“Truonu viva”. E’ bastato che questa acclamazione di giubilo, speciale e particolarmente sentita, riecheggiasse più volte, ieri sera, all’interno del Duomo di Ibla, per dare una dimensione compiuta al tradizionale rito della “Scinnuta”. I solenni festeggiamenti in onore di San Giorgio martire hanno preso il via con un particolare momento religioso, la cui tradizione si perde nella notte dei tempi, caratterizzato da grande devozione e da un entusiasmo incontenibile. Erano a centinaia, ancora più dello scorso anno, i fedeli presenti che hanno assistito con trepidazione alla cerimonia della traslazione del simulacro del santo cavaliere dalla nicchia in cui viene ospitato tutto l’anno sino all’abside del Duomo. Effettuata la “scinnuta”, i componenti del comitato che cura i festeggiamenti hanno proceduto a sistemare la lancia d’argento che colpisce il drago (quest’ultima fu regalata nel 1896 dai “sangiovannari” al loro celeste patrono, San Giorgio, proprio qualche mese prima che San Giovanni venisse proclamato patrono di Ragusa superiore) e le staffe del santo cavaliere. Qualche minuto prima, stessa procedura era stata effettuata per la traslazione dell’Arca santa (contiene 102 reliquie di santi, le ultime delle quali sono state collocate dall’attuale parroco del Duomo, don Pietro Floridia: si tratta delle reliquie della beata Madre Candida dell’Eucaristia e di Santa Teresina di Gesù bambino), anche in questo caso utilizzando un sistema di argani molto ingegnoso ed efficiente, utilizzato da un centinaio d’anni circa a questa parte. La Chiesa madre era gremita di devoti che, dopo la santa messa, si sono stretti attorno al glorioso patrono di Ragusa, dimostrando un immutato affetto, destinato a rinnovarsi da qui sino ai giorni in cui si terrà la festa esterna, quest’anno prevista per il 29, 30 e 31 maggio. Al suono della marcia di San Giorgio, eseguita con l’organo maximum del Duomo, il simulacro, sistemato sulle spalle dei portatori, ha dato vita alla caratteristica “abballariata”.
La statua si è mossa come al ritmo di una danza che affonda la sua ragion d’essere in antichi simbolismi e che cerca di ripercorrere la caratteristica andatura del cavaliere in sella al proprio destriero. Più volte, inoltre, il simulacro è stato fatto affacciare, a porte del Duomo aperte, sulla soglia del sagrato, un altro gesto simbolico, con il santo cavaliere che ha voluto rendere omaggio, in un saluto che si ripete ogni anno durante questo periodo, alla città e alla comunità dei fedeli. Anche l’Arca santa era stata collocata dai portatori nel transetto accanto all’altare. Un momento di grande commozione quando il parroco don Pietro Floridia ha ricordato don Peppino Firrincieli, uno dei portatori storici, venuto a mancare lo scorso anno. Con la cerimonia di ieri, quindi, hanno preso il via in forma ufficiale i festeggiamenti in onore del santo che, pure stavolta, come negli anni precedenti, vedranno impegnati in prima linea i componenti dell’associazione “San Giorgio martire”, a cui si sono uniti quelli dell’associazione portatori, i quali forniscono piena collaborazione al parroco per la riuscita di tutte le iniziative in fase di programmazione. Giovedì 23 aprile, intanto, sarà festeggiata la solennità liturgica di San Giorgio martire. Dopo la messa della mattina, alle 11, che sarà presieduta da don Pietro Floridia, nel pomeriggio, alle 18,30 si registrerà prima l’arrivo dei giovani scout di Ragusa che, partendo dalle loro sedi, raggiungeranno il Duomo in pellegrinaggio per rendere omaggio al loro santo patrono. Poi, alle 18,45, la solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal vescovo, mons. Paolo Urso. Saranno presenti le autorità civili e militari della città e della provincia. Il suono delle campane e lo sparo di colpi a cannone annunceranno, alle 10, alle 12 e alle 17, il giorno di festa.