«Sulla vicenda delle plusvalenze fittizie tra Chievo Verona e Cesena – esordisce Elisabetta Barbuto – bisogna fare piena luce perché, nei fatti, rischia di mortificare non solo il calcio crotonese e tutta la grande tradizione sportiva della nostra città, ma i valori di lealtà e correttezza che dovrebbero contraddistinguere le competizioni agonistiche».
Dal procedimento firmato dalla Procura Federale della Federazione italiana gioco calcio – datato 25 giugno – emerge come Il Procuratore Federale ed il Procuratore Federale Aggiunto, espletata l’attività istruttoria in sede disciplinare ed esaminati gli atti del procedimento, hanno deferito al Tribunale Federale Nazionale, tra gli altri, i presidenti del Chievo e Cesena, per il caso plusvalenze fittizie. Nel dettaglio, la procura sportiva indaga sul fatto che tra il 2015 e il 2017, avrebbero iscritto a bilancio plusvalenze fittizie al fine di far figurare i conti in salute. L’obiettivo sarebbe chiaro: far apparire un patrimonio netto superiore a quello realmente esistente alla fine di ciascun esercizio e di ciascun semestre, così da ottenere la Licenza Nazionale e l’iscrizione al campionato nelle ultime tre stagioni, pur in assenza dei requisiti previsti dalla normativa federale. Non solo, il Procuratore ha deferito altri 18 dirigenti di Chievo Verona e Cesena e le due società a titolo di responsabilità diretta e oggettiva.
«Una situazione molto grave. Se tutto venisse confermato – insiste la Barbuto – sarebbe una vera e propria truffa che andrebbe a violare sono solo le norme di fair play finanziario oggi ritenute fondamentali ma anche quelle di fair play sostanziale e morale. E ad esserne maggiormente penalizzati sarebbero i cittadini di Crotone». La comunità pitagorica, infatti, ha una grande tradizione sportiva di cui l’approdo in A del Crotone calcio è solo il punto d’arrivo più importante. Partendo dal nuoto negli anni ’60-’70 fino ad arrivare alla recentissima promozione in A2 per i ragazzi della pallanuoto a cui vanno tutti i complimenti per l’impresa raggiunta. «Il comportamento sulle plusvalenze fittizie – insiste la Barbuto – è, secondo le contestazioni, reiterato e le regole vanno rispettate altrimenti si rischia di cadere nel ridicolo». Anche perché la responsabilità diretta di società e membri in posizione apicali di esse, infatti, può comportare la retrocessione. Allora il Crotone entrerebbe davvero in gioco per un ripescaggio. In quanto terzultima classificata del campionato, i calabresi sarebbero la prima squadra nella graduatoria, e potrebbero ritrovare dunque la Serie A.
«A questo punto – chiudono le Parlamentari pentastellate crotonesi – è giusto che la giustizia sportiva faccia il suo corso e i pitagorici sperino nel ripescaggio. Noi ci muoveremo nelle sedi opportune per vigilare sugli accadimenti non per fare opera di becero sciacallaggio che non ci appartiene visto l’amore che questa città dimostra per lo sport ma semplicemente per capire se al Crotone venga davvero data questa possibilità perché chi ha sbagliato paghi senza scorciatoie e condoni. Lo sport dovrebbe essere esempio di rigore morale non di calembour finanziari per iscriversi ai campionati». «Se necessario – ha chiosato la senatrice Corrado – porteremo il caso in commissione Cultura (che ha anche la delega allo Sport) per capire il da farsi».