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Scacco matto alla morte

Un romanzo che si snoda per le vie di Pisa tingendole di giallo: tra le pagine di Scacco matto alla morte il lettore troverà arte, suspence e un grande amore per la straordinaria bellezza di questa città in cui ha studiato l’autore, Stefano Chiappalone, al suo romanzo d’esordio. I numerosi visitatori che affollano l’antica repubblica marinara non sempre sono consapevoli del grande patrimonio artistico custodito da Pisa. A due passi dalla celebre torre pendente c’è un’autentica pietra miliare della storia dell’arte, il Trionfo della Morte affrescato nel Camposanto monumentale da Buonamico Buffalmacco (secondo le più recenti attribuzioni), il pittore trecentesco noto per gli scherzi a Calandrino nel Decameron di Giovanni Boccaccio. Proprio pochi anni fa l’intero ciclo (che comprende anche la Tebaide, il Giudizio finale e l’Inferno) è stato restaurato e ricollocato nel loggiato del Camposanto. E qui parte la vicenda immaginata dall’autore, dove Tancredi, un giornalista appassionato d’arte ritrova un suo vecchio e saggio docente, il professor Lambertoni, e un’amica dei tempi dell’università, Angelica (di nome e di fatto), che con la sua collega Diana ha partecipato ai restauri. Man mano entrano in scena altri personaggi, da figure di studiosi come il professor Sforzelli, giovane accademico dalla promettente carriera, a un curioso clochard che compare qua e là, rivelandosi ben più saggio di quel che appare dai suoi miseri stracci, allo scalmanato Ranieri (si poteva forse scrivere un libro ambientato a Pisa senza che ci fosse un Ranieri?).

Tutti costoro si trovano coinvolti a vario titolo nel Trionfo della morte, un Trionfo dipinto, certamente, dal magistrale pennello di Buffalmacco, ma che finisce per farsi fin troppo reale sconvolgendo l’intera città con un misterioso delitto. Parallelamente alle indagini condotte dal vicequestore Renai si svolge un continuo gioco di rimandi tra le scene dipinte e quelle vissute dai protagonisti, che insieme al dramma della morte vedono anche dei segni inattesi di rinascita. Il lettore si ritroverà non solo a voler “risolvere il caso”, ma soprattutto a volerne sapere di più su questo capolavoro dell’arte medievale che porta con sé “la” domanda capitale (oggi spesso rimossa) di ogni uomo sul perché della morte e sul senso della vita che, nonostante tutto, continua a fiorire.

Stefano Chiappalone, Scacco matto alla morte, Fede&Cultura, Verona 2022, pp. 144, euro 14 (in uscita il 1° luglio)

L’autore:

Stefano Chiappalone (Avezzano, 1982) è laureato in Storia e Civiltà presso l’Università degli Studi di Pisa e attualmente lavora come editor e traduttore. Coltiva interessi artistici ed è al suo primo romanzo.

 

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