"Mi auguro proprio che sia oggi la riunione del centrodestra a offrire a Silvio Berlusconi pieno sostegno per l'elezione al Quirinale. Se il centrodestra, come tutti ci auguriamo, sarà compatto e coeso c'è una base di voti decisiva per poi raggiungere il quorum indicato dalle norme". Ma a quanti continuano a parlare di candidati che possono essere condivisi o di candidati divisivi vorremmo ricordare alcuni passaggi nella storia italiana". Ed è Maurizio Gasparri ad aggiungere allora che "è stato Silvio Berlusconi a garantire sul piano internazionale i migliori rapporti per l'Italia. Con i russi come con gli americani, nella vicenda storica del vertice di Pratica di Mare e anche nell interlocuzione con il Nord Africa, che, se fosse proseguita secondo le sue impostazioni, avrebbe esposto l'Italia e la comunità internazionale a rischi molto minori di quelli che corrono da un decennio".
Un pacchetto di oltre 100 voti che fa gola a tutti. Pallottoliere alla mano, gli oltre 100 grandi elettori delle forze di centro e degli 'ingovernabili' del gruppo Misto potrebbero dunque fare la differenza e essere determinanti ai fini dell'elezione del nuovo capo dello Stato. Mentre si vanno via via definendo i 58 delegati regionali (mancano all'appello solo Trentino-Alto Adige, che sceglierà lunedì, e Emilia Romagna e Toscana che procederanno martedì prossimo), i partiti iniziano a far di conto per stabilire la strategia da mettere in campo.
A Silvio Berlusconi, al quale per ambire al Colle più alto servono come minimo una cinquantina di voti da pescare al di fuori dello schieramento di centrodestra. Allo stesso centrodestra, se vuole puntare ad eleggere un presidente della Repubblica di 'area'. Ma anche al centrosinistra e M5s, se vogliono impedire a Lega, FdI e Forza Italia di giocare da soli la partita per il Quirinale.
Esclusi i delegati regionali (che sono 58), il centrodestra (Forza Italia, FdI e Lega), sulla carta può contare su oltre 400, che arrivano a toccare minimo quota 450 con le forze minori (da Udc a Coraggio Italia). Il centrosinistra (Pd, Leu, M5s) può invece contare su 410-420 voti (contando i 'piccoli' di area). Ed ecco che entrano in gioco i voti dei centristi: Italia viva dispone di 16 senatori e 27 deputati; Coraggio Italia alla Camera conta 25 deputati a cui si aggiungono i 7 senatori di Idea-Cambiamo, per un totale di 32; Azione-Più Europa ha 2 senatori e 3 deputati; infine, Noi con l'Italia conta 5 deputati. Per un totale di 84 voti.
Più ampio il bacino di voti del gruppone dei cosiddetti 'cani sciolti': al Senato il Misto conta 47 componenti, di cui 23 non iscritti ad alcuna componente (per lo più si tratta di ex M5s); poi ci sono i 2 senatori del Maie, i 3 di Italexit di Paragone, 1 di Italia dei valori e 1 di Potere al popolo.
Silvio Berlusconi darà prova di ottimismo davanti ai suoi commensali, i capi dei partiti di centrodestra, invitati a pranzo a Villa Grande venerdì 14 gennaio per il secondo round di 'preparazione' in vista della partita per l'elezione del presidente della Repubblica. Il Cavaliere respingerà il pressing di Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che pretenderanno garanzie sui numeri, ribadendo che, a suo avviso, il risultato di una sua elezione al Colle è assolutamente raggiungibile.
Ma dirà agli alleati - presenti anche i centristi Luigi Brugnaro (CI), Maurizio Lupi (NcI) e Lorenzo Cesa (Udc) - che non intende sciogliere la riserva durante l'evento. Non si è mai visto qualcuno che si candida al Quirinale: è il ragionamento che si sente fare tra i corridoi della residenza romana del presidente azzurro. Quindi, nessuna ufficializzazione, anche se Berlusconi rimane molto determinato.
Occhi puntati sulla quarta votazione, quando basterà la maggioranza assoluta dei parlamentari e dei delegati, ovvero 505 voti. Forte del vantaggio numerico del centrodestra, anche se insufficiente sulla carta per una cinquantina di voti, il Cavaliere non avrebbe alcuna intenzione di rinunciare alla sfida. E non si fa spaventare dal tema dei franchi tiratori nel centrodestra che, stando a un calcolo di Vittorio Sgarbi, andrebbero sostanzialmente a pareggiare i nuovi sostenitori finora acquisiti da altri gruppi e dal Misto.
Secondo fonti del centrodestra, Berlusconi sarebbe convinto di averne dalla sua comunque già tra i 10 e i 12 'grandi elettori'.
No, e per opposte e lontanissime ragioni, a Mario Draghi o a Silvio Berlusconi al Quirinale mentre c'è chi insiste sulla necessità di un bis dell'attuale capo dello Stato, Sergio Mattarella. È quello che è emerso dall'assemblea dei gruppi parlamentari M5s che il leader, Giuseppe Conte, ha introdotto e che a più voci gli ha dato pieno mandato a trattare, salvo tre o quattro interventi critici.
Il no a Draghi e a Berlusconi come candidati da portare al tavolo delle trattative con gli altri partiti lo ha spiegato subito lo stesso Conte: la fase che sta vivendo il Paese, "sul piano politico, economico e sociale, non permette di andare alle elezioni interrompendo la legislatura. Dobbiamo contrastare, pertanto, quelle dinamiche che rischiano di innescarsi tra le varie forze politiche che potrebbero sfociare in uno scenario elettorale, che in questo momento finirebbe per compromettere tutto il lavoro fatto con il Pnrr e per garantire una pronta ripartenza del Paese", ha detto.
E ancora: "Stiamo pagando un prezzo politico alto per il sostegno a questo governo ma serve garanzia di continuare la sua azione per non ritardare il bisogno di vita dei cittadini".
Ma se Draghi ha il 'profilo morale' per continuare a guidare il Paese da palazzo Chigi o dal Colle, il discorso non vale per Berlusconi la cui candidatura è stata 'bollata' dal presidente M5s come "irricevibile".
Come riferisce l'ansa e l'iniziativa che campeggia a pagina 5 de Il Giornale con cui 'Forza Seniores', il dipartimento di Fi che raccoglie gli over 65 azzurri, lancia la candidatura dell'ex premier al Quirinale.
"Chi è Silvio Berlusconi": la locandina-manifesto, con in cima una foto del leader azzurro di qualche anno fa, elenca 22 meriti del fondatore di Forza Italia: la prima è "una persona buona e generosa", l'ultima è "l'eroe della libertà che, con grande sprezzo del pericolo, è sceso in campo nel '94 per evitare a tutti noi un regime autoritario e illiberale".
Ecco perché, per i seniores, Berlusconi merita di diventare il prossimo presidente della Repubblica: "il padre di cinque figli e nonno di quindici nipoti", "un amico di tutti, nemico di nessuno", "tra i primi contribuenti italiani", "tra i primi imprenditori italiani per la creazione di posti di lavoro", "il più giovane imprenditore italiano nominato Cavaliere del Lavoro", "un self-made man, un esempio per tutti gli italiani", "l'inventore e costruttore delle città "sicure" con tre circuiti stradali differenziati", "il primo editore d'Italia e il più liberale", "il fondatore della tv commerciale in Europa", "il fondatore con Ennio Doris della 'Banca del Futuro', "il presidente di Club che ha vinto di più nella storia del calcio mondiale".
Dopo l'uomo e l'imprenditore ci sono i meriti politici: "parlamentare europeo in carica", "il fondatore del centro-destra liberale, cristiano, europeista e garantista", "il più votato parlamentare italiano con più di 200 milioni di voti", "il presidente del Consiglio che ha governato più a lungo nella storia della Repubblica", "l'ultimo presidente del Consiglio eletto democraticamente dagli italiani (2008)", "il presidente del Consiglio che in soli sei mesi ha ridato una casa ai terremotati dell'Aquila (2009)".
Infine, l'elenco dei successi e degli onori internazionali: "il presidente del Consiglio che mise fine alla guerra fredda realizzando l'accordo di Pratica di Mare tra George Bush e Vladimir Putin (anno 2002)"; "il leader occidentale più apprezzato e più applaudito (8 minuti) nella storia del Congresso Americano", quindi "l'italiano più competente nella politica internazionale, ascoltato e apprezzato, autorevole e umano, capace di intessere e coltivare le amicizie personali più profonde con i più importanti leader mondiali".
Fonti Agi / Ansa / Il Giornale