensionabile. Ma anche la sconfortante discesa della curva demografica, testimoniata dagli ultimi dati Istat sul calo drammatico delle nascite. Nel 2016 in Italia sono nati 473.438 bambini, oltre 12 mila in meno rispetto al 2015. Nell’arco di 8 anni (dal 2008 al 2016) le nascite sono diminuite di oltre 100 mila unità. 

Il calo, scrive l'istituto di statistica, è attribuibile principalmente alle nascite da coppie di genitori entrambi italiani. «I nati da questa tipologia di coppia scendono a 373.075 nel 2016 (oltre 107 mila in meno in questo arco temporale) - spiegano gli esperti dell' Istat.

Aumenta il numero delle donne senza figli ma anche il numero di quelle con un solo bimbo. Il numero medio di figli per donna scende a 1,34 (1,46 nel 2010) . Le donne italiane hanno in media 1,26 figli (1,34 nel 2010), le cittadine straniere residenti 1,97 (2,43 nel 2010). La «colpa» del calo negli ultimi otto anni è per quasi tre quarti dell’età delle donne: le donne italiane in età riproduttiva sono sempre meno numerose. La restante quota dipende invece dalla diminuzione della propensione ad avere figli. Osservando le generazioni, il numero medio di figli per donna in Italia continua a decrescere senza soluzione di continuità. Si va dai 2,5 figli delle donne nate nei primissimi anni Venti (cioè subito dopo la Grande Guerra), ai 2 figli per donna delle generazioni dell’immediato secondo dopoguerra (anni 1945-49), fino a raggiungere il livello stimato di 1,44 figli per le donne della generazione del 1976.

Ciò avviene fondamentalmente per due fattori: le donne italiane in età riproduttiva sono sempre meno numerose e mostrano una propensione decrescente ad avere figli». La fase di calo della natalità avviatasi con la crisi è caratterizzata da una diminuzione soprattutto dei primi figli, passati da 922 del 2008 a 227.412 del 2016 (-20% rispetto a -16% dei figli di ordine successivo). La diminuzione delle nascite registrata dal 2008 è da attribuire interamente al calo dei nati all'interno del matrimonio: nel 2016 sono solo 331.681 (oltre 132 mila in meno in soli 8 anni). Questa importante diminuzione è in parte dovuta al contemporaneo forte calo dei matrimoni, che hanno toccato il minimo nel 2014, anno in cui sono state celebrate appena 189.765 nozze 57 mila in meno rispetto al 2008. 

Secondo l’Istat, il calo è attribuibile principalmente alle nascite da coppie di genitori entrambi italiani:al primo posto per numero di figli iscritti in anagrafe si confermano le donne rumene (19.147 nati nel 2016), seguite da marocchine (11.657) e albanesi (8.961), che coprono il 42,7% delle nascite da madri straniere residenti in Italia. La distribuzione delle cittadinanze dei genitori per tipologia di coppia rivela l’elevata propensione a formare una famiglia con figli tra concittadini (omogamia) delle comunità maghrebine, cinesi e, piu’ in generale, di tutte le comunità asiatiche e africane. All’opposto le donne ucraine, polacche, moldave, russe e cubane mostrano un’accentuata propensione ad avere figli con partner italiani piu’ che con connazionali  

Sono Francesco e Sofia i nomi preferiti dai neo genitori italiani e Adam e Sofia i nomi preferiti dai neo genitori stranieri residenti nel Bel Paese. A livello nazionale si conferma quindi il primato del nome Francesco che si è rafforzato tra il 2013 e il 2014 in seguito, verosimilmente, alla elezione di Papa Francesco. Il secondo nome più frequente è Alessandro, seguito da Leonardo, che però è il nome preferito, a livello territoriale, in ben 10 regioni, raggiungendo un primato. Sofia, Aurora e Giulia si confermano i nomi più diffusi tra le bambine, con frequenze che distanziano decisamente tutti gli altri nomi femminili. 

Intanto la crescita del Pil rimarrà sostanzialmente stabile all'1,5% nel 2018 e scenderà all'1,3% nel 2019: è quanto afferma l'Ocse nelle prospettive economiche 2018. Secondo l'organismo internazionale con sede a Parigi, i consumi privati continueranno ad essere il principale motore della ripresa, che continuerà ad avere effetti positivi su investimenti ed export."Tra i grandi Paesi del G7 l'Italia è probabilmente tra quelli che ha davanti a sé le sfide maggiori" ma anche "i più ampi margini di progressione", ha commentato il segretario generale dell'Ocse,Angel Gurria,

Per il ministro italiano dell'Economia, Pier Carlo Padoan, quelli dell'Ocse sono "dati lusinghieri sull'Italia", ma il Paese "ha enorme bisogno di investimenti, a lungo termine, che abbiano un impatto positivo sulle grandi infrastrutture". "Il paese sta mostrando segnali di ripresa non effimeri" e "la stima di crescita del 2017 dell'Ocse è migliore di quella del governo: è 1,6%", ha proseguito il ministro sottolineando che "siccome l'Ocse sa far bene il suo mestiere, mi fido delle stime che ci ha fornito oggi".

L'Ocse invita quindi i prossimi governi a non rallentare il ritmo delle riforme strutturali e il consolidamento dei conti pubblici dopo le elezioni programmate nella prima parte del 2018, perché questo "ridurrebbe la fiducia e farebbe deragliare una ripresa duratura" in Italia.

Se l'Italia vuole rafforzare la "coesione sociale" e la "crescita potenziale" deve dunque "continuare le riforme strutturali" e continuare ad impegnarsi nella riduzione di spese fiscali "senza logica sociale ed economica". Il via libera alla legge sulla Concorrenza e i progressi compiuti in parlamento sulla riforma del sistema di insolvenza "vanno nella giusta direzione", recita la scheda consacrata all'Italia dell'Economic Outlook. Inoltre, per l'Ocse, il "turnover dovuto al pensionamento di una quota importante di dipendenti pubblici nel prossimo futuro è una opportunità di ristrutturare la pubblica amministrazione".

L'Ocse rivede al rialzo la crescita italiana per il 2017 all'1,6%.  Le più recenti previsioni del governo indicano una crescita per l'anno in corso all'1,5%. Nelle precedenti stime l'Ocse prevedeva per il Pil dell'Italia una crescita dell'1,4% nel 2017 e dell'1,2% nel 2018

Le riforme contenute nella Manovra 2018 "rafforzeranno la crescita inclusiva e la riduzione del debito" in Italia. L'organismo internazionale con sede a Parigi plaude allo stop agli aumenti dell'Iva per il 2018, ma anche all'estensione dei bonus fiscali per le imprese e i "miglioramenti" nell'edilizia.

Bene anche l'introduzione da parte del governo di bonus permanenti per l'assunzione di giovani under 30, "conservando comunque le risorse per aumentare i salari dei funzionari". Inoltre, secondo l'Ocse, la prevista introduzione dell'obbligo di fatturazione elettronica tra privati "è un importante passo avanti per ridurre l'evasione fiscale. Ridurre la soglia di pagamento in contanti completerebbe questi sforzi", aggiunge l'organismo.

Per quanto riguarda le donne, "sebbene la partecipazione femminile al mercato del lavoro sia aumentata, meno della metà delle donne in età lavorativa sono occupate. Rafforzare le strutture per l'infanzia amplierà le opportunità di occupazione". L'organizzazione economica internazionale dice anche che se il nuovo reddito di inclusione adottato dalle autorità italiane "verrà ben finanziato, consentirà una riduzione della povertà, soprattutto tra i bambini".

L'Ocse insiste poi sull'importanza del collegamento tra età pensionabile e aspettativa di vita per garantire "l'equità tra generazioni" e la "sostenibilità del sistema previdenziale sul lungo periodo". All'Italia viene infine chiesto di proseguire gli sforzi per "aprire i servizi pubblici locali alla concorrenza" oltre che di attuare pienamente le misure contenute nel Jobs Act, in termini di ricerca del lavoro e formazione, collegandole alle indennità di disoccupazione, per aiutare chi è alla ricerca di un impiego.

Sul fronte delle banche, infine, l' "ampio stock" di crediti deteriorati (Npl) e l'"alto livello" di debito pubblico rappresentano altrettanti elementi di "vulnerabilità finanziaria" per l'Italia. Gli Npl "pesano sui bilanci delle banche, aumentando i rischi per i conti pubblici in caso di crisi", come anche l'alto debito che limita il margine di manovra nelle politiche fiscali. L'Ocse sottolinea tuttavia che la strategia messa in campo dall'esecutivo italiano per affrontare i problemi legati alla debolezza delle banche sta "dando i suoi frutti" e i crediti deteriorati degli istituti di credito cominciano a "diminuire".

L'uomo moderno non conosce il silenzio, anzi spesso ha paura del silenzio. Eppure l'uomo, anche chi non è cristiano, ha estremamente bisogno del silenzio. Soltanto che in questo mondo postmoderno rumoroso e confuso è difficile, non è facile trovare spazi di silenzio, talvolta neanche nella Chiesa. Che dire delle tante, troppe, celebrazioni svolte nella confusione e nel rumore all'interno dei templi di Dio? Allora bene venga uno strumento per riscoprire il silenzio, un ottimo libro: “La forza del silenzio”, dal sottotitolo significativo: “Contro la dittatura del rumore”, si tratta dell'ultimo libro del Cardinale Robert Sarah, scritto insieme a Nicolas Diat, giornalista e scrittore, con una prefazione d'eccezione del Papa emerito Benedetto XVI. Il saggio è stato pubblicato nei mesi scorsi dalla casa editrice Cantagalli.

Nel retro della copertina si scrive: “In un'epoca sempre più rumorosa, in cui tecnica e consumismo irrompono nella nostra vita, è senza dubbio una follia voler scrivere un libro dedicato al silenzio. Eppure, il mondo fa tanto di quel rumore che la ricerca di qualche goccia di silenzio diviene ancora necessaria”.

Il testo si avvale anche della collaborazione di Dom Dysmas De Lassus, Priore del “Grande Chartreuse” e Ministro generale dell'ordine dei certosini, fondato da San Bruno nel 1084.

Il libro di monsignor Sarah è un inno al silenzio, leggendolo ci permette di fare un cammino di alta spiritualità, anche se siamo seduti davanti alla nostra scrivania, ci fa vivere, qualche ora di vita silenziosa, come in un eremo dei frati certosini. “La forza del silenzio” rappresenta un ottimo alimento spirituale per chi intende disintossicarsi della vita moderna che difficilmente lascia spazio al silenzio. Nella prefazione il Papa emerito scrive:“Dobbiamo essere grati a Papa Francesco di avere posto un tale maestro dello spirito alla testa della Congregazione che è responsabile della celebrazione della Liturgia nella Chiesa[...] Pertanto, “Con il cardinale Sarah, un maestro del silenzio e della preghiera interiore, la Liturgia è in buone mani”.

Il libro del Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la disciplina dei sacramenti, è nato all'interno della Grande Certosa, nelle Alpi francesi, insieme al Priore Generale Dom Dysmas. In questo mondo pieno di spiritualità, tra il canto gregoriano certosino, dove le anime si abbandonano a Dio e per Dio, nasce il gioiello che ci ha donato il cardinale africano. E' incantevole la descrizione che fa del luogo Nicolas Diat nell'introduzione:“Alla fine dei vespri, i monaci intonano il Salve Regina solenne […] Fuori, era scesa la notte e le fioche luci del monastero finivano di fermare il tempo. Il silenzio era rotto soltanto dallo scivolare lento della neve che cadeva dai tetti. La nebbia sembrava risalire dal fondo della stretta valle e gli scuri fianchi della montagna avevano un che di straordinariamente dignitoso e triste”. Il giornalista, immerso nel “cuore di questa geografia mistica”, ricorda una frase del fondatore dei certosini, San Bruno: “Qui, per la fatica del combattimento, Dio dona ai suoi atleti la ricompensa desiderata, cioè la pace che il mondo ignora, e la gioia nello Spirito Santo”.

Il saggio è composto di soli cinque capitoli, ma tutti abbastanza corposi. Nel 1° si riflette su “Il silenzio contro il rumore del mondo”. Importante coltivare il silenzio per essere davvero con Dio.“Nessun profeta ha mai incontrato Dio senza ritirarsi nella solitudine e il silenzio”. Attenzione il cardinale, non parla “unicamente di una solitudine o di uno spostamento geografico, ma di uno stato interiore. Non è sufficiente tacere. Bisogna diventare silenzio”. Peraltro per il cardinale per trovare Dio è indispensabile il silenzio.“E' necessario uscire dal tumulto interiore per trovare Dio. Nonostante l'agitazione, il commercio, il facile piacere, Dio rimane silenziosamente presente”.

Tuttavia questo silenzio si può trovare dentro noi stessi, nel nostro cuore. Monsignor Sarah, fa un'affermazione di grande spessore:“Non ho timore di affermare che i falsi sacerdoti della modernità, che dichiarano una specie di guerra al silenzio, hanno perduto la battaglia. Poiché possiamo restare silenziosi  in mezzo alla più grande confusione, all'agitazione più abietta, in mezzo al chiasso e allo stridore di queste macchine infernali che spingono al funzionalismo e all'attivismo e che ci allontanano da ogni dimensione trascendente e da ogni forma di vita interiore”.

Ma come possiamo definire il silenzio? Un'assenza della parola, del rumore, del suono?

Per il cardinale, “il silenzio non è un'assenza. Al contrario, è la manifestazione di una presenza, più intensa di qualsiasi altra presenza”. E poi secondo Sarah, “Le vere domande della vita si pongono nel silenzio”. A questo proposito sono significative le parole pronunciate da Benedetto XVI, per l'ottavo centenario della nascita di Papa Celestino V:“viviamo in una società in cui ogni spazio, ogni momento sembra debba essere 'riempito' da iniziative, da attività, da suoni; spesso non c'è il tempo neppure per ascoltare e per dialogare. Cari fratelli e sorelle! Non abbiamo paura di fare silenzio fuori e dentro di noi, se vogliamo essere capaci non solo di percepire la voce di dio, ma anche la voce di chi ci sta accanto, la voce degli altri”.

Per comprendere la preziosità del silenzio il cardinale Sarah ci invita a riflettere sull'episodio evangelico della visita di Gesù a Marta e Maria. C'è un apparente contrasto tra le due donne, una troppo attiva e l'altra passiva. Così avviene nella nostra vita religiosa.“In realtà – afferma monsignor Sarah – Gesù sembra indicare i contorni di una pedagogia spirituale: noi dobbiamo sempre vigilare per essere Maria prima di diventare Marta. Altrimenti, rischiamo di impantanarci in un attivismo e un'agitazione le cui conseguenze sgradevoli affiorano chiaramente nel brano evangelico: il panico, la paura di dover lavorare da soli, l'atteggiamento dissipato, l'irritazione di Marta nei confronti di sua sorella, la sensazione che Dio ci lasci soli senza intervenire in modo efficace”.

Pertanto è fondamentale che ogni attività deve essere preceduta da un'intensa vita di preghiera, di contemplazione, di ricerca e di ascolto della volontà di Dio. E nella lettera apostolica Novo Millennio Ineunte, Giovanni Paolo II ci ricorda che “il nostro tempo di continuo movimento che giunge spesso fino all'agitazione, col facile rischio del fare per fare. Dobbiamo resistere a questa tentazione, cercando di essere prima che di fare”.

L'uomo non può incontrare Dio in verità che nel silenzio e nella solitudine, interiore ed esteriore. Più potere possediamo “e più dobbiamo progredire nell'umiltà e coltivare con cura la dimensione sacra della nostra vita interiore cercando di vedere il volto di Dio nella preghiera, nell'orazione, nella contemplazione e nell'ascesi”. E a questo proposito il cardinale ammonisce i propri confratelli che talvolta presi dal proprio potere, dai bisogni materiali, dal desiderio di prestigio, di promozioni, rischiano di nuocere a se stessi e al gregge a loro affidato.”Corriamo tutti di essere monopolizzati dagli affari e dalle preoccupazioni del mondo se trascuriamo la vita interiore, la preghiera, l'orazione, lo stare ogni giorno faccia a faccia con Dio, l'ascesi necessaria a ogni contemplativo e a ogni persona che vuole vedere l'Eterno e vivere con Lui”.

Nella vita quotidiana, sia profana che religiosa, il silenzio esteriore è necessario. Thomas Merton, scrive che “il silenzio è necessario per denunciare e riparare la distruzione e i danni provocati dal 'peccato' del rumore”. Nel mondo moderno regna la litigiosità, le offese, le critiche o semplicemente le chiacchiere. Talvolta a questo mondo di confusione e di depravazione, si associano anche i cattolici, “che penetrano nella Babele delle voci, in certa misura si costringono all'esilio dalla città di Dio. La Messa diventa un baccano confuso; la preghiera, un rumore esteriore o interiore – la ripetizione frettolosa e meccanica del rosario”.

Merton ci consiglia di non rassegnarsi a vivere in questa società“sovraccarica di attività e affogata nel rumore delle macchine, della pubblicità, della radio e della televisione che chiacchierano senza sosta”. Cosa possono fare i cristiani? “Coloro che amano Dio devono cercare di preservare o di creare l'atmosfera in cui potranno trovarlo.I cristiani dovrebbero avere delle famiglie calme, perchè il loro corpo così come la loro casa è un tempio di Dio”. Inoltre secondo Merton, occorre, “abituare i nostri bambini a non urlare troppo. I bambini sono per natura silenziosi, se li si lascia in pace, poiché se li si stuzzica fin dalla culla diventeranno cittadini di uno stato in cui tutti urlano”. Ed io che insegno alla primaria ne so qualcosa.

“Il silenzio della vita quotidiana è una condizione indispensabile per vivere con gli altri. Senza la capacità del silenzio, l'uomo non è capace di ascoltare coloro che stanno vicino, non è capace di amarli e di comprenderli”.

Il cardinale Sarah è convinto che viviamo in una dittatura del rumore. “Quante persone sono obbligate a lavorare in una agitazione che li angoscia e le disumanizza? Le città sono diventate fornaci ardenti in cui neanche la notte è risparmiata dalle aggressioni sonore. Senza rumore, l'uomo postmoderno cade in un'inquietudine sorda e lancinante. E' abituato a un rumore di fondo permanente, che lo rende malato e lo rassicura”. Il rumore ormai per l'uomo d'oggi è diventato come una droga. “Assomigliando ad una festa, il rumore è un vortice che impedisce di guardarsi dentro”. Pertanto, “l'agitazione diventa un tranquillante, un sedativo, una siringa di morfina, una specie di sogno, di onirismo senza consistenza”. Ma attenzione per il cardinale, “questo rumore è una medicina pericolosa ed illusoria, una menzogna diabolica che permette all'uomo di scappare senza confrontarsi con il proprio vuoto interiore. Il risveglio non può che essere brutale”.

A volte abbiamo la sensazione che “il silenzio sia diventato un'oasi irraggiungibile”. “Che diventerà il nostro mondo se rinuncia a cercare spazi di silenzio?”Ecco perchè oggi dobbiamo entrare in una forma di resistenza su tutti i fronti della nostra società. Anche nella musica occorre fare pulizia, bisogna scegliere,“la grande musica”, non quella “volgare”. Perchè senza “buon gusto si suona nel brusio, in mezzo alle urla e al baccano, un'agitazione diabolica ed estenuante”. Questo tipo di musica, che vediamo e ascoltiamo spesso nei vari happening giovanili,“rende l'uomo sordo, lo rende ebbro di vuoto, di confusione e di disperazione”. Naturalmente qui non si possono trovare la purezza, l'eleganza, l'elevazione dello spirito e dell'anima, quando ascoltiamo in silenzio Mozart, Beethoven o un canto gregoriano.

E anche qui, il cardinale usando parole forti, può dire:“Con un'arroganza funesta, la modernità esalta l'uomo ubriaco d'immagini e di slogan rumorosi e uccide l'uomo interiore”.

E in merito al parlare a sproposito, il cardinale si rifà a San Giacomo che paragona la lingua al timone di una nave. “E' un piccolo pezzo di legno che permette, però, di dirigere tutta l'imbarcazione. L'uomo che tiene a freno la sua lingua controlla la sua vita, come il marinaio controlla la nave. Al contrario, l'uomo che parla troppo è una barca impazzita”. Infatti secondo Sarah,il chiacchierone è lontano da Dio e da qualsiasi attività. Tutta la sua vita scorre sulle sue labbra e scorre via in fiotti di parole che trascinano con sé i frutti sempre più poveri del suo pensiero e della sua anima”.

Il cardinale continua nella sua esposizione coraggiosa e soprattutto controcorrente: “Oggi sono la parola facile e l'immagine volgare a dominare molte esistenze. Ho la sensazione che l'uomo moderno non sappia più fermare la fiumana ininterrotta di parole retoriche, falsamente morali, e il bisogno bulimico di icone adulterate. Il silenzio delle labbra  sembra impossibile agli uomini dell'Occidente […] Gli schermi luminosi hanno bisogno di un nutrimento pantagruelico per distrarre l'umanità e distruggere le coscienze. Il fatto di tacere sembra indice di debolezza, d'ignoranza o di mancanza di volontà. Nel regime moderno, l'uomo silenzioso diviene colui che non è capace di difendersi. E' un sub-uomo. A contrario, l'uomo che si proclama forte è un essere fatto di parole. Schiaccia e affoga l'altro con i suoi fiumi di parole”.

Monsignor Sarah non risparmia forti critiche ai sacerdoti, infedeli alle promesse della loro ordinazione. Che non smettono mai di parlare per far conoscere e imporre la loro visione personale che ripetono spesso le stesse banalità. Sacerdoti che “continuano a parlare e ai media piace ascoltarli per diffondere le loro stupidaggini se si dichiarano a favore delle nuove ideologie post-umane, nel campo della sessualità, della famiglia e del matrimonio”.

E citando Jean Guitton, ripete che in questo momento c'è un grande turbamento nel mondo e nella Chiesa, “all'interno del cattolicesimo sembra talvolta predominare un pensiero di tipo non-cattolico, e può avvenire che questo pensiero non cattolico all'interno del cattolicesimo diventi domani il più forte”.

Grandissimo successo di pubblico per la conferenza "Biotestamento: eutanasia mascherata?" organizzata a Lucca sabato 25 novembre dal Comitato Difendiamo i nostri figli di Lucca Viareggio in collaborazione con Generazione famiglia e Centro Studi Roasario Livatino nella prestigiosa Cappella Guinigi di IMT Scuola Alti Studi di Lucca. Dedicata al piccolo Charlie Gard bimbo inglese la cui vicenda umana ha mosso le coscienze di milioni di persone e che rappresenta per molti il primo caso di eutanasia di stato la conferenza ha visto la partecipazione di moltissime persone: medici, giuristi ma anche tanta gente comune desiderosa di approfondire un tema, quello del biotestamento, di grande attualità ma anche particolarmente complesso in ragione delle ricadute giuridiche, etiche e morali. Il convegno aperto dalla dott.ssa Elisabetta Samek Lodovici referente locale del Comitato Difendiamo i nostri Figli ha visto gli interventi di Marco Martinelli Consigliere del Comune di Lucca, del prof. Massimo Gandolfini neurochirurgo e psichiatra - Presidente del Comitato Difendiamo i Nostri Figli e del dott. Domenico Airoma magistrato e vice Presidente del Centro Studi Rosario Livatino. Nel suo intervento Martinelli ha lanciato una accusa esplicita al PD: 

“Renzi utilizza la Legge sul fine vita come collante per cercare di mettere insieme pezzi di sinistra per fini elettorali. E’ 

inaccettabile che il segretario del Pd proponga forzature parlamentari per approvare una Legge che apre all'eutanasia. Il testo uscito dalla Camera dei Deputati, prevedendo la possibilità di sospendere idratazione e alimentazione, che sono sostegni vitali, apre al diritto a morire. Sospendendo acqua e cibo, comunque fornite, non si muore della patologia di cui si soffre: si muore per disidratazione e denutrizione e chiunque, anche una persona sana se sospende acqua e cibo, muore di disidratazione e di denutrizione. E’ necessario unire le forze di tutti per contrastare una Legge dal contenuto mortifero”. 

Airoma definisce il Biotestamento o DAT (acronimo di Disposizioni Anticipate di Trattamento) disciplinato nel Disegno di Legge ora all’esame del Senato un terribile inganno. “Con le DAT la vita diventa un bene disponibile: si introduce il diritto al suicidio e, con l’inganno di una scelta libera, si uccide la stessa dignità dell’uomo. 

Il medico, privato dell’obiezione di coscienza, dovrà comportarsi da esecutore testamentario se non vuole incorrere in responsabilità civili e penali; diventa a rischio la vita di minori malformati e disabili, oggetto dello ius vitae ac necis di genitori e tutori. Le vite imperfette, cioè dei più deboli, saranno sacrificate sull’altare di una società sempre più individualista e per nulla solidale, come già sta avvenendo in Belgio ed Olanda”. Per Gandolfini è incomprensibile come il Disegno di Legge sul Biotestamento sia una priorità per questo governo. “Di emergenze ce ne sono tantissime ma sicuramente approvare il Biotestamento non è tra quelle. Come medico, precisa Gandolfini, vivo invece l’emergenza dell’abbandono terapeutico. Priorità della politica dovrebbe essere quella di investire sulle cure per il malato e su quelle palliative che alleviano la sofferenza del paziente anche in fase terminale. 

Gandolfini aggiunge ancora “Uno stato vero dovrebbe preoccuparsi di aiutare il malato e i famigliari che lo assistono e diffondere una cultura dell’accudimento. Uno Stato che dice di preoccuparsi della salute dei suoi cittadini dovrebbe avere come riferimento Santa madre Teresa di Calcutta che di fronte alla malattia, anche quella inguaribile, ha risposto con l’amore per il malato e non con la sua eliminazione".

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