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É morto Harry Wu, un eroe dei diritti umani del popolo cinese

harry Wu

Harry Wu, il dissidente cinese più noto al mondo, è morto a 79 anni di età mentre si trovava in vacanza in Honduras. Non sono ancora chiare le cause della morte: il figlio Harrison e la moglie Ching Lee sono in viaggio per l’America centrale, dove assisteranno all’autopsia e da dove riporteranno il corpo negli Stati Uniti. Nato in una famiglia cattolica di Shanghai, che subisce le requisizioni maoiste dopo la vittoria comunista del 1949, Wu prova sulla sua pelle la brutalità del regime comunista cinese. Arrestato dalle autorità comuniste nel 1960 per aver fatto dei semplici commenti sulla rivolta ungherese del 1956, con amici studenti. L’accusa era quella di essere “controrivoluzionario” e “cattolico”, viene rilasciato nel 1979 dopo ben 19 anni di detenzione in alcuni campi Laogai. I Laogai sono campi di lavoro forzato dove milioni e milioni di uomini, donne e bambini sono costretti a lavorare fino a 16 ore al giorno a vantaggio economico del Partito Comunista Cinese e di molte multinazionali che operano o investono in Cina. Nel 1985 riesce a raggiungere gli Stati Uniti e da allora inizia a lottare per i diritti umani e la giustizia nel Paese asiatico. Nel 1992 fonda la Laogai Research Foundation a Washington.
Ne parliamo con Toni Brandi che, grazie alla Laogai Research Foundation-Italia (www.laogai.it), ha pubblicato diversi dossier-denuncia, sulla politica del figlio unico, sul commercio degli organi dei condannati a morte, sulle persecuzioni religiose, sulla sicurezza alimentare e le importazioni a basso costo dalla Cina. Ci ha fatto conoscere Wu attraverso molti incontri e curando le sue pubblicazioni e vogliamo ricordare questo indomito eroe del nostro tempo.
Ho avuto l’onore di conoscere Harry nel 2006, alla nostra prima conferenza sui Laogai a Varese. Nel Novembre di quell’anno fondammo la Laogai Research Foundation Italia. Negli ultimi 10 anni la LRF Italia ha organizzato più di 200 conferenze per sensibilizzare l’opinione pubblica e la stampa su questa tragedia del terzo millennio.
Laogai è un termine poco conosciuto e solo grazie ad Harry Wu siamo entrati in questo mondo di dolore e sofferenza che sembrava non esistere, ma che invece pare essere il motore della rampante economia cinese.
Uno degli scopi principali del Laogai è quello infatti di fornire un’enorme forza lavoro a costo zero. L’importanza economica dei LAOGAI per il regime cinese è anche fondamentale per conquistare i mercati stranieri. Mentre, inizialmente, la produzione nei LAOGAI riguar­dava articoli e prodotti di facile esecuzione, des­tinati soprattutto al mercato interno, oggi, nei LAOGAI si produce di tutto: giocattoli, scarpe, articoli per la casa, mobili, macchinari di ogni genere, prodotti tessili ed agricoli, computer, componenti elettronici, autobus, etc., coprendo ogni settore merceologico. La produzione ora è soprattutto per l’esportazione. Spesso il Laogai ha due nomi, uno come prigione e uno come impresa commerciale; normalmente sulla facciata non appare il nome della prigione, ma solo quello dell’impresa. Poiché nasce da una forza lavoro a costo zero, la produzione dei LAOGAI è in continua crescita. 

Se le imprese cinesi violano le regole basilari di tutela del lavoro e quindi attuano uno spregiudicato dumping sociale nelle esportazioni, ancor più immorale è il commercio di ciò che viene prodotto dai detenuti nei laogai, che in cambio di 16 ore di lavoro al giorno ricevono torture, lavaggio del cervello e poco cibo.
Cosa lascerà Wu, come continuerà il suo lavoro. Le sue molte pubblicazioni sono un testamento e uno stimolo a non dimenticare, anzi a continuare a far conoscere la realtà concentrazionaria cinese.
Ho incontrato Harry decine di volte all’estero e in Italia e fatto con lui molte conferenze. Era non solo un uomo deciso e coraggioso ma anche forte. Ricordo una volta che dovevamo viaggiare per Strasburgo per una conferenza al Parlamento Europeo e fui sorpreso dalla sua forza fisica: dopo aver dormito solo tre o quattro ore a casa mia, riuscì a imballare velocemente con delle corde tutti i nostri manifesti che dovevamo esporre alla conferenza.  

“Era un vero eroe” ha dichiarato Ann Noonan, sua stretta collaboratrice e “ il suo lavoro continuerà. Non si fermerà mai”. Difatti è lui che ha svelato tutti i crimini del regime comunista cinese. E’ grazie a Harry Wu che il mondo ha saputo dei laogai e delle merci che i laogai (come imprese) producono e esportano verso l’Occidente. Harry ha anche denunciato le migliaia di esecuzioni capitali all’anno, le sterilizzazioni e gli aborti forzati e il traffico degli organi dei condannati a morte. Come cattolico ha anche denunciato la repressione dei cristiani in Cina. La LRF Italia ha pubblicato vari libri grazie alla documentazione fornita da Harry Wu: “Cina Traffici di Morte”, Guerini, 2008 riguardo alle esecuzioni capitali; “Strage degli Innocenti”, Guerini 2009 sugli aborti forzati; con Fede e Cultura nel 2010, “I Laogai Cinesi” e, nel 2012, con Sugarco “La persecuzione dei Cattolici in Cina”.

L’ho sempre trovato come una persona forte, semplice, decisa e coraggiosa che ha rischiato più volte la vita per denunciare al mondo l’orrore dei Laogai.

Harry ci ha lasciato a 79 anni e per fermarlo c’è voluta la morte. Harry resterà sempre nella nostra memoria e nei nostri cuori.

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