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Giovedì, 02 Maggio 2024

Ogni mattina faccio un giro per i soliti siti internet di riferimento e dopo aver letto quello che mi interessa, lo condivido su facebook. A volte mi fermo a questa azione di studio, anche perchè ho sempre qualche libro che mi aspetta per essere letto. Capita però che i servizi letti mi stimolano a “confezionare” qualche intervento da pubblicare poi sui blog dove collaboro.

Oggi mi interesso delle manifestazioni di serie A e di serie B (visto che deve riprendere il campionato di calcio) del 2 giugno, di quelle americane per il caso Floyd e di qualche dichiarazione “sinistra” dei politici italiani. Ci tengo a precisare che scrivo senza tirare la carretta elettorale a nessuno, non ho mai avuto tessere di partito o altro genere.

Partiamo da quest'ultima:"Con la destra al potere non sarebbero bastati i cimiteri". Lo ha detto Pier Luigi Bersani, ospite in tv dalla Berlinguer, credo che si riferisse ai decessi per virus nelle regioni governate dai cosiddetti “fascioleghisti” (li chiama così il governatore Rossi). Naturalmente Alessandro Sallusti non si lascia sfuggire l'occasione di firmare un editoriale sul Giornale dal titolo «Odio rosso. Altro che unità nazionale. Bersani delira in tv» (5.6.2020).

Eppure Bersani sembrava un politico equilibrato, senza fughe estreme in avanti, forse la sua lunga assenza dalla stanza dei bottoni, gli ha fatto perdere la testa. Alla faccia della concordia invocata da Mattarella, «comunisti si nasce e comunisti si resta [...]Non so se in vino veritas, ma Bersani ha gettato la maschera del moderato di buon senso che ama indossare nelle sue apparizioni televisive e lo ha detto con chiarezza: per lui chi non è di sinistra è un assassino, quantomeno un incapace. Si può trattare, collaborare o mediare con gente così?».

Giustamente Sallusti, ricorda a Bersani, che la storia del comunismo è piena di cimiteri, con cataste di vittime che superano di gran lunga quelle degli altri boia, assassini di tutte le ideologie del '900.

Infine Sallusti risponde al rappresentante di Leu sulla questione gestione pandemia dei governatori del Nord. «Insultare i governatori di centrodestra del Nord che hanno combattuto (e vinto, nonostante l'assenza dello Stato) un'eroica guerra, mettere in dubbio che fuori dalla sinistra non ci sia una classe dirigente capace, sono sintomi di becera faziosità. Con gente così è impossibile qualsiasi dialogo, se ne stiano con i grillini che è proprio vero il detto: Dio li fa e poi li accoppia».

Interviene sulle parole di Bersani laNBQ.it «Fa rabbrividire il silenzio di certa stampa, che ben altra reazione avrebbe avuto se a parti invertite fosse stato un leader del centrodestra a pronunciare quelle parole sui cimiteri.[...] Nessun organo di informazione ha biasimato il linguaggio inopportuno utilizzato dall’esponente di Leu, nessun editorialista ha censurato le sue parole, tanto più in un momento come questo in cui si invoca da più parti una riappacificazione nazionale». (R. Razzanti, Bersani, l'odio ideologico della sinistra, 6.6.2020 LaNuovaBQ.it)

Passiamo alle passerelle in piazza, si è tanto discusso sugli assembramenti, sulle mascherine, sui toni troppo alti degli esponenti dell'opposizione.

Marcello Veneziani su La Verità, punta l'attenzione su Mattarella, che prima della sua doppia passerella del 2 giugno, aveva invocato l'unità del Paese, a stare uniti, a sentirci una comunità con un destino unico. L'opposizione la smetta di sbraitare.

Attenzione Mattarella non viene da Marte, ha avuto un percorso politico abbastanza tortuoso, fra l’altro condiviso da molti suoi confratelli, è passato «dalla Democrazia cristiana al Partito popolare italiano, dal Partito popolare italiano alla Margherita, dalla Margherita al Partito democratico, lasciandosi sempre alle spalle un qualcosa destinato a sparire nell’assestamento faticoso della cosiddetta “Seconda Repubblica”. Al termine di questo itinerario, a usuale coronamento di un prolungato soggiorno parlamentare, era stato nominato dal Parlamento giudice costituzionale in quota Partito democratico, per, poi, essere eletto presidente della Repubblica su designazione di Matteo Renzi, allora segretario del Partito democratico». (Franco Carinci, “Il presidente Mattarella invoca “unità morale”: ma ha agito per crearne i presupposti, o per marginalizzare il centrodestra?”, 4.6.2020,sAtlanticoquotidiano)

Quella di Mattarella è stata una mascherata per Veneziani, solo per delegittimare la manifestazione del centro-destra.

Fa notare Veneziani che una volta chi sosteneva queste idee forti «veniva guardato con sospetto di fascioreazionario e nazionalpopulista: oggi vengono usate, anzi sbandierate, per salvare il governo Conte, il regime sanitario in vigore e gli assetti di potere vigenti». (M. Veneziani, Il patriottismo dei mascalzoni, 4.6.2020, La Verità).

Sono sempre gli stessi che ci dicono, in questo momento non bisogna guardare al colore politico di chi governa vista l'emergenza sanitaria e ora economica. Lo sostiene “la cupola mediatica”, che va da Mattarella al governo, dai media di stato, ai giornaloni, dai poteri giudiziari a quelli sanitari. Invitano tutti, anche l'opposizione, a stare dalla parte del governo, di stringersi a Conte nel nome dell’Italia e accettare ogni errore, sopruso, demenza, malgoverno, incapacità, sciampismo di governo, per carità di patria. La stessa carità naturalmente non valeva ai tempi dei governi di centro-destra, o ai tempi più recenti di Salvini al Viminale.

Nello stesso tempo però sempre gli stessi fanno il tifo per gli Antifa, il movimento attivista politico militante, di sinistra, antifascista americano. Per quelli che stanno mettendo a ferro e fuoco gli Stati Uniti, con le violenze e i saccheggi dopo l'uccisione di Floyd da parte della polizia. «Perché il principio di unirsi davanti alle calamità vale in Italia e non vale negli Usa? Perché qui c’è va difeso comunque il governo grillocomunista, là va cacciato comunque il presidente in carica. Un popolo viene schiacciato da un regime totalitario a Hong Kong, ma attori, cantanti e pagliacci vari, inclusi i nostrani, insorgono contro la “dittatura” di Trump che chiede di ripristinare l’ordine democratico e la sicurezza delle città.».

Veneziani conclude: «No, farabutti, usate il patriottismo nelle vostre mascherate di carnevale, non usate l’amor patrio come una museruola e un guinzaglio per gli altri. No, mascalzoni, tenetevi il comunitarismo identitario nelle vostre latrine, dove l’avevate chiuso fino a ieri. Perché chi ama l’Italia davvero sa che voi con l’amor patrio e l’appartenenza nazionale non c’entrate nulla».

 

Gli Italiani si scatenano contro le decisioni del Governo Ellenico di aprire le frontiere il primo luglio, anche con pesanti offese, ma non sanno che chi scrive le regole e un Italiano : il bollettino dell’Agenzia europea per la sicurezza aerea (Easa) che la Grecia ha utilizzato per introdurre misure di prevenzione nei confronti degli italiani è un documento di quattro pagine e un elenco delle aree «con un alto rischio di trasmissione del Covid-19».

Nell’ultimo aggiornamento, il 14esimo, le zone italiane «attenzionate» — e i relativi aeroporti — sono quattro: Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Un tempo, e parliamo di fine marzo, c’erano anche la Toscana e le Marche. «Ma questa non è una black list, non prevede l’interdizione dei collegamenti da e per il Nord Italia», chiarisce al Corriere Alessio Quaranta, direttore generale del nostro Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac) e membro del board direttivo dell’Easa. «Quella lista nasce per raccogliere le informazioni provenienti dagli Stati e per indicare quelle che in un dato momento sono le zone più a rischio: tutto questo viene poi comunicato alle compagnie e agli aeroporti perché possano fare le loro valutazioni».

Dal 15 al 30 giugno parte una nuova fase. I voli internazionali sono ammessi solo verso Atene e Salonicco. All’arrivo in aeroporto i viaggiatori provenienti dalle zone a rischio, che per l’Italia significa Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Veneto, verranno sottoposti tutti al test. «È richiesto il soggiorno di una notte in un albergo designato. Se il test è negativo, il passeggero si mette in auto- quarantena per 7 giorni. Se il test è positivo, il passeggero viene messo in quarantena sotto controllo per 14 giorni» si legge nella nota dell’ambasciata. Per tutti gli altri turisti — per esempio quelli provenienti da Roma — il tampone sarà fatto soltanto su un campione. Va notato come la Grecia non abbia determinato autonomamente le Regioni «a rischio», ma si sia basata, per farlo, sul documento «Lista degli aeroporti siti in aree con alto rischio di trasmissione di Covid» dell’Easa, l’agenzia europea per la sicurezza aerea: un documento giunto alla 14esima versione e costantemente aggiornato. Va anche notato come questa fase sia destinata a terminare dopo due settimane, dal 15 al 30 giugno.

Dal 1 luglio in poi, infatti, i voli internazionali saranno ammessi in tutti gli aeroporti di Grecia, e i visitatori non dovranno effettuare quarantene. Saranno però soggetti a test casuali all’arrivo. Non è ancora chiaro se ci saranno restrizioni su viaggiatori partiti da determinati Paesi o Regioni: «Ulteriori restrizioni relative ad alcuni paesi saranno annunciate in un secondo momento», si legge.

Dal 15 giugno saranno consentiti gli arrivi alle frontiere terrestri (dall’Albania, dalla Macedonia del Nord e dalla Bulgaria), con test a campione all’arrivo, e gli arrivi via mare saranno consentiti dal 1 ° luglio, sempre con test casuali all’arrivo. «La Grecia», spiega l’ambasciata, «in qualsiasi momento si riserva il diritto di modificare qualunque previsione sopra citata alla luce delle mutate circostanze».

Intervistato ai microfoni del Corriere della Sera, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è tornato sui temi legati alla Fase 2 e alle polemiche sull'apertura delle frontiere tra i Paesi europei in seguito all'allentamento delle misure di contenimento per il Covid-19.  
L’ex leader del M5S, oggi alla Farnesina, si appella poi a Bruxelles: «Adesso sul tema della riapertura dei confini serve una risposta europea, perché se si agisce in maniera diversa e scomposta viene meno lo spirito Ue. E crolla l’Europa. Come ministero degli Affari esteri stiamo lavorando senza sosta». Di Maio annuncia poi una lunga serie di incontri: mercoledì 3 giugno arriverà a Roma il ministro degli Esteri francese Le Drian per il suo primo viaggio dopo il lockdown. Venerdì 5 giugno Di Maio volerà invece in Germania, per poi andare in Slovenia il giorno successivo. Mentre martedì 9 giugno il titolare della Farnesina sarà protagonista della tappa appunto più delicata: la Grecia.

Davanti a queste rilevanti limitazioni è scattata la reazione di Luigi Di Maio: «In questi giorni ne ho sentite davvero tante sull’Italia — dice il ministro degli Esteri —. Non mi sembra il momento di fare polemiche, ma una cosa voglio dirla chiaramente: esigiamo rispetto. Bisogna misurare sempre le parole e le azioni. Se qualcuno pensa di trattarci come un lazzaretto allora sappia che non resteremo immobili. La pazienza ha un limite».

Conclude Di Maio «spiegherò ai miei colleghi che l’Italia dal 15 giugno è pronta a ricevere turisti stranieri e che agiremo con la massima trasparenza. La situazione interna, tutti i dati sui contagi, saranno sempre pubblici». E poi: «Spiegherò loro che non accettiamo black list e che noi non abbiamo nulla da nascondere, anzi.Davanti ai personalismi la porta la chiuderemo anche noi. Ma c’è un dialogo costruttivo da parte di molti Stati".  

in particolare, ha fatto molto discutere la volontà espressa dalla Grecia di imporre limitazioni d'ingresso agli italiani in arrivo nel Paese ellenico, con Atene che nei giorni scorsi ha diramato un'ordinanza che di fatto crea una black list di quattro regioni (Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna).

Chi giungerà da queste regioni, infatti, dovrà sottoporsi al tampone per il Covid-19 e pernottare una notte in un hotel designato. Se negativo resterà sette giorni in quarantena, altrimenti il periodo di isolamento previsto sarà esteso a due settimane.

Una scelta che ha mandato su tutte le furie il governatore del Veneto, Luca Zaia, il quale ha affermato che con una simile decisione la Grecia è destinata a privarsi dei flussi turistici in provenienza dalla sua Regione.

Intanto per la Commissione Europea è fondamentale il principio di non discriminazione: se uno Stato membro decide di permettere di viaggiare all’interno del proprio territorio o in specifiche regioni del proprio territorio, deve farlo in modo non discriminatorio consentendo l’accesso a chi proviene da tutte le aree, regioni o Paesi che nella Ue hanno una situazione epidemiologica simile e in cui «vi sono capacità sufficienti in termini di ospedali, test, sorveglianza e monitoraggio di contatti». Questo per evitare accordi bilaterali che possono svantaggiare alcuni Stati membri.

Intanto secondo l Agenzia Ansa nessuna vittima in 9 regioni nelle ultime 24 ore per il coronavirus in Italia, secondo i dati della Protezione civile. Sono Marche, Valle d'Aosta, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Molise, Basilicata, Calabria e Sardegna. La Lombardia ne fa registrare 33 su 75, il 44% del totale, unica regione a far registrare oggi un numero di deceduti in doppia cifra. Le altre sono tutte al di sotto delle 10 vittime. I malati coronavirus - gli attualmente positivi nei dati... della Protezione civile - calano in tutte le regioni, tranne in Umbria dove il numero resta invariato rispetto a ieri.

Nel dettaglio: i contagiati totali da coronavirus sono ora 233.019, 355 più di ieri, quando se ne erano registrati 416 in più, quindi in calo nelle 24 ore. Il dato comprende attualmente positivi, vittime e guariti. In Lombardia sono 210 in più (ieri 221), pari al 59,1% dell'aumento odierno in Italia. I dati sono stati resi noti dalla Protezione civile. Ci sono 5 regioni che comunicano zero nuovi contagiati: Umbria, Sardegna, Molise, Calabria e Basilicata. Sono 75 le vittime del coronavirus nelle ultime 24 ore in Italia, in calo rispetto alle 111 di ieri. In Lombardia nell'ultima giornata se ne sono registrate 33, mentre ieri erano state 67. I morti a livello nazionale salgono così a 33.415. Sono saliti a 157.507 i guariti e i dimessi per il coronavirus in Italia, con un incremento rispetto a ieri di 1.874. Sabato l'aumento era stato di 2.789. Sono 42.075 i malati di coronavirus in Italia, 1.616 meno di ieri, quando il calo era stato di 2.980. Sono 435 i pazienti ricoverati in terapia intensiva in Italia, 15 meno di ieri. Di questi, 170 sono in Lombardia, 2 meno di ieri. I malati ricoverati con sintomi sono invece 6.387, con un calo di 293 rispetto a ieri, mentre quelli in isolamento domiciliare sono 35.253, con un calo di 1.308 rispetto a ieri.

 

 

 

L’emergenza Covid-19 ha spinto il Consiglio Regionale della Toscana a discutere e approvare lo scorso 16 maggio, una proposta di risoluzione che impegni la Giunta a implementare il ricorso all’aborto farmacologico. Ne abbiamo parlato con l’avv. Aldo Ciappi responsabile per Pisa e provincia dell’associazione Family Day-D.N.F., associazione che ha inviato ai media nazionali e locali una nota per stigmatizzare l’episodio.

«La pillola abortiva RU486 ‒ ricorda l’avv. Ciappi ‒ ha provocato la morte di molte donne e gli effetti indesiderati sono in continua crescita. I firmatari della proposta vorrebbero anche estenderne l’uso fino alla nona settimana di gravidanza mentre adesso è limitata entro la settima».

La proposta non si limita a questo, ma va anche oltre.

«Sì, si vorrebbero introdurre illegittime limitazioni al diritto costituzionalmente garantito all’ obiezione di coscienza del personale sanitario, fino a prevedere l’assunzione di medici non obiettori ad hoc che si obblighino a rimanere tali, pena la perdita del lavoro e si vorrebbe anche condizionare le strutture private con la minaccia di mancati accreditamenti in caso di mancato rispetto delle regole regionali».

La pillola abortiva non ha solo effetti sulla salute delle donne, ma contribuisce a banalizzare un tema drammatico come quello dell’aborto.

«Certamente e oltre questo si lasciano sempre più sole le donne di fronte ad una scelta dolorosa come quella di rinunciare al proprio figlio, oltre a vanificare i primi articoli della stessa legge che prevedono tutele per la maternità e sostegni, anche economici, alla donna per rimuovere la cause che la inducono ad abortire. Ridurre l’atto di soppressione della vita che si porta in grembo ad un “servizio a domicilio” da vivere in solitudine, è inaccettabile e disumano in sé, ma è anche pericoloso per la salute sia fisica che psichica della donna; al contrario, in questo momento di emergenza sarebbe necessario mettere in campo tutte le energie positive al fine di rimuovere ogni ostacolo per salvare la vita nascente».

Questa risoluzione che vuole aumentare il ricorso all’aborto-fai-da-te tende ad allontanare definitivamente le ragazze che vivono una gravidanza difficile da chi potrebbe offrire loro assistenza e, in particolare, dai Centri di Aiuto alla Vita, il cui intervento ha contribuito a salvare decine di migliaia di vite, nei quali potrebbero, se accettato, ricevere quel sostegno concreto per poter scegliere a favore della vita. Cosa dice a chi afferma che si tratta solo di una proposta?

«Risponderei – conclude l’avv. Aldo Ciappi - con una frase di Chesterton: “La cosa più saggia del mondo è gridare prima del danno. [...] Dire, con vago ottimismo, che il pericolo è solo nell'aria, non è una risposta. Un colpo d'accetta si può parare soltanto mentre l'accetta è ancora in aria”».

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