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Saem, occorre un piano rigeneratore per Catania

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C'è bisogno di città, di rigenerare il valore delle piazze, delle strade, dei cortili e dei mercati, di riflettere nei palazzi la necessità naturale dei cittadini di vivere, piuttosto che di abitare. E per questo non occorrono norme o burocrazia ma forza di volontà ed etica sociale. Prima di tutto bisogna edificare le coscienze, fare della rinascita una legge, e non il contrario. Un’inversione di tendenza, un forte cambiamento culturale che a Catania è già nell’aria, nei tavoli di dibattito, nei luoghi di confronto, lì dove professionisti e imprese fanno sentire la propria voce. Questa mattina (29 novembre) nella cornice del Saem – Salone dell’Edilizia del Mediterraneo, fino a domani alle Terrazza Ulisse – architetti, ingegneri e costruttori della città, affiancati da personalità della giurisprudenza e dell’economia, hanno parlato di rigenerazione urbana in termini di “speranza e futuro”, due parole che oggi più che mai bisogna rendere concrete.

«La capacità di ridefinire l’esistente non è un elemento filosofico ma una vera e propria categoria economica, allo stesso modo della fiducia, dell’energia, della conoscenza, del legame al territorio. Sono questi i fattori da cui nascono le sfide per lo sviluppo, e con questi si decreta il successo» ha affermato l’economista Elita Schillaci, in un intervento al centro di autorevoli relazioni, in cui si è inserito il pieno sostegno di Eurofiere e del suo direttore Alessandro Lanzafame.

Al tavolo i presidenti dei tre enti promotori dell’iniziativa: Nicola Colombrita dell’Ance Catania, Giuseppe Scannella dell’Ordine Architetti e Santi Maria Cascone dell’Ordine Ingegneri. Proprio quest’ultimo, nell’introduzione ai lavori ha auspicato un patto forte tra professionisti, imprese e amministrazioni: «Il progetto della città esistente è l'obiettivo da perseguire per i prossimi anni, con interventi sulla mobilità, sul verde, sul costruito. Si tratta di priorità che i cittadini evidenziano e di cui i professionisti, insieme agli imprenditori e con accanto le amministrazioni, devono farsi interpreti per portare i nostri territori agli stessi livelli di qualità di vita di tante realtà europee».

Abbandonare lo strumento del piano regolatore generale, ormai obsoleto, a favore di un "piano rigeneratore", è invece l’azione ribadita da Scannella: «Sfatiamo il tabù dell’intoccabilità del patrimonio esistente: non esiste trasformazione senza sostituzione con il nuovo, e non esiste rigenerazione senza l’ottica dell’alta qualità architettonica, come affermato anche dall’Istituto nazionale di Urbanistica. In questa direzione occorre cambiare l'approccio dell'ente pubblico, non più controllore, ma “promotore valutatore”».

Per Colombrita riqualificare significa «ripristinare una logica nello sviluppo incrementale delle cubature, senza più consumare suolo. Per l’edilizia residenziale, che rappresenta l’80% del mercato, l’unico vero cantiere del futuro è il rinnovo del patrimonio esistente. Progettare il cambiamento si traduce in strategia e regole chiare, sostenibilità economica, ricadute occupazionali».

Presente anche il senatore Andrea Vecchio secondo il quale «la rigenerazione urbana è un traguardo logico su cui tutti concordano ma che tuttavia rimane ostaggio, come la politica debole, della burocrazia vischiosa che ha toccato tutti gli angoli decisionali del Paese».

In rappresentanza del Comune di Catania hanno preso la parola gli assessori Luigi Bosco (Lavori Pubblici) e Salvo Di Salvo (Urbanistica): «Per salire sul treno dei finanziamenti europei 2014/2020 – ha detto Bosco – occorre avere in mano i biglietti, cioè progetti definitivi di trasformazione urbana sostenibile. L’amministrazione sta puntando alla messa in sicurezza sismica e all’efficientamento energetico delle scuole, nonché alla tutela del territorio dal punto di vista idraulico e geotecnico». Di Salvo invece ha annunciato che «il verbale di approvazione del regolamento edilizio della città di Catania da parte della Regione sarà pronto a partire dalla prossima settimana». Mentre sul caso della variante del centro storico ha detto che «prima di adottarla sarà condivisa con i cittadini nell’ottica di un’urbanistica partecipata già intrapresa da mesi».

Il tema della sostenibilità è stato invece il fulcro dell’intervento dell’avvocato Andrea Scuderi, mentre il docente universitario Matteo Ignaccolo ha posto l’attenzione sulla necessità di potenziare l’influenza del sistema portuale sull’economia locale.

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