“In un momento difficile per l’economia, dopo il via libera dell’Unione Europea con la firma del decreto interministeriale sull’etichetta d’origine dei salumi, prosciutti e mortadella da parte dei Ministri delle Politiche Agricole Teresa Bellanova e dello sviluppo economico Stefano Patuanelli avvenuta in occasione dell’Assemblea Nazionale Coldiretti a Roma si pone fine all’inganno della carne tedesca o della “frugale” Olanda spacciata per italiana”. Così Franco Aceto – presidente della Coldiretti Calabria - presente all’Assemblea insieme ai dirigenti delle provincie calabresi commenta questo risultato che rappresenta indubbiamente una ottima chance per i nostri suinicoltori e la nostra economia vista la straordinaria valenza produttiva e la tradizione nel comparto che ha la Calabria. Dobbiamo - continua –proseguire a portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza con l’obbligo di indicare in etichetta il Paese d’origine di tutti gli alimenti per combattere la concorrenza sleale al Made in Italy di cui quello calabrese è un pezzo significativo. Coldiretti, storicamente impegnata, ricorda che questo è per adesso l’ultimo capitolo. Infatti, l’obbligo di indicare in etichetta l’origine per pelati, polpe, concentrato e altri derivati del pomodoro era arrivato a febbraio 2018, con il decreto interministeriale per l’origine obbligatoria sui prodotti come conserve e salse, oltre al concentrato e ai sughi, che siano composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro. Il 13 febbraio 2018 è entrato in vigore l’obbligo di indicare in etichetta l’origine del grano per la pasta e il riso, ma prima c’erano stati già diversi traguardi raggiunti: il 19 aprile 2017 è scattato l’obbligo di indicare il Paese di mungitura per latte e derivati dopo che il 7 giugno 2005 era entrato già in vigore per il latte fresco e il 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy mentre, a partire dal 1° gennaio 2008, vigeva l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro. A livello Ue – prosegue Coldiretti – il percorso di trasparenza è iniziato dalla carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d’obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell’ortofrutta fresca. Dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto, mentre la Commissione Europea ha recentemente specificato che l’indicazione dell’origine è obbligatoria anche su funghi e tartufi spontanei. Il decreto nazionale interministeriale introduce l’indicazione obbligatoria della provenienza per le carni suine trasformate, garantisce trasparenza ai cittadini-consumatori che portano in tavola salumi, e sostiene gli allevamenti di maiali messi in ginocchio dalla pandemia e dalla concorrenza sleale, per salvare il prestigioso settore della norcineria che nella nostra regione, al netto dei quattro salumi DOP calabresi (capocollo, pancetta, salsiccia e soppressata) che già rispondono a precisi disciplinari sulla provenienza delle carni. Coldiretti stima che il settore della produzione di salumi, insaccati e carne di maiale, dalla stalla alla distribuzione, è di oltre 400 milioni di €uro. Soddisfazione viene espressa da parte del comparto suinicolo degli insaccati calabresi, settore di punta dell’agroalimentare regionale.a