La proposta di una nuova procedura d'infrazione - scrive l'Ansa - sarebbe arrivata dal servizio giuridico della Commissione, che fa capo al gabinetto presidenziale guidato da Josè Manuel Barroso. Fonti comunitarie spiegano che "se entro i prossimi mesi l'Italia non si adeguerà alla prima sentenza" sarà di nuovo "deferita ai giudici". Il rischio è che debba poi pagare "sanzioni pecuniarie".
Ciò che l'Unione Europea contestava,scrive Lucio Di Marzo su il giornale, e ancora contesta, è l'eccessiva protezione garantita alla magistratura italiana. Per eventuali errori commessi nell'applicare il diritto europeo, non è infatti prevista responsabilità civile, che entra in gioco per dolo o colpa grave, ma non per errori di valutazione o interpretazione. Una differenzia importante, se si considera che circa l'80% delle norme italiana deriva ormai da provvedimenti comunitari.
Renato Brunetta, presidente dei deputati del Pdl, ha commentato: "La responsabilità civile dei magistrati dev'essere legge, come da precisa norma Ue". Sandro Bondi, coordinatore del Pdl, ha aggiunto: "Era ora che l'Europa si accorgesse che qualcosa non va". Ha anche chiesto al governo di "intervenire con urgenza" per risolvere una situazione in cui pesano troppo "pregiudizi" e "giudizi di carattere politico e ideologico
Cosi l'Unione Europea ha deciso di aprire una procedura d'infrazione: l'Italia non ha rispettato la condanna della Corte di giustizia, che a novembre 2011 aveva sottolineato alcune mancanze sul tema della responsabilità per i magistrati