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Il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker ha chiesto agli "amici britannici" di non abbandonare l'Ue perché altrimenti "si aprirà un periodo di incertezza nell'Ue e nel mondo". Ma se la Brexit dovesse materializzarsi, "l'Ue non sarebbe in pericolo di vita e il percorso di integrazione continuerebbe, anzi verrebbe aumentato". Junker ha concluso: "abbiamo affrontato molte crisi non ne abbiamo bisogno di un'altra".

E' ondata pro-Brexit anche secondo Ipsos-Mori, il piu' importante istituto demoscopico britannico rimasto fino a ieri a indicare un vantaggio del fronte filo-Ue in vista del referendum del 23 giugno. La svolta arriva oggi, riferisce l'Evening Standard online, con un nuovo sondaggio telefonico che ribalta i dati e accredita allo schieramento del no all'Europa (Leave) sei punti di vantaggio su quello del si' (Remain): 53% a 47.

Una vittoria del 'si' al referendum britannico sulla Brexit sarebbe "una catastrofe", la "peggiore notizia in termini economici" ha avvertito il premier uscente spagnolo Mariano Rajoy, che si è detto però fiducioso che i britannici "alla fine voteranno per restare in Europa". Una uscita di Londra sarebbe "una catastrofe per l'economia britannica ma anche per quelle europee". Rajoy ha ricordato fra l'altro che la Spagna riceve ogni anno 15 mln di turisti dal Regno Unito e che sono 400mila i britannici che vi risiedono.

Un'eventuale 'Brexit' rappresenta un rischio per la crescita dell'Eurozona. Lo dice ripetutamente la Bce nel suo bollettino, secondo cui "i rischi al ribasso sono ancora connessi all'andamento dell'economia mondiale, all'imminente referendum sulla permanenza del Regno Unito nell'Unione europea e ad altri rischi geopolitici". La stessa crescita inglese "è potenzialmente limitata dall'incertezza circa il referendum". Le ultime stime della Bce danno una crescita dell'1,6% nel 2016 e dell'1,7% nel 2017 e nel 2018.

Il quantitative easing della Bce sta aiutando l'economia e un "ulteriore stimolo" dovrebbe provenire dalle misure ancora da attuare. Tuttavia il consiglio direttivo "seguirà con attenzione l'evoluzione delle prospettive per la stabilità dei prezzi e, se necessario per il conseguimento del suo obiettivo, agirà ricorrendo a tutti gli strumenti disponibili nell'ambito del suo mandato". Lo scrive la Bce nel bollettino economico.

Un voto a favore della 'Brexit' nel referendum del 23 giugno rischia di innescare "ripercussioni negative" sull'economia globale, e rappresenta la maggiore minaccia alla stabilità finanziaria britannica, ma potenzialmente anche a quella mondiale, con il potenziale di un "acuto" deprezzamento della sterlina. A ribadire l'allarme, rinforzandolo, è la Banca d'Inghilterra, che a una settimana dal voto ha lasciato i tassi fermi.

Sarebbero 400 infatti, secondo il quotidiano il Tempo che cita fonti dell’Antiterrorismo, i lupi solitari potenzialmente attivi sul nostro territorio, che vengono “attenzionati” dalle Forze dell’Ordine. Tra questi ci sono italiani convertiti, immigrati di seconda generazione, foreign fighters o combattenti ritornati sul suolo nazionale. Soggetti che si sono radicalizzati non solo su internet ma anche grazie a contatti personali con estremisti espulsi dall’Italia o foreign fighters, all’inserimento in gruppi etnici a forte componente islamica, alla frequentazioni di luoghi di aggregazione islamica non autorizzati e permeabili alla propaganda estremista, oppure negli ambienti carcerari. Tutti soggetti che, secondo i nostri servizi di sicurezza, vengono incitati dai gruppi jihadisti, tramite “la diffusione di testi o elaborati tradotti nella nostra lingua”, sia a raggiungere i territori del Califfato in Siria o in Iraq, sia ad agire come lupi solitari nel proprio Paese, “adottando un codice comportamentale improntato a segretezza e cautela”.

La strage di Orlando e l’attacco di ieri notte a Parigi, avvenuto, inoltre, in una fase di massima allerta legata allo svolgimento dei campionati europei di calcio, dimostra quindi come l’universo jihadista sia sempre meno controllabile e come il pericolo sia diventato sempre più interno e radicato in casa nostra. Una nuova sfida che impone ai servizi di sicurezza di tutto il mondo un cambio di strategia per fermare il terrore.

“Un nuovo tipo di terrorismo che comprende atti di violenza casuali che possono essere in parte ispirati dallo Stato islamico, ma non sono in alcun modo diretti dai leader del gruppo”. E cosi che il New Tork Times tirando le somme della sparatoria che nella notte di domenica ha provocato 49 morti nel club gay Pulse, ad Orlando, in Florida, descrive la nuova minaccia che l’intelligence statunitense ed europea si trovano a dover fronteggiare.

Non più gruppi organizzati, ma singoli individui, con una buona dose di instabilità mentale, che si radicalizzano autonomamente, in breve tempo, soprattutto attraverso il web. Omar Mateen, infatti, è stato descritto dalla sua famiglia come un uomo non particolarmente religioso. Eppure, nella notte di domenica, ad Orlando, si è trasformato in un soldato del Califfato, non avendo, apparentemente, alcun contatto con cellule dell’organizzazione terroristica.

Intanto nella Francia blindata per l'allerta terrorismo e l'Euro 2016 una nuova agghiacciante spedizione di morte viene firmata col nome del Califfato. Un uomo poi neutralizzato dalle forze speciali ha brutalmente ucciso un ufficiale di polizia e si è poi barricato nella casa di quest'ultimo prendendo in ostaggio la compagna, poi ritrovata morta, e il figlio di tre anni della coppia. Larossi Abballa, il killer, era sotto inchiesta della magistratura per collegamento con una filiera di jihadisti collegata alla Siria e il suo telefono era controllato.

L'indagine è stata affidata alla procura antiterrorismo. "Era un combattente dell'Isis": la rivendicazione è arrivata a tarda notte attraverso l'Amaq, l'agenzia di stampa del Califfato, citata dal Site, la società che monitora le attività online delle organizzazioni jihadiste. E secondo una fonte giudiziaria citata da Le Monde, l'inchiesta è stata affidata all'antiterrorismo per tre motivi fondamentali: l'"obiettivo'' (la polizia), il 'modus operandi' dell'assalitore e le "parole da lui pronunciate" durante il negoziato con le teste di cuoio del Raid. Prima ancora della rivendicazione dell'Isis, l'uomo avrebbe infatti dichiarato agli agenti di agire per conto dei terroristi dello Stato islamico.

Un terzo individuo è stato fermato nell'ambito dell'inchiesta sull'uccisione di una coppia di funzionari di polizia a Magnanville, nell'hinterland di Parigi: è quanto riferiscono fonti vicine al dossier. In precedenza erano stati fermati già due individui che sarebbero"vicini" a Larossi Aballa, ma "non sono suoi familiari".

Questa mattina il ministro dell'Interno, Bernard Cazeneuve, ha promesso che lo Stato francese farà in modo che eventuali "complici" di Larossi Aballa "non siano nelle condizioni di nuocere".

"Ci saranno delle espulsioni, certi individui non possono più restare sul territorio nazionale": lo ha detto il premier francese Manuel Valls dopo l'uccisione di una coppia di poliziotti rivendicata dall'Isis nell'hinterland di Parigi. "La Francia viene attaccata per i suoi valori e la sua democrazia", ha aggiunto il premier. Mentre il responsabile dell'Interno, Bernard Cazeneuve, promette che lo Stato farà in modo che eventuali "complici" di Larossi Aballa "non siano nelle condizioni di nuocere"

Intorno a mezzanotte, dopo il definitivo fallimento delle trattative, le forze speciali hanno lanciato il blitz uccidendo il killer e ritrovando il corpo senza vita della donna. Mentre sono riusciti a trarre in salvo il piccolo indenne. Il ministro dell'Interno, Bernard Cazeneuve, ha espresso "infinita tristezza" per l'accaduto e ha reso omaggio al "sangue freddo" delle forze speciali. Il dramma si è consumato poco prima delle 20:30 quando al momento di tornare nella sua casa di Magnanville, nel dipartimento delle Yvelines, l'ufficiale di 42 anni (presso il commissariato di Les Mureaux) viene brutalmente ucciso da nove colpi di pugnale. Il killer accede poi all'interno dell'abitazione della vittima e prende in ostaggio la compagna - anch'essa funzionaria di polizia segretaria nel commissariato di Mantes-la-Jolie - e il figlioletto di tre anni. Le forze dell'ordine arrivano sul posto.

Cominciano le trattative per convincere l'omicida ad arrendersi, ma lui è asserragliato all'interno, prima non risponde, poi, secondo le fonti, dichiara di essere dello Stato islamico. Il quartiere viene blindato, gli abitanti fatti uscire dalle loro abitazioni, tagliati luce e gas. Verso mezzanotte, due forti detonazioni e il definitivo assalto delle teste di cuoio del Raid, le stesse che intervenirono all'Hyper Cacher nel gennaio del 2015. Secondo fonti citate da Bfm-Tv, durante il blitz, l'uomo ha aperto il fuoco contro gli agenti, il che gli ha indotti ad ucciderlo per legittima difesa.

Poi la macabra scoperta del corpo senza vita della donna. Salvo solo il bimbo, "sotto choc ma indenne", come riferito dal procuratore della Repubblica di Versailles, Vincent Lescloum. Nessuna comunicazione al momento sull'identità del killer. E' stata invece convocata per stamattina all'Eliseo una riunione d'urgenza per fare il punto della situazione. Cazeneuve è inoltre atteso nei commissariati di Mureaux e Magnanville, dove prestavano servizio i due poliziotti uccisi.

Il portavoce del governo francese, Stephane Le Foll, ha confermato che l'uccisione questa notte di una coppia di poliziotti alla periferia di Parigi è "un'azione terroristica".

Il killer che ha ucciso questa notte una coppia di poliziotti nella banlieue di Parigi ed è stato poi abbattuto dalle teste di cuoio era un francese. Si chiamava Larossi Abballa, aveva 25 anni ed abitava a Mantes-la-Jolie, poco lontano dal luogo dell'assassinio dei due agenti. Secondo quanto si apprende dai media francesi era già stato condannato, nel 2013, insieme con altre 7 persone, per aver partecipato all'invio di jihadisti in Pakistan.

La compagna del poliziotto ucciso nei pressi di Parigi dal jihadista Larossi Abballa è stata ritrovata morta con "una ferita da taglio al collo". Lo riferiscono fonti dell'inchiesta. La donna aveva 36 anni ed era segretaria d'amministrazione nel commissariato di Mantes-la-Jolie, a due chilometri dal luogo dell'attacco.

All'Eliseo è stata convocata una riunione di crisi in seguito all'uccisione della coppia di poliziotti. Alla riunione partecipano il presidente Francois Hollande, il primo ministro Manuel Valls, i ministri degli Interni, Bernard Cazeneuve, e della Giustizia, Jean-Jacques Urvoas.

"E' un atto incontestabilmente terroristico": ha detto il presidente francese Francois Hollande. Intervenuto a una riunione della Banca Mondiale e dell'Ocse sulla lotta alla corruzione, ha aggiunto che i due sono stati "vigliaccamente assassinati": "dobbiamo agire insieme - ha aggiunto - la lotta al terrorismo non riguarda un solo paese, deve coinvolgere tutti in un'azione internazionale decisa, una sorveglianza di questi individui".

 

Ad annunciarlo, in una conferenza stampa all'ospedale San Raffaele di Milano, il suo medico personale Alberto Zangrillo, spiegando che il Cavaliere "ha rischiato la vita".

"Gli accertamenti proseguiti fino a ieri hanno ci hanno consentito di identificare in modo esatto e certo la patologia della valvola aortica del presidente Berlusconi che si chiama insufficienza aortica", ha affermato Zangrillo. Sarà operato "verosimilmente entro metà della settimana prossima - ha aggiunto -.  Ho parlato e fatto riferimento ad una patologia di grado severe, che è un termine medico". L'intervento durerà quattro ore. Ad eseguire l'intervento di sostituzione della valvola aortica a cui dovrà sottoporsi l'ex premier sarà il professore Ottavio Alfieri primario di cardiochirurgia al San Raffaele.

l leader di FI Silvio Berlusconi in una nota dall'ospedale dove è ricoverato, ha fatto sapere di seguire "da qui le vicende politiche in vista dei ballottaggi, e chiedo a tutte le donne e gli uomini di Forza Italia il massimo impegno per far prevalere i candidati del centro-destra ovunque siano in campo. FI è pienamente operativa nei suoi organismi nazionali e periferici ed è perfettamente in grado di operare in questi giorni di mia forzata assenza". Desidero ringraziare tutti coloro che mi hanno fatto pervenire manifestazioni di affetto ed espressioni augurali, mi hanno davvero commosso. Non dimenticherò le parole di amici, esponenti politici, collaboratori di una vita di lavoro, moltissimi sostenitori che mi hanno fatto sentire la loro vicinanza con calore straordinario. Sono sereno e affronto questo passaggio delicato affidandomi a Dio ed alla straordinaria professionalità dei medici e del personale del San Raffaele"

l rischio di mortalità dell'operazione  "è intorno al 2%, facciamo finta di non tener conto che lo facciamo qua. Capite che in questo Paese alla fine si fa una sintesi percentuale che deve tener conto che ci sono anche non eccellenze", afferma ancora Zangrillo.

Il medico ha reso noto anche che la notizia dell'operazione al cuore, Berlusconi "l'ha presa all'inizio non volendoci credere, un incidente di percorso abbastanza sgradevole. Poi l'ha presa con grande coraggio e determinazione. E' un uomo che, esaurita la frase che è assolutamente necessaria di metabolizzazione del problema, non ha avuto il minimo dubbio e si è affidato in modo pieno alla nostra responsabilità".

Zangrillo ha raccontato che "l'episodio di scompenso cardiaco si è verificato in modo evidente nella notte tra sabato e domenica. Era qualche giorno che il presidente appariva stanco - ha sottolineato - ma, da uomo che non si risparmia, ha voluto prima esercitare il diritto-dovere del voto" e poi ricoverarsi. Lo ha detto Alberto Zangrillo, il medico personale dell'ex premier durante una conferenza stampa all'ospedale San Raffaele di Milano.

''Auguri di pronta guarigione a Silvio Berlusconi. Quando c'è di mezzo la salute di una persona, non si scherza'': lo scrive, sul suo profilo Facebook, il leader della Lega Matteo Salvini facendo gli auguri a Silvio Berlusconi.

Intanto Stefano Parisi, candidato sindaco per il centrodestra a Milano, risponde a margine del convegno dei giovani di Confindustria sulle voci di una sua eventuale successione a Silvio Berlusconi alla guida di Forza Italia. "Sono assolutamente chiacchiere giornalistiche, io sono qui per fare il sindaco di Milano e non ho mai pensato ad altro. Sono sceso in politica per fare questo e non farò altro che questo".

 

 

 

Cinquanta morti e 53 feriti in un club gay di Orlando in Florida, dove un 29enne di origini afgane ha fatto irruzione e sparato con un'arma da guerra; poi è stato ucciso dalla polizia. Veglie in tutti gli Stati Uniti per ricordare le vittime.

Per la strage di Orlando sono indagate altre persone: lo ha detto il procuratore federale."C'è un'indagine penale su altre persone in connessione con la sparatoria nel club", ha detto.

Omar Mateen, è un trentenne americano, di origine afghane. Secondo il padre, il movente della strage è l'odio contro i gay. "Il movente religioso non c'entra nulla, ha visto due gay che si baciavano a Miami un paio di mesi fa ed era molto arrabbiato", ha detto Mir Seddique. "Siamo scioccati come il resto dell'America", ha aggiunto. Trump rilancia il bando per i musulmani e chiede le dimissioni di Obama.

Qualche ora dopo la strage, è arrivata anche la rivendicazione dello Stato Islamico attraverso l'Amaq, l'agenzia di stampa del Califfato, riferisce il Site: il killer della strage di Orlando "era un combattente dell'Isis". Nel testo della rivendicazione riportato dalla direttrice del Site Rita Katz in un tweet si legge che una fonte ha detto all'agenzia Amaq: "L'attacco che ha preso di mira il gay club di Orlando, in Florida, e che ha provocato 100 tra morti e feriti, è stato compiuto da un combattente dello Stato islamico".

Ed emerge che il killer Omar Mateen pregava in moschea tre, quattro volte a settimana e prendeva parte alle cerimonie serali, recentemente anche con il figlio piccolo.  "Finita la preghiera - afferma l'imam - se ne andava, non socializzava con nessuno. Non è mai sembrato un violento".

Intanto il giorno dopo il massacro, emergono le prime critiche all'Fbi in quanto, nonostante Mateen fosse stato interrogato tre volte, due nel 2013 e una nel 2014, per sospetti legami al terrorismo, ha potuto comunque acquistare legalmente un fucile e una pistola la settimana scorsa.

La rivendicazione arriva dall'emittente ufficiale del gruppo jihadista, radio Al-Bayan. Ieri la notizia era stata data dall'agenzia di stampa Amaq, vicina all'Isis. Il killer del Pulse nightclub di Orlando, Omar Mateen, era "uno dei soldati del Califfato in America", ribadisce al-Bayan, l'organo di propaganda ufficiale dell'Isis in lingua inglese, secondo quanto riferito da Site.

Intanto è destinato a salire il bilancio delle vittime della peggiore strage nella storia degli Stati Uniti. Lo sostengono i medici, mentre stanno venendo comunicate le identità delle 50 persone decedute nella sparatoria. Tra le vittime del killer Omar Mateen, 29 anni, combattente jihadista, 15 hanno un'età compresa tra i 20 e i 50 anni e sono state pubblicamente identificate. Ci sono 53 persone in condizioni critiche. La maggior parte dei feriti è stata portata all'Orlando Regional Medical Centre, dove il chirurgo Mike Cheatham ha avvertito: "Penso che vedremo salire il bilancio delle vittime".

Il più giovane tra le vittime finora identificate è il 20enne Luis Omar Ocasio-Capo. Il più anziano invece aveva 50 anni e si chiamava Franky Jimmy Dejesus Velazquez. Secondo le indagini, il killer di origine afghana ha telefonato alla polizia proclamando la sua fedeltà allo Stato islamico prima di aprire il fuoco sulla folla. Il presidente degli Stati Uniti lo ha definitico come un "atto di odio". Più di 300 persone erano all'interno delm club quando Mateen ha iniziato a sparare poco dopo le 2 di notte (ora locale). L'uomo è stato ucciso in uno scontro a fuoco con gli agenti della Swat intorno alle 5 di mattina. Circa 39 persone sono morte all'interno del locale mentre 11 sono decedute in ospedale.

"Abbiamo una stretta al cuore, perché l'odio e la cattiveria di un singolo sono costate oltre 50 vite". Lo ha detto Angela Merkel commentando la strage di Orlando a margine delle consultazioni governative Cina-Germania a Pechino.

Con l'inattesa vittoria schiacciante che si profila in California, lo stato piu' popoloso, ricco e culturalmente influente degli Usa, e il bersaglio piu' grosso (con i suoi 475 delegati) di questo ultimo super tuesday delle presidenziali, Hillary suggella trionfalmente la conquista di una storica nomination, la prima di una donna nei 240 anni della democrazia americana.

Hillary. La si chiama per nome in America, neanche fosse una pop star o una personalità della tv. Hillary è nei ricordi degli americani 'da sempre', parte della storia recente e del tessuto politico del Paese. Si conoscono le sue immagini da studentessa con l'acconciatura anni '60, da giovane avvocato con occhialoni anni '70, da first lady accanto a Bill Clinton. Adesso Hillary è la prima donna candidata per la presidenza degli Stati Uniti, e non è accaduto per caso. Né è stato facile o senza intoppi e cadute. Esattamente otto anni fa cedeva il passo all'allora senatore dell'Illinois Barack Obama che, conquistata la nomination democratica, sarebbe diventato il primo presidente afroamericano degli Stati Uniti. Lo fece 'ammettendo' che il soffitto di cristallo non era stato del tutto infranto. Aveva però "18 milioni di crepe", i 18 milioni di voti ottenuti nelle primarie del 2008 a "far passare una luce come mai prima, riempiendoci della speranza e della consapevolezza che il percorso sarà un po' più facile la prossima volta", disse. Eccola 'la prossima volta' e l'opportunità della vita per Hillary Rodham Clinton, che ha conquistato ora la nomination democratica.

"Questa sera chiudiamo un capitolo di Storia e ne apriamo un altro", ha esordito vantando a suo modo anche lui un merito storico per aver raccolto un numero record di voti nelle primarie repubblicane. Poi si e' lanciato a testa bassa contro i "fallimenti" di Obama, contro gli "errori" di Hillary, "estensione dei disastri di Obama", colei che ha "trasformato il dipartimento di stato nel suo hedge fund privato". E contro i Clinton, che hanno "trasformato la politica dell'arricchimento personale in una forma d'arte per se stessi". Il tycoon ha promesso altre accuse contro l'ex coppia presidenziale lunedì prossimo ma per ora appare in difficolta'. Anche se stasera ha vinto i sei stati con percentuali sopra il 67%, nel partito sta crescendo la protesta per le sue dichiarazioni contro il giudice messicano dell'inchiesta contro la sua universita', unico vero ostacolo nella sua corsa alla Casa Bianca. Commenti definiti "razzismo da manuale" dallo speaker della Camera Paul Ryan, che sta facendo acrobazie per non spaccare il partito. Ma alcuni governatori e senatori gia' hanno annunciato che non voteranno piu' per il magnate.

La Clinton ha dato una convincente dimostrazione di forza e di superiorita' nel Golden State (con il 39% dei voti scrutinati guida 60,1% a 38,0%) seppellendo definitivamente le velleita' di Bernie Sanders di un ribaltone alla convention di luglio, con un cambiamento di fronte dei superdelegati. Hillary ha vinto non solo in California ma anche in tre degli altri cinque Stati chiamati al voto (New Jersey, New Mexico e South Dakota) cedendo a Sanders solo il Montana e il North Dakota (caucus). Un finale di partita che non lascia adito a dubbi, tanto che gia' in serata il presidente Barack Obama, ormai prossimo a dare il suo endorsement al suo ex segretario di stato, ha telefonato ad entrambi per unire ora il partito. Giovedi' vedra' Sanders, che pero' questa sera, pur ribadendo di voler impedire l'elezione di Donald Trump, ha annunciato che la sua lotta continuera' sino alle ultime primarie a Washington Dc e poi alla convention.

Al Brooklyn Navy Yard di New York, i fan dell'ex first lady sono andati in delirio e lei ha sprizzato felicita' e orgoglio, tendendo nuovamente la mano al senatore del Vermont e attaccando il suo futuro rivale Donald Trump. "Grazie a tutti, abbiamo raggiunto una pietra miliare, e' la prima volta nella storia della nostra nazione che una donna sara' la candidata di un partito importante", ha esordito "La vittoria di questa notte non e' di una persona sola, appartiene a generazioni di donne e di uomini che si sono battuti e si sono sacrificati e hanno reso possibile questo momento", ha proseguito. Poi si e' complimenta con Bernie "per la sua straordinaria campagna", per aver portato al voto milioni di nuovi elettori, soprattutto giovani, per "il dibattito vigoroso sulle ineguaglianze". Ma l'ex first lady ha sferrato anche un nuovo attacco al "divisivo" Trump, "caratterialmente inadatto a fare il presidente e il commander in chief". Ma il tycoon ha gia' dato fuoco alle polveri del futuro duello.

Hillary è nei ricordi degli americani 'da sempre', parte della storia recente e del tessuto politico del Paese.....'Prima della classe' da sempre, alle porte del traguardo ultimo e nonostante le critiche, l'impopolarità, la poca capacità di infondere fiducia e suscitare empatia, suo tallone d'Achille che resta anche alla vigilia dello sprint finale verso l'election day dell'8 novembre Studentessa modello e impegnata, giovane avvocato di successo, poi al fianco di un carismatico giovane governatore dell'Akansas, quindi first lady, senatrice, segretario di Stato. Da first lady, Bill Clinton le affidò uno dei compiti più ambiziosi della sua amministrazione: trasformare il sistema sanitario. Fallì e per poco non mise a repentaglio la presidenza del marito. 'Temuta' all'interno della Casa Bianca, a lungo si tenne in disparte dagli affari più ufficiali e pubblici, ma quando decise di parlare lasciò il segno, come alla conferenza dell'Onu sulle donne nel 1995 a Pechino, definendo i diritti delle donne "diritti umani". Un intervento forte e intelligente, che però ancora non bastò a fugare i dubbi che alla fine non sarebbe stata quella che era se non avesse sposato Bill.

E invece Bill lo ha salvato lei, quando con l'esplosione dello scandalo Lewinsky da first lady mise da parte l'umiliazione e rimase al suo fianco. Una scelta pure altamente criticata e guardata con sospetto da chi la interpretò come il sigillo, la prova ultima del 'sistema Clinton'. C'è stata poi la corsa da senatore di New York, vinta. E quella per la nomination democratica nel 2008, combattuta fino all'ultimo voto mettendo in moto l'ancora potente 'macchina Clinton'. Allora non bastò contro il carisma di Obama e il messaggio del cambiamento. Ne scaturì però un mandato da segretario di Stato nell'amministrazione del suo ex rivale. Se abbia fatto bene o male come capo della diplomazia americana è tema di discussione, ma l'attacco al consolato Usa a Bengasi nel 2011 con la morte dell'ambasciatore americano in Libia resta un neo indelebile, soprattutto per i suoi oppositori, così come l'utilizzo di account e-mail e server privati è considerato molto più che una 'distrazione'. Ma Hillary, che ha fatto della resilienza uno stile di vita, è rimasta in campo e adesso corre verso la Casa Bianca.

 

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