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Hamas si addestrava a 800 metri da Israele

Un finto kibbutz a 800 metri dal muro e non lontano da una postazione militare israeliana: è qui che Hamas e le altre fazioni palestinesi armate di Gaza hanno addestrato i miliziani protagonisti della strage del 7 ottobre in Israele.

Nella struttura, sottolinea l'ansa costruita in un terrapieno per non renderla visibile, oltre agli edifici si stagliava anche un finto carro armato israeliano per imparare come assaltare.

Un'inchiesta della Bbc su filmati vecchi e nuovi pubblicate dalle stesse fazioni palestinesi dimostra che perlomeno dal dicembre del 2020 le forze speciali, nelle quattro esercitazioni sotto comando congiunto a Gaza - l'ultima solo 25 giorni prima del 7 ottobre - si sono addestrate a catturare ostaggi, ad attaccare edifici e complessi, ad aprire varchi nelle difese e nella sorveglianza israeliane.

Scrive l ansa : Tutto pubblicato sui canali delle varie milizie, Hamas e un'altra decina tra Jihad Islamica palestinese, le brigate Mujaheddin e quelle dei Martiri di Al-Aqsa, le Al-Nasser Salah al-Deen e le brigate Abu Ali Mustafa, che hanno preso parte alle esercitazioni. Le stesse che, in varie forme, hanno partecipato all'assalto dello scorso ottobre e sono state identificate grazie ai simboli di riconoscimento delle varie unità.

La prima maxi esercitazione, il 29 dicembre del 2020, venne annunciata direttamente dal capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, che parlò di "forte messaggio al nemico e un segnale di unità". In quell'occasione, i droni ripresero dal cielo gli sviluppi dell'addestramento delle esercitazioni rilanciando le immagini sul web. Fotogrammi che oggi fanno venire i brividi: in uno si assiste all'assalto a un tank che viene neutralizzato e i carristi a bordo fatti prigionieri, in un altro al sequestro di ostaggi civili. Le stesse immagini viste in quel tragico sabato di ottobre.

Le uniche sequenze degli addestramenti che non vennero rivelate sono quelle degli attacchi dall'alto con i parapendii e lo sfondamento delle recinzioni israeliane per aprire il varco agli uomini armati a bordo di pick up e motociclette. Queste immagini sono state pubblicate solo a partire dal 7 ottobre, e secondo la ricostruzione della Bbc risalgono al 25 agosto del 2022.

La cartella di file a cui fanno riferimento si chiama 'Squadrone aquila', l'appellativo della forza aerea di Hamas, a conferma che anche l'attacco con i parapendii contro i kibbutz è stato ampiamente testato per oltre un anno. Del resto, in un vero kibbutz, quello di Nahal Oz le militari di leva addette a seguire 24 ore al giorno con strumenti avanzati le attività lungo il confine con Gaza avevano avvertito del pericolo imminente.

Le esercitazioni si svolgevano "con il ritmo di una al giorno, anche due al giorno, abbiamo anche visto come si addestravano a prendere il controllo di un carro armato", ha raccontato una delle due ragazze sopravvissute. Altre tredici sono state massacrate, ulteriori 5 risultano disperse o nelle mani di Hamas e delle altre fazioni armate.

Intanto gli sfollati del sud di Gaza hanno tirato un sospiro di sollievo alla notizia del prolungamento di due giorni della tregua.

Se fino a poche ore questa era la principale preoccupazione e si studiava come affrontare la ripresa dei combattimenti, ora tutto sembra passato anche se la situazione resta drammatica.

E forse si può pensare alla stagione delle olive che finora aveva avuto una pausa. La gente nel sud dell'enclave palestinese ha molte terre con gli ulivi e durante la guerra non poteva fare la raccolta. In questi giorni, la tregua ha invece permesso di tornare sotto gli ulivi e di portare il raccolto ai frantoi dove finalmente è tornato il carburante per garantire la ripresa della produzione.

Nei giorni di pausa dei combattimenti, la benzina e il gas da cucina sono entrati nella Striscia ed ora lunghe file di persone sono in coda davanti alle stazioni di servizio mentre tante auto attendono pazientemente di fare rifornimento. Così numerose da aver intasato il lato destro di Salah Adin street, la principale arteria che attraversa da nord a sud la Striscia. 

Ma l'attesa non è prevedibile: si può restare in coda un giorno intero per ottenere 12 chilogrammi di gas da cucina, sufficienti per una famiglia di 5 persone per un mese. Yasmine Bassam, una casalinga che vive a Deir al Balah, nel centro di Gaza, in una casa che ospita 70 sfollati dal nord della Striscia ha detto al cronista che attendeva con ansia la tregua e il gas da cucina. Poi ha mostrato la sua mano con le molte cicatrici di bruciature che ha subito per accendere il fuoco tutti i giorni e dare da mangiare a 70 bocche affamate. Il sogno di Yasmine - che ha 4 figlie e un figlio - è quello di avere una bombola di gas domestico che la faccia smettere di stare davanti al fuoco più di 6 ore al giorno.

Mentre le donne sono impegnate in questo, gli uomini sono in giro alla ricerca di carburante e gas da cucina. In tanti si mettono in coda per ottenere il prezioso combustibile per la famiglia: Ahmad Abu Eriban di Kan Yunis ha raccontato di essere in fila dalle 4 del mattino, il suo numero è il 700 e teme di rimanere in coda fino a domani mattina. Nella Striscia oggi ha piovuto a dirotto, ma nessuno se ne è andato per paura di perdere il turno e mancare l'occasione. Una possibilità - hanno detto alcuni - che neanche viene presa in considerazione. Le quantità di gas domestico e di combustibile entrata nella Striscia dall'inizio della tregua non potranno però mai soddisfare i bisogni di 2 milioni di persone che vivono nella Striscia.

 

Fonte ansa / Bbc e varie agenzie 

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