Se in passato i risultati del vigoroso exploit del “triangolo industriale” concorsero ad accrescere le risorse disponibili per l’attuazione di politiche pubbliche d’intervento finalizzate ad emancipare il Mezzogiorno da condizioni di relativa arretratezza, il motore dello sviluppo industriale del Nord, in sintonia, venne alimentato dall’apporto di forza lavoro e dalla domanda addizionale di beni di consumo durevoli, provenienti dalle regioni meridionali. Pertanto, oggi, c’è da chiedersi se e come sia possibile ripristinare, in un contesto diverso da quello di allora e in sintonia tanto con le direttive dell’Unione europea che, con i processi produttivi della globalizzazione, un necessario rapporto “virtuoso” di complementarietà tra le due aree del Paese Italia. Sta di fatto che, senza una resurrezione di tanta parte del Sud, quel barlume di ripresa che s’intravvede al Nord (grazie, soprattutto, al concorso di molte piccole-medie imprese all’attivo dell’export manifatturiero) sarebbe insufficiente a rimettere in pista il sistema –Paese qualora, continuasse a perdere colpi la domanda interna ed a sfilacciarsi, il tessuto produttivo formatosi, frattanto, in alcuni distretti del Mezzogiorno. Non a caso, per cercare di superare la crisi più pesante che ha investito l’Italia dal dopoguerra e che in particolare, ha aggravato i problemi della “coesione territoriale” tra Nord e Sud del Paese, il Ministro per la Coesione territoriale, Carlo Trigilia ha detto che saranno messi a disposizione 117miliardi di euro. Ma c’è di più. All’Italia andranno risorse comunitarie Programmazione 2014-2020, pari a 32.268 miliardi di euro di cui: 22, 3 miliardi vanno alle Regioni meno sviluppate(Puglia, Calabria, Campania e Sicilia); 7,7miliardi vanno alle Regioni più sviluppate; 1,1miliardi vanno alle Regioni in transizione(Abruzzo, Basilicata, Molise e Sardegna). A questo punto va detto, senza mezzi termini, che le Istituzioni nazionali e locali sulla base di queste notevoli risorse economiche devono puntare, in primis, a risolvere il persistente, divario tra l’economia del Nord e quella del Sud che, secondo un recente Rapporto di Bankitalia, è tornato ad approfondirsi.