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Giovedì, 01 Maggio 2025

Il sax di Alberto La neve sonorizza Jules Verne

Secondo disco per il sassofonista paolano Alberto La Neve con la vocalist  Fabiana Dota, dal titolo Lidenbrock Concert for sax and voice, edito da  Manitù Records.

L'album è incentrato su Otto Lidenbrock, professore di mineralogia di Amburgo, protagonista di Viaggio al centro della terra di Jules Verne.

In proposito La neve, che ne firma le quattro composizioni, si produce in un lavoro "di viaggio", in superficie e sotto terra, dove le strutture portanti sono tipicamente musicali giá in Depart, prima tappa del romanzo dovutamente riletto e sonorizzato.

È l'incipit, quando si rinviene una pergamena in un antico manoscritto in cui è contenuto il messaggio cifrato, poi decriptato, per giungere al centro della terra.

L'atmosfera sonora, anche per chi non ha visto film in tema, come quello di Levin del 1959, con Pat Boone, o il più recente in 3D di Brevig del 2008, pare modellata con cura cinematografica, talora con artigianeria teatrale.

Lo scenario evocato è di cosmicitá fantastica, proteso alla ricerca di un mondo perduto in cui la musicista napoletana fa il Virgilio che col canto supporta il viaggiatore- esploratore. La neve prosegue infatti, in questo secondo compact a proprio nome, il percorso sperimentale giá precedentemente avviato in Nemesi. Si tratta di un autore molto creativo che ha fatto proprio il linguaggio jazzistico forbendo attentamente il suono del proprio sax e ora si proietta verso universi collaterali, infondendo alla pratica ed alla tecnica musicale una poetica alquanto personale, frutto di letture emotivamente pregnanti come quella verniana.

Islande, seconda parte del cd, luogo dove è situato il punto d'ingresso prima della discesa, e il successivo Sneffels, vulcano tramite il cui cratere ci si avventura nelle più profonde viscere della terra fino al mare sotterraneo, sono stratificazioni di effetti e loop machine e improvvisazioni che lastricano il tracciato della sfida della coppia di artisti.

Che ha fine con Retour - come dire vertigini della risalita e rientro ad Amburgo - movimento finale di una suite che si basa proprio sull'idea del Movimento, in direzione under ground e soprattutto in chiave di una più "globale" prospettiva estetica.

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