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Scontro politico sulle riaperture, blocchi in autostrada e tafferugli davanti Montecitorio

A Roma sette manifestanti fermati e almeno due poliziotti feriti. A Milano una delegazione degli ambulanti è arrivata davanti alla prefettura. L'A1 Roma-Napoli nei pressi dello svincolo Caserta Sud è stata bloccata da centinaia di operatori di fiere e mercati. Nel capoluogo partenopeo manifestazione simbolica con numerosi negozi che hanno aperto esponendo slip in vetrina

Un funzionario della Digos e due poliziotti sono rimasti feriti, uno è stato portato via in ambulanza. Alcune delle persone che stavano protestando sono state fermate. Una donna ha accusato un malore ed è stata soccorsa. Nel tardo pomeriggio una delegazione di manifestanti è stata ricevuta alla Camera dal deputato del Pd, Emanuele Fiano.

Sugli scontri davanti a Montecitorio è intervenuta la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, con un comunicato nel quale esprima la sua solidarietà e vicinanza al funzionario e agli agenti rimasti feriti durante la manifestazione. Nello stesso comunicato la ministra sottolinea: «In questo momento le proteste sono alimentate dalla situazione estremamente delicata per il Paese ma è inammissibile qualsiasi comportamento violento nei confronti di chi è impegnato a difendere la legalità e la sicurezza».

Nulla di paragonabile alle manifestazioni scoppiate nel marzo scorso oppure nel pieno della seconda ondata ma le proteste di ristoratori e ambulanti, avvenute in diverse zone d'Italia e culminate con i blocchi in autostrada e i tafferugli davanti Montecitorio, alzano l’allarme nel governo.

Per il Viminale è un segnale da non sottovalutare. Lo scontro che ha portato a due passi dalla sede del Parlamento a sette fermi e al ferimento di due poliziotti spinge le forze politiche a chiedere di evitare che si alzi la tensione e che ci siano delle strumentalizzazioni da parte di estremisti, considerato che in piazza c’erano pure rappresentanti politici come Sgarbi e Paragone ed esponenti di Casapound.

Domani ci sarà una manifestazione nazionale di Confesercenti (“poche risorse, serve un 'decreto imprese'”, la richiesta) con presidi in tutte le regioni. Le legittime esigenze delle categorie tartassate non devono coniugarsi ad una violenza che – dice il titolare del Viminale - “è inammissibile”.

Proseguono da Nord a Sud le proteste di ristoratori, commercianti e ambulanti dopo i tafferugli ieri a Roma davanti al Parlamento. A Torino dietro lo striscione "Siamo tutti necessari" protestano a Santa Rita gli ambulanti di generi non alimentari mentre a Pistoia è stato allestito in piazza Duomo un finto mercato ma senza merce esposta.

Quindici croci di legno in piazza a testimoniare il calvario di altrettante categorie commerciali. La rappresentazione è andata in scena a Napoli, ma non c'entrano i riti pasquali. A protestare sono gli aderenti alla Confesercenti di quindici categorie merceologiche (benzinai, ambulanti, orafi e gioiellieri, moda, esercenti pubblici, imprese balneari, guide turistiche e interpreti, case vacanza e ostelli, parrucchieri ed estetiste, federazione turismo, sindacato delle discoteche tra le altre) riunitisi in centinaia in piazza del Plebiscito, sede della Prefettura, per chiedere la riapertura immediata dei loro esercizi. Tra i più arrabbiati gli ambulanti: "Non capiamo la differenza tra chi vende alimenti e chi no - spiega uno di loro mentre gli altri scandiscono lo slogan "lIbertà, libertà" - . Apriamo tutti da domani, senza distinzioni, non ce la facciamo più. Oppure presentiamoci in massa alla Mostra d'Oltremare per fare i vaccini. E se non ci sono non è certo colpa nostra".

"Il futuro non (si) chiude": è la frase riportata su uno dei manifesti esposti dai titolari delle imprese del terziario aderenti a Confcommercio di Taranto, che questa mattina hanno tenuto un sit-in in sulla Rotonda del Lungomare per protestare contro il protrarsi delle chiusure disposte dai decreti governativi per l'emergenza epidemiologica. I manifestanti hanno testimoniato l'urgenza, condivisa da tutte le categorie associate, di consentire - è stato spiegato - la ripartenza delle attività nel rispetto delle regole e dei protocolli di sicurezza e di prevedere indennizzi e sostegni adeguati alle perdite. Al centro della Rotonda del Lungomare sono stati posizionate buste nere della spazzatura con la scritta "un sacco di debiti" perchè, ha detto uno dei commercianti intervenuti, "in questo anno il governo ci ha dato solo tanta immondizia piuttosto che ristori, assistenza e certezza sulle vaccinazioni. Noi continuiamo ad andare avanti con una protesta civile, tutti con la mascherina, rispettando le distanze di sicurezza. C'è una esasperazione dilagante - ha aggiunto - che speriamo non sfoci in manifestazioni ben più dure. Ce lo auguriamo perchè vorrà dire che il governo sarà intervenuto finalmente con provvedimenti seri per il commercio e per tutte le categorie che sono state dimenticate da Dio". Per questo pomeriggio, dalle 17, è stata annunciata una nuova iniziativa. I commercianti appenderanno simbolicamente un gilet giallo davanti ai propri negozi e faranno sentire, hanno precisato, il loro "grido di dolore".

Protesta degli ambulanti anche in piazza Duomo a Pistoia, dove hanno allestito un finto mercato con i loro furgoni, ma senza merce esposta, per manifestare contro la mancata riapertura dei mercati in zona rossa. "La nostra richiesta è di poter lavorare - ha spiegato Antonio Gualtieri, portavoce degli ambulanti del mercato di Pistoia -, perché i ristori non sono sufficienti e a non tutti arrivano, quindi abbiamo assoluto bisogno di lavorare. Noi oltretutto lavoriamo in sicurezza, perché siamo all'aperto, quindi non si capisce perché dobbiamo rimanere chiusi". Per Gualtieri, "il problema, per quanto riguarda i ristori, è che chi ha cambiato la società o chi è stato fermo in precedenza per altri motivi, non ha ricevuto niente. Io, per esempio, sono uno di quelli: nel 2019 avevo affittato la licenza a mia moglie, nel 2020 me la sono ripresa, quindi ai fini dei ristori sembra che io non abbia avuto redditi nel 2019 e nel 2020 e perciò non ho ottenuto niente". Altro fronte quello delle tasse che non sono state congelate. "Io, come molti altri - conclude Gualtieri -, ho pagato 8mila euro di Inps e poi tutte le altre tasse, che purtroppo non sono state sospese. Soltanto la tassa suolo pubblico qualche comune l'ha sospesa o ha fatto pagare solo uno o due mesi, ma tutto il resto arriva da pagare come prima della pandemia".

In mattinata di protesta degli ambulanti di generi non alimentari nei mercati torinesi contro la prolungata chiusura per le norme anti Covid. Tra le manifestazioni quella organizzata a Santa Rita ha visto la partecipazione anche di numerosi negozianti, compresi quelli di attività aperte. "Siamo tutti necessari", la scritta sullo striscione sventolano dai manifestanti, una sessantina in tutto; "Vogliamo lavorare ", lo slogan ripetuto. "Non possiamo più aspettare". I manifestanti hanno incontrato, sul posto, l'assessore comunale al Commercio, Alberto Sacco. "Ero già qui alle 8 del mattino - ha detto - spero possiate riaprire al più presto possibile. La vostra situazione ci e ben chiara, capisco e spero vivamente che si possa tornare arancione. Abbiamo trasmesso tutti i vostri problemi e le vostre richieste al prefetto affinché venga interessato il Governo". Sacco è stato brevemente interrotto da qualche ambulante che ha urlato "al 28 non ci arriviamo, moriamo prima", poi ha potuto concludere il suo intervento. "I nostri poteri sono limitati, decide Roma", ha aggiunto l'assessore. La protesta, sotto il controllo delle forze dell'ordine, ha parzialmente bloccato corso Orbassano.  La manifestazione è proseguita tutta la mattinata con un corteo nelle vie e piazze del quartiere. Molti i cartelli di solidarietà appesi sulle vetrine dei negozi con il permesso di tenere aperto, dove invece le serrande sono state abbassate. "Dietro ogni negozio chiuso - ha detto uno speaker - c'è una famiglia che non ha più soldi per dare da mangiare ai loro figli. La nostra attività garantisce strade sicure e pulite, noi paghiamo tasse per la scuola, per i trasporti, per le pensioni".

"Siete un esempio, una categoria responsabile che chiede solo di esercitare un diritto: poter lavorare". Così il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, incontrando in piazza Galimberti, nel centro di Cuneo, gli ambulanti di generi non alimentari dei mercati. "E' giusto chiedere prospettive e tempi certi - aggiunge il governatore piemontese -. Piuttosto di moratorie e ristori, sarebbe meglio cancellare un anno di tasse. Incontrerò il premier Mario Draghi e presenterò le vostre istanze".

A Napoli i commercianti sfilano con le croci contro le restrizioni imposte dal governo. A Taranto sit in e gilet gialli per chiedere le riaperture. "Aperture ci saranno, soprattutto da maggio, forse qualcosa già dal 20 di aprile si potrà riaprire", ha detto Gelmini, ministra per gli Affari regionali e le autonomie agli Stati generali del settore Matrimoni ed eventi privati organizzato da Unanime, confederazione che raccoglie le associazioni della filiera.

Oggi potrebbero alzare la voce i presidenti di Regione che incontreranno il governo e il presidente del Consiglio Draghi sul ‘Recovery’. Le proposte dei governatori della Lega puntano ad un via libera a cinema e teatri con il contingentamento, ristoranti aperti a cena dove i dati sono da colore giallo, locali con saracinesca alzata fino alle 18 anche in zona arancione, aumentando la distanza ai tavoli. Ma la linea dell'esecutivo per ora non cambia. Il premier Draghi ancora qualsiasi decisione ai riscontri scientifici, l’ala rigorista è per non abbassare la guardia. Il premier media, la situazione verrà monitorata continuamente ma una svolta sarà possibile solo se i parametri saranno tali da permettere un cambio di passo.

La condanna unanime, accompagnata da un pressing sempre più crescente da una parte per un’accelerazione del varo del dl sostegni e di un nuovo scostamento di bilancio, dall'altra per una programmazione sulle riaperture.    

Sta crescendo – spiega una fonte dell'esecutivo – il fronte di chi vorrebbe per l'ultima settimana di aprile un segnale di ripartenza.

 

 

Fonti Ansa/Agi

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