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Dal carnevale alla quaresima non dimenticando il martirio dei cristiani copti

Inizio con una lettera pubblicata questa mattina da “LaCrocequotidiano”, una interessante riflessione sul significato del Carnevale. In un Occidente sazio e disperato, è Carnevale tutto l’anno, pertanto a cosa serve “folleggiare, trasgredire, se la trasgressione è diventata la più comune e banale delle consuetudine?” E se per ingozzarsi a piacimento si aspettava il periodo del carnevale, adesso si mangia con avidità ogni giorno, basta osservare i banchi alimentari dei vari ipermercati. L’astinenza cristiana l’abbiamo ceduta ai musulmani, ai buddisti, ai cultori del new age o alle cliniche salutiste.

Tuttavia, il carnevale esisteva soltanto in funzione del periodo che lo seguiva, cioè la Quaresima, che ormai è sparita nel nostro mondo relativista. La lettera evidenzia anche la sparizione di quel bisogno di sospendere i ruoli sociali (pensiamo a quelle sessuali), gli uomini che si travestivano da donne e viceversa. Basta guardarsi un po’ in giro per accorgersi che anche per questo è Carnevale tutto l’anno. In pratica scriveva lo scrittore cattolico Vittorio Messori: “…rifiutando la Quaresima ci siamo preclusi i piaceri del carnevale, proprio quando ci illudevamo di moltiplicarli, facendo ogni giorno un martedì grasso”.

E che sarà una Quaresima difficile, certamente non facile, lo scrive Mario Adinolfi nell’editoriale di oggi de LaCrocequotidiano, “Solo il Signore può salvare dal flagello, lo ripete PapaFrancesco citando un passo del profeta Gioele. La Quaresima quest’anno inizia con tante preoccupazioni, non c’è solo la crisi economica che attanaglia le famiglie italiane, ma adesso c’è anche quella del terrorismo del fondamentalismo islamico. Non possiamo facilmente dimenticare il video orribiledel sacrificio, del martirio dei ventuno cristiani copti sgozzati dai miliziani jihadisti dell’Isis, sulle spiagge libiche. Adinolfi paragona i paramenti del Papa, rosso violacei, prescritti in questo periodo, al sangue versato dai martiri, i poveri uomini egiziani, mescolato alle acque del mare Mediterraneo. I copti cristiani sono stati assassinati per il solo fatto di essere cristiani. Si vedeva chiaramente nel video che dicevano, “Gesù aiutami”. E’ una Quaresima di sangue e di martirio, basti pensare ai cristiani nigeriani vittime di BokoHaram o a quelli pakistani presi di mira ad ogni angolo di strada sempre per ragioni religiose.

“Attraverso questo sangue Dio ci sta parlando da molto tempo”, scrive Antonello Iappica.“…Oggi è un indizio chiaro della volontà di Dio che dobbiamo saper cogliere, se davvero vogliamo guardare agli eventi con gli occhi profetici che solo la fede può donare. Altrimenti rischiamo di impantanarci nelle fredde analisi geopolitiche, importanti per carità, ma che hanno i limiti della prospettiva semplicemente umana, troppo orizzontale per indicarci il cammino da percorrere”. (Antonello Iappica, Non basta l’analisi geopolitica, 17.2.15, LaCrocequotidiano)

Le analisi di questi giorni sui media si affrettano a scrivere che non si tratta di una guerra religiosa. “E’ invece, in tutta evidenza, proprio una terza guerra mondiale tutta religiosa, solo religiosa, contro i cristiani o ‘i crociati’ se si vuole restare al gergo ossessivamente utilizzato dall’Isis in ogni messaggio. - scrive il direttore de LaCroce –E poiché è una guerra di natura religiosa, anche all’interno dell’Islam per il raggiungimento di posizioni egemoniche, come si fa a non comprendere che solo una ‘riconciliazione con Dio’ può disinnescare la potenzialità maligna del conflitto in fieri?” (Mario Adinolfi, Non sarà una Quaresima facile, 19.2.15, LaCrocequotidiano).

E a questo punto come non pensare a quel testo tanto vituperato del politologo americano Samuel Huntington, “Lo scontro di civiltà”. Dove si discuteva i temi della proliferazione degli armamenti, dello sviluppo demografico e dell’emigrazione, della democrazia e dei diritti umani. Per lo studioso americano, che ha scritto il suo saggio nel1996, la storia non è finita con il crollo del comunismo. Conclusa la Guerra fredda, gli essere umani non si definiscono più in base all’ideologia o al sistema economico in cui operano, ma cercano di definire la loro identità in base alla propria lingua e religione, alle proprie tradizioni e costumi.

Quanto tempo passato invano, senza predisporre politiche idonee, riflessioni serie, formazione culturale, informazione popolare”, scrive Aventino Frau sul quotidiano online, “Ilcorrieredelleregioni.it, diretto dall’amico Andrea Cometti.

Oggi, si possono vedere tutti gli errori compiuti dal mondo occidentale, le follie di Sarkozy, soprattutto la mancanza di una ”weltanschauung”, di una visione del mondo, per contrastare la guerra del terrorismo iniziata l’11 settembre del 2001.

Abbiamo a pochi chilometri dall’Italia, dalla Sicilia, la presenza di uomini armati dell’Isis, o per lo meno di bande armate più o meno vicine al califfato. Intervistato da “LaNuovabussolaquotidiana”(19.2.15), il gesuita padre Samir Khalil Samir, ha detto che l’Isis ha “approfittato del caos creatosi dopo la morte di Gheddafi». Oltre alla favorevole anarchia e alla ricchezza di pozzi petroliferi, la Libia ha un terzo aspetto strategico: è il paese più vicino all’Europa”. Se il primo obiettivo del gruppo jihadista è la creazione di un califfato nel mondo arabo – come dimostra la sanguinaria ascesa avvenuta in Siria e in Iraq – il secondo è estendere lo Stato Islamico all’Europa. “Non credo saranno in grado di farlo, ma per loro la Libia è certamente interessante giacché, attraverso l’Italia, può aprire loro le porte del Vecchio continente”.

Pertanto, sarebbe opportuno qui in Italia, non giocare con la politica, scannandosi per un piccolo potere, o scambiare il Parlamento come un teatro di figuranti e di comici, con entrate ed uscite dalla scena, utili solo al teatro del Crozza di turno.

“Abbiamo inneggiato, con Obama in testa, alle primavere arabe diventate subito estati roventi.I dittatori che abbiamo abbattuto e contribuito ad abbattere erano per noi oggettivamente meglio dei loro successori, dittatori gli uni e gli altri, o incapaci di governare stati dissolti, e la democrazia che si doveva esportare è ora sulla bocca dei cannoni rivolti contro di noi”. (Aventino Frau, Scontro di civiltà, 18.2.15, Ilcorrieredelleregioni.it)

Chiudo con il messaggio quaresimale dell’arcivescovo di Ferrara monsignor Luigi Negri, riferendosi alla gravità in cui versano la società e il mondo di oggi, raccomanda,“…la conversione intellettuale e del cuore che io ritengo assolutamente necessaria per vivere positivamente la tragedia in cui versano il nostro Paese e tutto il mondo”. E dopo aver invitato a vivere e soprattutto ad aiutare chi vive nella povertà, fa presente che esiste “un'altra ancor più terribile povertà che è la povertà spirituale, la povertà etica, la povertà culturale. Mi riferisco al vuoto delle convinzioni e delle certezze che attanaglia la vita di tanti uomini e donne di oggi, li fa vivere in modo precario, minacciato da un sempre più inesorabile emergere di inconsistenze che spesso portano la vita ad un epilogo violento. Penso agli omicidi-suicidi che ormai segnano in maniera inesorabile la nostra società”.

Auspicando una testimonianza gioiosa, sacrificata e creativa di appartenenza a Cristo, ha invitato i fedeli a rifiutare e a lottare contro il pensiero unico dominante, di cui spesso parla papa Francesco. Infine ha raccomandato “di intensificare una preghiera costante alla Vergine Maria perché ci doni l’umiltà, come tante generazioni cristiane che ci hanno preceduto, di raccoglierci sotto il suo manto e da lì trarre quella inesorabile volontà di essere figli di Dio e fratelli e sorelle di Gesù Cristo, portando questa certezza fino alle estreme conseguenze. Vi benedico tutti di cuore”.

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