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L'ultimo esorcista

Copertina Amorth

 

Religioso paolino, allievo del passionista Candido Amantini (1914-1992) di cui è in corso la causa di beatificazione, fondatore prima (1990) e oggi presidente onorario dell'associazione internazionale degli esorcisti, membro della Pontificia Accademia Mariana Internazionale, scrittore e predicatore instancabile, padre Gabriele Amorth è da tempo l'indiscussa guida carismatica degli esorcisti, nel nostro Paese e non solo. Dopo una vita passata a fronteggiare quotidianamente quello che il Vangelo definisce “il principe di questo mondo”, cioè il diavolo, in questo saggio per il grande pubblico scritto a quattro mani con il giornalista Paolo Rodari mette a disposizione la sua pluridecennale esperienza - venticinque anni di esorcistato - facendo finalmente luce su un tema purtroppo oggi costantemente rimosso dalla predicazione e dalla catechesi ordinaria (cfr. P. Amorth e Paolo Rodari, L'ultimo esorcista. La mia battaglia contro Satana, Piemme, Milano 2012, pp. 262, Euro 16,50). In effetti il demonio, dopo una certa inflazione sui mezzi di comunicazione e nei film, pare che non vada più di moda, come se fosse all'improvviso scomparso dalla scena del mondo. In realtà, le cose stanno ben diversamente e oggi la sua azione è più viva che mai. Il racconto di Amorth prende avvio dai maestri e dai superiori che ha avuto nel corso della sua vita sacerdotale, a cominciare da quel don Giacomo Alberione ((1884-1971), fondatore dell'istituto religioso della Società San Paolo, oggi beato) a cui dovette di fatto il suo ingresso nel sacerdozio. Quindi lo stesso padre Amantini che per anni fu l'esorcista più ricercato di Roma presso il santuario della Scala Santa di fronte a San Giovanni in Laterano e infine il cardinale Ugo Poletti (1914-1997) - già Vicario generale della diocesi di Roma - che negli anni Ottanta gli conferì ufficialmente il servizio di questo ministero che gli avrebbe cambiato per sempre la vita. Di ognuno ricorda bene espressioni ricorrenti e consigli che si sarebbero rivelati preziosi, come quelli di padre Candido, che non dimenticherà più: “Il demonio ti minaccerà [ma] non temere. Se sei con Dio è lui che ha paura di te. E [...] con te c'è anche una persona che non ti lascerà mai, il tuo angelo custode” (pagg. 48-49). La battaglia contro le forze del male nel mondo si vince infatti anche e soprattutto chiedendo aiuto a quelle presenze invisibili ai nostri occhi, che non vediamo, e nondimeno sono sempre instancabimente al nostro fianco, come appunto gli angeli custodi. Poi, fondamentale per un esorcista è avvalersi di collaboratori, anche laici, di provata fede: “scelgo collaboratori di fede e di preghiera. Essere in grazia di Dio ed essere vicino a Dio é un rimedio sicuro contro gli attacchi del demonio” (pag. 95). I sacramenti sono infatti l'arma più potente di difesa contro il maligno: così, “suggerisco sempre ai genitori di battezzare i propri figli appena nati. Di non far passare troppo tempo. Il battesimo è un potente esorcismo. Il battesimo scaccia il diavolo. Il battesimo è temuto dal diavolo. Non é un caso, infatti, se tra i posseduti nel mondo la maggior parte sia gente non battezzata. E' soprattutto con i non battezzati che il diavolo ha gioco facile” (pag. 98).

Allo stesso modo, fin da piccoli i genitori hanno un ruolo di educatori e testimoni della fede insostituibile che – nei casi più gravi di attacchi demoniaci verso i loro figli – può diventare decisivo: per questo “chiedo ai genitori di pregare molto, di digiunare, di andare a Messa tutti i giorni” (pag. 99) e mostrare così con la vita cristiana professata quanto sia forte l'aiuto che la Croce del Redentore riversa ancora oggi per i suoi figli. Amorth spiega infatti che, lungi dall'essere una prerogativa degli esorcisti (che intervengono direttamente solo nei casi di ossessione, vessazione o possessione – verso le persone – o di infestazione – verso luoghi e oggetti -) la preghiera di intercessione per chiedere al Signore Gesù la liberazione dal maligno possono farla tutti i laici cristiani, servendosi di quei mezzi che la Chiesa mette ordinariamente a disposizione da sempre per la pratica di un serio cammino di conversione: eucaristia, rosario e digiuno anzitutto. Resta comunque fermo, oggi più che mai, che in tempi di sbandamento collettivo “se non si mette Dio al primo posto crolla la famiglia, la società, l'intesa tra le nazioni” (pag. 9) nonché, soprattutto, che “viene meno il piano il piano di Dio che ci ha creati per la felicità eterna. Se non si crede alla vita eterna non si comprende nulla di questa vita terrena” (ibidem). A scanso di equivoci, anche all'interno del popolo di Dio, gli ultimi Pontefici – almeno da Paolo VI (1965-1978) – hanno ricordato regolarmente l'azione ordinaria del demonio nella storia dell'umanità, l'eternità che attende chi lo segue in questa vita e messo in guardia contro ogni minimo riduzionismo. Da ultimo lo ha fatto Papa Benedetto XVI, per esempio in discorsi pubblici come quelli del maggio 2009: “Per quanti continuano a peccare senza mostrare nessuna forma di pentimento, la prospettiva è la dannazione eterna, l'inferno, perché l'attaccamento al peccato può condurci al fallimento della nostra esistenza. E' il tragico destino che spetta a chi vive nel peccato senza invocare Dio. Solo il perdono divino ci dà la forza di resistere al male e non peccare più. Gesù è venuto per dirci che ci vuole tutti in paradiso e che l'inferno, del quale poco si parla in questo nostro tempo, esiste ed é eterno per quanti chiudono il cuore al suo amore” (cit. a pag. 215). Che cosa fare dunque? Rispondendo con i santi, si potrebbe dire che il problema non è tanto la singola caduta – perchè, nascendo con il peccato originale, siamo tutti inclini a cadere prima o poi – ma la volontà di rialzarsi e combattere, fino alla fine. Amorth lo spiega così: “Quando il nostro spirito è buio, vive nelle tenebre, il diavolo ha maggiore spazio di manovra. Per questo occorre confessarsi spesso. La confessione riporta l'uomo alla luce. Una confessione è più potente di un esorcismo. Satana teme di più la confessione dell'esorcismo. Perchè la confessione di schianto riporta l'uomo alla luce, alla grazia di Dio e contro un uomo in grazia di Dio Satana non può fare nulla. La confessione distrugge il male. Lo annienta. E gira l'uomo verso la luce, verso il bene. Certo, occorre sempre vigilare” (pag. 250) come avverte peraltro la significativa citazione tratta dalla Prima Lettera di San Pietro posta in esordio al volume “Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro cercando chi divorare” (cfr. 1 Pt 5,8-9). Per questo, concludendo, se la vita è battaglia senza esclusioni di colpi servono cristiani di fatto e non solo di nome, “servono uomini fedeli a Dio, che sappiano imbracciare per lui le armi del digiuno e della preghiera e in questo modo sappiano scacciare dal mondo il male” (pag. 254).

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