"Se si arriva a punire la Grecia perché dà seguito ai propri impegni come da diritto internazionale, significa che l'Europa non ha più sentore dei propri valori, perde sé stessa e rischia di andare a fondo" ha detto qualche giorno fa la presidente della Camera Laura Boldrini, in visita sull'isola greca di Lesbo, terra di approdo per decine di migliaia di migranti, riferendosi al rischio di una mini-Schengen, "un precedente gravissimo che rimetterebbe in discussione tutti i principi del nostro stare insieme". "Lesbo è simbolo dell'accoglienza. Se Schengen è in crisi, è perché altri Stati non ottemperano ai loro obblighi", ha aggiunto Boldrini.
Intanto la Grecia sta preparando con velocita cinque hotspots nelle isole Greche di Chios Kos Leros Lesbo e Samos,tre centri ci ricollocamento ad Atene Salonico Schisto Atene Davata Salonico e porto di Salonico
Ma l’Austria chiude il Brennero, l’ipotesi muro macedone fa temere per un nuovo flusso di migranti via Albania, e la riforma del regolamento di Dublino è in alto mare
Bruxelles e Berlino anziché una strategia inclusiva e risolutiva, decidono di fare della Grecia il lazzaretto d'Europa, e la Nato solo ora si appresta a inviare mezzi navali. Con tanti saluti ad Unione ed Europa. «Troppe accuse reciproche sono in circolazione» osserva acido Sigmar Gabriel sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung.
Ma ogni giorno circa duemila persone arrivano sulle coste greche, con gli scafisti che indisturbati partono dalla Turchia e, molto spesso, naufragano al largo di Lesbo e Kos, dove negli ultimi giorni si segnalano scontri tra residenti e polizia. Gli isolani non sono razzisti, si difendono, chiedono che a poche settimane dall'inizio della stagione turistica l'unica fonte di sopravvivenza non si costruiscano hotspot vicino agli alberghi...la costruzione di un campo permanente a meno di 30 chilometri dal confine è sbagliata, anche in considerazione dei potenziali danni al turismo. A Kos il comune intanto annuncia un referendum sugli hotspot per dare la parola ai cittadini. I richiedenti asilo ora arrivano con tassi maggiori fino a dieci volte rispetto al gennaio di un anno fa.
L Associated Press riferisce di un'Unione europea pronta ad espellere la Grecia dalla zona di Schengen la causa sarebbe la sua «inefficienza» nel proteggere i confini dai flussi di profughi, il termine di tre mesi fatto circolare dai media nelle ultime settimane potrebbe scendere a pochi giorni, come chiesto esplicitamente dal nuovo ministro degli Esteri austriaco Sebastian Kurti, in occasione della conferenza sulla sicurezza a Monaco di Baviera. Per il momento non vi è stata alcuna reazione ufficiale da parte del governo greco, alle prese con la protesta degli agricoltori e con la traballante maggioranza appesa a soli due voti in vista della valutazione della troika, attesa il prossimo 22 febbraio ad Atene.
"La Grecia ha fallito nella difesa dei confini Schengen dall'immigrazione di massa, quindi i paesi del gruppo Visegrad devono attuare un piano B, con la costruzione di un muro sul confine sud di Bulgaria e Macedonia.
Lo ha affermato in parlamento il premier ungherese Viktor Orban, riportando gli esiti del vertice V4 del weekend e a poche ore da un incontro a Praga degli stessi paesi. "Se Atene non è pronta o non è in grado di proteggere l'area Schengen, serve un'altra linea di difesa in Macedonia e Bulgaria", ha detto.
Domani si apre una complessa due giorni di summit per i ventotto leader, una doppia sessione in cui si devono affrontare due dossier potenzialmente tossici. Uno è quello delle migrazioni. Rovente al punto che in più capitali ci si è messi a recitare la litania del «non aspettativi un gran che». In realtà, il muro macedone è una minaccia brandita da numerosi governi dell’Europa centrorientale, a partire dal gruppo di Visegrad, vale a dire Polonia, Ungheria, Cechia e Slovacchia. Sono uniti contro la Grecia che la Commissione, ovviamente, difende. Juncker cercherà di farli ragionare.
C’è poi il dossier britannico. Cameron è stato all’Europarlamento e stasera arriva la bozza finale del testo da discutere nel vertice europeo che si apre domani. Sono le concessioni per favorire un «sì» nella consultazione. Il problema è che si rischia di chiudere un accordo che, in futuro, potrebbe consentire di fermare l’evoluzione dell’Eurozona e mettere a rischio l’Unione bancaria. Strasburgo non ha voce in capitolo sull’intesa fra i governi, ma dovrà pronunciarsi sui suoi dispositivi. L’ipotesi di un veto è sempre sul tavolo.
Intanto la Grecia sta realizzando in velocita tutti i hotspot richiesti dalla UE,e qui sotto sono alcune foto degli hotspot che Atene sta cercando di finire.