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Crisi finita: L'Italia,sembra appena uscita da "una guerra"

"La profonda recessione, la seconda in 6 anni, è finita. I suoi effetti no", avverte il centro studi di Confindustria. Parlare di ripresa e' "per molti versi improprio"; suona "derisorio". Il "Paese ha subito un grave arretramento ed è diventato più fragile, anche sul fronte sociale". Danni "commisurabili solo con quelli di una guerra".
Dall'inizio della crisi (fine 2007) si sono persi 1 milione e 810 mila Ula (Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno). L'occupazione è rimasta ferma nella seconda metà del 2013 e ripartirà dal 2014. Si arresta così "l'emorragia occupazionale": per l'anno prossimo il Centro studi di Confindustria prevede un +0,1%, per il 2015 un +0,5%.

Il 2013 si chiuderà peggio delle attese stima il Csc che ha rivisto dal -1,6% al -1,8% le stime per il Pil. Resta invariata al +0,7% la previsione di crescita per il 2014. Mentre gli economisti di via dell'Astronomia nella prima stima sul 2015 prevedono una crescita dell'1,2%.

"Le persone a cui manca il lavoro, totalmente o parzialmente, sono 7,3 milioni, due volte la cifra di sei anni fa. Anche i poveri sono raddoppiati a 4,8 milioni". E' il bilancio di sei anni di crisi.

"Le famiglie hanno tagliato sette settimane di consumi, ossia 5.037 euro in media l'anno". Dall'inizio della crisi (fine 2007), inoltre, si sono persi 1 milione e 810 mila Ula (Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno) e l'occupazione è rimasta ferma nella seconda metà del 2013. Segnali di ripresa dall'anno prossimo, quando con il +0,1% si arressterà la cosiddetta "emorragia occupazionale

Il centro studi di Confindustria prevede ''traiettorie economiche ad alta incertezza", e affianca così alle previsioni sugli scenari economici anche "una simulazione che ingloba una evoluzione meno benigna", nella quale "la debolezza dell'economia impone una manovra da un punto di Pil per rispettare gli impegni europei". In questo scenario B, "il credit crunch si protrae nel 2015, l'aumento del commercio mondiale è più contenuto, lo spread non si restringe"; ed "il risultato è che l'Italia si blocca nuovamente".

Confindustria rivede in leggero rialzo il tasso di disoccupazione del 2013, dal 12,1% stimato a settembre al 12,2% indicato nelle previsioni diffuse oggi. Il tasso di disoccupazione comunque resta stabile oltre il 12% anche nel 2014 (12,3%) e nel 2015 (12,2%)

Gli industriali criticano però la legge di stabilità, che avrà un impatto sulla crescita molto piccolo" (appena "0,1 o 0,2" punti sul Pil del 2014). Se questo non bastasse le cose peggioreranno nel 2015, quando la manovra avrà "un effetto restrittivo della stessa entità di quello espansivo del 2014". Tra l'altro, per poter rispettare gli impegni europei e prevenire "traiettorie economiche ad alta incertezza", secondo il centro studi di Confindustria potrebbe essere necessaria "una manovra da un punto di Pil" per far fronte a uno scenario pessimista in cui "il credit crunch si protrae nel 2015, l'aumento del commercio mondiale è più contenuto, lo spread non si restringe".

Per questo cresce il pericolo di "cedimento della tenuta sociale, con il montare della protesta che si incanali verso rappresentanze che predicano la violazione delle regole e la sovversione delle istituzioni". Il movimento dei Forconi ne è solo un assaggio: "Il destino dell'Italia che si ripete con il coagularsi di importanti gruppi politici anti-sistema", commentano da Confindustria.

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