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Lunedì, 04 Novembre 2024

Il coraggio di credere

l'eredità di benedetto xvi. m.introvigne

 

Ci sono momenti dell’anno in cui spontaneamente emergono riflessioni “ultime”, “fondamentali”, in merito alla propria vita, sul modo di vivere e di pensare, ma anche sul proprio agire. In particolare mi riferisco alla mia attività di “dilettante” scrittore, giornalista freelance, collaboratore di siti e giornali online. Allora mi pongo delle domande: perché lo faccio? Chi me lo fa fare? Visto che da queste collaborazioni non guadagno un centesimo di euro, anzi a volte devo anche stare “in guardia”, evitando di affrontare certi argomenti rischiosi che possono procurarmi possibili denunce.

Infine mi chiedo: dove trovo la forza di continuare a scrivere, di commentare, di comunicare? Essendo militante cattolico, la trovo nel Magistero della Chiesa, dei Papi, in particolare in quelli che ho conosciuto meglio, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI e ora Francesco in sintonia con i predecessori. Ma da qualche tempo trovo la forza nel vedere i miei interventi pubblicati nella grande rete di facebook, qui constato che a volte siamo in tanti a condividere non solo stessa fede, ma anche gli stessi ideali, gli stessi studi, le stesse ricerche e anche la stessa passione politica, quella vera, non quella attuale.

Secondo Introvigne, nel social network si è creata una rete di amici, dove si ricevono e si ridiffondono note, che “costituiscono una scuola di ascolto del Magistero del Papa”.

E allora penso che ha ragione Benedetto XVI quando spiega a che cosa serve la GMG, in questo periodo di crisi per l’Europa e per il mondo. “Le GMG danno visibilità alla fede, visibilità alla presenza di Dio nel mondo e creano il coraggio di essere credenti. Spesso i credenti si sentono isolati in questo mondo, quasi perduti. Qui vedono che non sono soli, che c’è una grande rete di fede, una grande comunità di credenti nel mondo, che è bello vivere in questa amicizia universale. E così, mi sembra, nascono amicizie, amicizie oltre i confini delle diverse culture, dei diversi Paesi”. Certo la GMG da sola non basta, il Papa lo ricorda, come non basta face book.

Ma la forza per continuare a scrivere e quindi pubblicare i propri interventi deriva anche dalla lettura dei libri, soprattutto di certi libri come quello che sto leggendo in queste settimane, “L’eredità di Benedetto XVI. Quello che Papa Ratzinger lascia al suo successore FRANCESCO”, di Massimo Introvigne, Sugarcoedizioni (2013 Milano, pp 423, e.25)

Il libro di Introvigne è una fitta sintesi dei discorsi, delle udienze, delle encicliche, di papa Benedetto XVI, tra l’altro il testo è la naturale continuazione di “Tu sei Pietro. Benedetto XVI contro la dittatura del relativismo, pubblicato precedentemente nel 2011, sempre da Sugarcoedizioni. In questo volume, la selezione dei documenti su Papa Ratzinger di Introvigne, emerge un disegno complessivo “di contrasto alla “dittatura del relativismo”, che è il tentativo subdolo – ma spesso anche violento – d’imporre la dottrina secondo cui la verità non esiste: ‘ciascuno dice la sua’, e tutte le opinioni hanno stesso valore”. Qui Benedetto XVI appare, come “il primo custode non solo della fede ma anche della ragione minacciata dal relativismo”

Il professore Introvigne da qualche anno oltre a tante altre attività riesce a leggere e a sintetizzare per noi il ricco e intenso Magistero di Benedetto XVI e ora anche quello di papa Francesco, che si può leggere sul giornale online, Lanuovabussolaquotidiana.it. Peraltro, i due testi pubblicati dalla casa editrice milanese, rappresentano due ottime “guide” ragionate del grande patrimonio magisteriale di papa Ratzinger, il professore torinese, “offre qui un vero e proprio corso sul Magistero di Benedetto XVI”, vi assicuro che leggendoli vi aiuteranno molto a far diventare più adulta la vostra fede, perché vi danno veramente quel giusto alimento per non cadere nello scoraggiamento e soprattutto in quella crisi di identità che spesso tormenta certi ambienti cattolici.

Facendo nostro il monito di papa Benedetto XVI, possiamo scrivere che l’antidoto a questa grande crisi, che lambisce anche il sacerdozio cattolico, è di proporre il ritorno alla fede, e proprio nell’anno della fede, il papa ci ricorda che “non si tratta di un’emozione, ma di un preciso contenuto di dottrina”. Ciò significa letture e studio dei testi, possibilmente integrale e non parziale o addirittura mediate dai giornali, delle encicliche del Papa.

Bisogna ringraziare il professore Introvigne per questa lettura guidata del Magistero di Benedetto XVI, un corpus paragonabile nella storia della Chiesa solo a quello di Leone XIII, una vera e propria miniera di dottrina, di storia, di informazioni, che aiutano a comprendere ora il Magistero di papa Francesco. Infatti come viene scritto in fondo alla copertina di “Tu sei Pietro”: “Ogni testo va letto alla luce degli interventi precedenti dello stesso e di altri Pontefici, e diventa a sua volta criterio d’interpretazione dei testi successivi”.

Introvigne che è vice reggente nazionale di Alleanza Cattolica, ci invita allo studio del Magistero pontifico in modo sistematico, come merita. E questo si potrà fare soprattutto con il libro cartaceo, perché internet non sempre aiuta.

Nei prossimi interventi cercherò di approfondire qualche tema del ricco magistero di papa Ratzinger.

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