L’Addolorata e il barocco di Ibla. E tutto attorno un silenzio ovattato. Ci sono momenti che recano con sé uno speciale carico di emozioni. Ci sono sensazioni difficili da spiegare a parole. Solo chi è presente può testimoniare quanto certe suggestioni riescano a toccare le corde della propria sensibilità. A prescindere dal fatto di essere o meno credenti. In questi momenti rientra, a buon diritto, la processione della Madonna Addolorata a Ragusa Ibla. Il lento incedere del simulacro della Madre piangente tra i monumenti Unesco, con le viuzze che trasudano un fascino particolare, facendo da cornice ai fedeli in processione, tutti in ossequioso silenzio, a punteggiare ogni tratto del cammino, è una esperienza singolare ed irripetibile. La si ritrova, in città, solo in questa festa solenne. Molto intima. In cui la carica di spiritualità e il misticismo della fede sono un tutt’uno. Elementi che, ogni anno, riaffiorano e rivivono per scandagliare meglio le sottili sfumature del credo di ciascuno. E non è un caso che l’avvenimento religioso in questione sia tra i più antichi del borgo barocco di Ragusa.
Anche quest’anno, la processione che è partita dalla chiesa di Santa Maria dell’Itria non ha tradito le attese, raccogliendo attorno a sé un consistente numero di devoti, gli stessi che hanno preceduto il simulacro della Vergine con i ceri, accompagnando il fercolo tra i vicoli e le viuzze. In piazza della Repubblica, dinanzi alla chiesa delle Anime sante del Purgatorio, il simulacro è stato sistemato sul carrello mobile. E da qui la processione è proseguita per le strade del quartiere barocco. Un rito pregnante, caratterizzato da una intensa sacralità e spiritualità, ripetutosi ieri pomeriggio all’uscita dalla chiesa, contrassegnata da una vera e propria esplosione di gioia. Poi, il momento della riflessione che ha sostenuto quanti percorrono la strada del dolore, come quello dell’Addolorata che soffre per il Figlio morto sulla Croce. Attenzione rivolta verso i canoni della crescita spirituale che accompagna ogni devoto come è stato sottolineato dal parroco, don Gino Scrofani, durante lo svolgersi della processione, che ha visto anche la presenza di don Giovanni Pluchino. “La festa della Madonna Addolorata – ha detto il parroco – ci ricorda la necessità della nostra conversione. Quando noi guardiamo alla Madonna che piange ai piedi della Croce, siamo invitati alla conversione. Le lacrime di Maria sono lacrime di preghiera, di speranza, di consolazione”. Il momento solenne dei festeggiamenti che, per tutta la settimana, hanno animato il fervore religioso di questa zona di Ibla, è stato seguito con estrema partecipazione dai fedeli che hanno rinnovato il proprio affetto nei confronti della Madre piangente. Accompagnato dal corpo bandistico “San Giorgio” di Ragusa, il simulacro ha fatto rientro in chiesa dopo circa due ore. La Madonna Addolorata ha rinnovato il proprio appuntamento ai fedeli tra qualche mese, con la processione della Settimana Santa, durante il periodo pasquale, quando il simulacro uscirà di nuovo tra le stradine dell’antico borgo di Ragusa.