"Le inefficienze della giustizia - ha proseguito - hanno pesanti ricadute anche sul debito pubblico. I ricorsi per il riconoscimento della responsabilità dello Stato per i ritardi in materia giudiziaria, regolati dalla legge Pinto, costituiscono larga parte del contenzioso seguito dal Ministero. Numero ed entità delle condanne rappresentano annualmente ancora una voce importante del passivo del bilancio della Giustizia, la cui eliminazione va posta come prioritario obiettivo".
"Mi preme ribadire che l'insieme delle misure programmate ed in corso di attuazione" sul fronte delle carceri "non produce un'alterazione dell'equilibrio sociale, poiché non è previsto alcun automatismo nella concessione dei benefici penitenziari. Ogni decisione è assunta dal magistrato di sorveglianza. Al Parlamento resta la responsabilità di scegliere se ricorrere a quegli strumenti straordinari evocati dal Presidente della Repubblica e che certamente ci consentirebbero di rispondere in tempi certi e celeri alle sollecitazioni del Consiglio d'Europa".
Ma la Guardasigilli sottolinea anche che le nuove misure varate per attenuare il problema non creano un nuovo problema di sicurezza: «Mi preme ribadire che l’insieme delle misure programmate ed in corso di attuazione» sul fronte delle carceri «non produce un’alterazione dell’equilibrio sociale, poiché non è previsto alcun automatismo nella concessione dei benefici penitenziari. Ogni decisione è assunta dal magistrato di sorveglianza». Sono comunque «assai incoraggianti» i primi risultati dell’applicazione del decreto sulle carceri ha aggiunto la Cancellieri «Al 9 gennaio 2014 i detenuti in carcere erano 62.326 (59.644 uomini e 2.682 donne), in progressivo decremento rispetto alla precedente rilevazione del 4 dicembre 2013 quando il numero era di 64.056 detenuti», ha spiegato ancora il ministro.
«Dalla attuazione della riforma ci si attende non soltanto significativi risparmi di spesa, ma, soprattutto, un netto recupero di efficienza in forza della migliore distribuzione della scarse risorse» ha sottolineato ancora la Cancellieri che è tornata a difendere le ragioni della riforma della geografia giudiziaria, la cui attuazione ha «un’importanza strategica». «Il conforto ottenuto dalla riforma in seguito alle sentenze della Corte Costituzionale - ha aggiunto il ministro - ci sprona a proseguire senza indugio». «Il 2013 ha visto il Ministero della giustizia - ha proseguito la Cancellieri - impegnato a fondo su alcuni temi fondamentali nei più delicati settori di competenza, tutti connotati da una situazione prossima all’emergenza e tutti essenziali per la corretta tutela dei diritti, soprattutto delle persone più vulnerabili».