97.263.468,66 euro. A tanto ammonta la somma complessiva che il Ministero dei beni e delle attività culturali deve corrispondere, con riferimento a lavori collaudati fino al 31 dicembre 2011, a privati cittadini per interventi di restauro o conservativi autorizzati, dagli stessi eseguiti su beni d’interesse storico artistico sotto la costante sorveglianza della Soprintendenza.
Questo è quanto emerge dalla risposta, fornita dal Sottosegretario Borletti Buitoni, ad un’interrogazione sull’argomento presentata dai deputati Zanetti, Matarrese e Santerini, del Gruppo parlamentare di Scelta civica per l’Italia.
Il Sottosegretario ha inoltre affermato che “l’importo complessivo è soggetto a notevole incremento, tenuto conto di tutti i lavori collaudati successivamente al 31 dicembre 2011, compresi quelli autorizzati fino alla data del 14 agosto 2012 (l’ultimo giorno utile per la concessione del contributo in parola prima dell’entrata in vigore del D.L. n. 95/’12) ed ancora non collaudati”.
La questione interessa numerosi proprietari, possessori o detentori di beni culturali che, financo dal 2006, hanno richiesto al Dicastero preposto l’erogazione dei contributi, prevista dall’articolo 31 del decreto legislativo n. 42 del 2004 (codice dei beni culturali e ambientali) e che, ancora a data corrente, dopo aver affrontato considerevoli oneri per il restauro e la conservazione del bene, sono in attesa dell’erogazione delle somme dovute e liquidate dagli organi tutori.
C’è da considerare, inoltre, l’introito che ci sarebbe per le casse statali, a seguito del versamento dell’Iva da parte dei privati, nel momento in cui il Ministero dovesse procedere ad erogare i contributi in parola.
Del debito ha dato notizia la Confedilizia, che da tempo segue il problema.
Il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, ha dichiarato:
“I soldi arretrati delle imprese, sono stati restituiti o cominciano per alcune fattispecie ad essere restituiti. Bisogna seguire la stessa strada, senza discriminazioni tra cittadini e categorie magari anche corrispondendo acconti a chi non ne ha ancora ricevuti in corso d’opera, così da evitare che la mancanza di liquidità in capo ai proprietari determini un depauperamento continuo di strutture monumentali”.