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Dopo il Senato Def alla Camera

E' iniziato nell'Aula della Camera l'esame del Def. Nell'Emiciclo dai banchi del governo interviene il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. Dalle 14 avranno inizio le dichiarazioni di voto, che saranno trasmesse in diretta televisiva....pero...finche il ruolo di Renzi era quello che tirava i calci negli stinchi ai rottamandi del Pd e del governo (i vari Enrico Letta e D'Alema) qualsiasi nuova tassa l'esecutivo intendesse varare veniva definita una «porcata». Ora che a Palazzo Chigi c'è lui in persona, il profilo è molto più basso anche in tema di tassazione. Poco importa, quindi, che 200 milioni possano essere spremuti da chi compra smartphone, tablet e personal computer.

Certo, a Renzi mettere la faccia su questioni che incidono in negativo sulle tasche dei consumatori non piace. Meglio mandare avanti qualcun altro e, in questo caso, l'ingrato compito è toccato al ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini. Il tema non è nuovo : si tratta dell'equo compenso dovuto alla Siae dai produttori di supporti digitali. In pratica quando si acquista un cellulare, un tablet, un pc o un altro supporto di memoria si paga dal 2009 una quota fissa alla società (statale) degli autori ed editori per le copie private (di canzoni, film, libri, ecc.) che su quel dispositivo verranno copiati.

Secondo il Giornale la tabella dell'equo compenso doveva essere aggiornata già dal 2012, ma il governo Monti era in tutt'altre faccende affaccendato e così la patata bollente era passata alla fine del 2013 nelle mani di Enrico Letta e del predecessore di Franceschini, il dalemiano Massimo Bray. A febbraio era tutto pronto: il decreto avrebbe accolto i desiderata della Siae guidata da Gino Paoli (sì, proprio lui). La gabella sugli smartphone sarebbe passata da 0,9 a 5,2 euro (+478%); idem per i tablet (da 1,9 a 5,2 euro) e per le smart tv (da zero a 5 euro). Sui computer il balzello sarebbe salito a 6 euro (da 1,9 per quelli senza masterizzatore e da 2,4 per quelli con), mentre il prelievo sulle memorie portatili come le chiavette Usb sarebbe quasi raddoppiato (da 0,5 a 0,9 euro per Gigabyte). Un totale, come detto, da quasi 200 milioni, più che doppio rispetto all'attuale prelievo. Una stangata da realizzarsi in tempi di crisi e, per altro, in un mercato non competitivo come quello italiano dove l'acquisto di un iPhone senza sostegno dell'operatore è più oneroso che altrove.

Ma tant'è. Il ministro Dario Franceschini ha sfidato il Parlamento (a parte la sinistra Pd, sul tema la maggioranza è la divisa) e ha sentenziato: «L'equo compenso verrà aggiornato. Faremo un tavolo con tutte le parti interessate e poi prenderò una decisione. Probabilmente mi prenderò fischi da tutti». Intanto alle interrogazioni scettiche di Scelta Civica ha mandato a rispondere il sottosegretario alla Giustizia, Enrico Costa. L'appuntamento con Siae e Confindustria Digitale è fissato per il 23 aprile

Tornando alla discussione del esame in Camera del DEF : "Avremo modo discutere ma ci sono le condizioni per un cambio di passo, una sfida non da poco in un Paese dove le riforme sono sempre invocate ma poi ostacolate. Sta a noi affrontare questa sfida con il confronto parlamentare, tenendo conto della pluralità delle opinioni ma anche assumendoci la responsabilità di fare sintesi". Così il relatore di maggioranza, Antonio Misiani, in Aula alla Camera durante la discussione sul Def. "L'Italia - prosegue - esce dalla peggiore recessione dal dopoguerra e per rilanciare lo sviluppo sostenibile serve discontinuità a livello europeo e nazionale. In questo Def la discontinuità sta nel progetto di riforma dove è scritta una prospettiva radicale di cambiamento e per la prima volta anche la tempistica di attuazione".

'Nel 2015 il disavanzo strutturale ricomincerebbe a diminuire di 0,5 punti percentuali grazie ad una manovra di consolidamento finanziata da riduzione di spesa, pari a 0,3 punti percentuali di Pil sull'avanzo primario''. Lo dice il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, alla Camera confermando il pareggio nel 2016.

Ha preso il via nell'Aula del Senato l'esame del Def. Il ministro dell'Economia Piercarlo Padoan ha appena preso la parola per spiegare "come mai il governo abbia chiesto il voto a maggioranza assoluta".

"Nonostante i segnali di ripresa dell'anno in corso, anche nel 2014 il gap rimarrà molto negativo, la ripresa economica ancora fragile e la situazione del mercato del lavoro rimane ancora difficile" ha detto il ministro dell'Economia

Per favorire il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione il governo ha intenzione di avvalersi della procedura eccezionale" che prevede che per il rinvio del pareggio di bilancio si voti una relazione relativa a maggioranza assoluta dei componenti di Palazzo Madama, ha aggiunto il ministro

Le misure correttive per i prossimi anni, e il piano di dismissioni, assicurano già dal prossimo anno il rapido rientro del maggior rapporto debito/Pil, conseguente all'ulteriore pagamento dei debiti pregressi" spiega il ministro sottolineando che "il profilo programmatico del rapporto debito/Pil rispetta così la regola del percorso di convergenza del debito verso il parametro europeo del 60% già nel 2015".

La vicenda sulla lettera all'Ue è stata una tempesta in un bicchier d'acqua? "Mi pare proprio di si" aveva detto il ministro ai cronisti entrando in Aula al Senato

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