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Italia libera dal lockdown, ma quanti posti di lavoro perderemo?

Serrande sollevate, clienti in fila e negozi sanificati. Il lockdown è ormai un ricordo. Dal 18 maggio i commercianti possono tirare un sospiro di sollievo. O almeno ci provano. La ripresa infatti appare ancora un miraggio. E per alcuni potrebbe essere un obiettivo irraggiungibile. La favola dello smart working non regala un lieto fine a tutti. Se molte aziende grazie a questo strumento hanno e stanno raccogliendo ottimi frutti, alcuni – come i lavoratori in nero e i precari – non ne hanno la possibilità e non vedranno ancora per molto tempo. Cerchiamo di fare il punto sui posti già persi e gli scenari futuri rispondendo a un lettore,

Secondo  il segretario generale dell’Ugl "se non si interviene subito sono a rischio più di un milione di posti di lavoro e l’11% della nostra capacità produttiva potrebbe essere compromessa per sempre".

Dall’ultimo rapporto Istat emerge che il mercato del lavoro è fermo. A marzo è stata registrata una diminuzione dell’occupazione pari a -27mila unità e nel trimestre gennaio-marzo 2020 il calo è di -94mila unità. La diminuzione dell’occupazione coinvolge sia le donne (-18mila unità) sia gli uomini (-9mila) portando il tasso di occupazione al 58,8%. Una variazione piuttosto leggera rispetto a febbraio quando si attestava al 58,9%.

 A subire un calo è soprattutto la ricerca di lavoro, il cui tasso tocca i -267mila unità (-98mila tra le donne e -169mila tra gli uomini). Il tasso di disoccupazione scende all’8,4% (a febbraio si fermava al 9,7%) e, tra i giovani, al 28,0% mentre a febbraio era del 29,6%. A marzo, la consistente crescita del numero di inattivi (+2,3%, pari a +301mila unità) - tre volte più elevata tra gli uomini (+3,9% pari a +191mila) rispetto alle donne (+1,3% pari a +110mila) - porta il tasso di inattività al 35,7% (+0,8 punti). 

Ad aprile 2020, mese di lockdown, si contano 274 mila occupati in meno rispetto a marzo. Lo rileva l'Istat, parlando di una "marcata diminuzione". L'effetto dell'emergenza Covid-19 sul mercato del lavoro "appare decisamente più marcato rispetto a marzo", spiega l'Istituto. "L' occupazione ha registrato una diminuzione di quasi 300 mila unità, che ha portato nei due mesi a un calo complessivo di 400 mila occupati e di un punto percentuale nel tasso di occupazione", viene sottolineato nel commento che accompagna le stime.

Gli inattivi, coloro che né hanno né cercano un lavoro, ad aprile, mese di lockdown, salgono di 746mila unità. L'istituto parla di "un'ulteriore forte crescita dell'inattività".

Ad aprile il tasso di disoccupazione scende al 6,3% dall'8,0% di marzo. Lo rileva l'Istat. Si tratta del minimo dal novembre del 2007. Pesa l'effetto del lockdown, con 484 mila persone in meno che cercano lavoro (-23,9% rispetto a marzo). Il numero dei disoccupati, appunto di coloro che sono a caccia di un impiego, cala a 1 milione e 543 mila. 

Cosi a quasi tre mesi dall'inizio del lockdown e 33.530 morti cade un altro dei divieti ancora in vigore: si torna a circolare liberamente in tutta Italia "senza condizioni", con i cittadini dell'area Schengen e della Gran Bretagna che potranno venire nel nostro paese senza obbligo di quarantena e senza altre restrizioni che non siano quelle in vigore per tutti: divieto di assembramento, mantenimento della distanza interpersonale e uso della mascherina nei luoghi chiusi. "Oggi sembra una conquista - dice il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia - ma ce l'abbiamo fatta con il sacrificio di tutti e senza dimenticare le vittime e gli operatori sanitari che hanno lavorato in modo incredibile".

Oggi dunque inizia la Fase 3, che sarà ben diversa da quanto l'Italia intera è stata costretta a chiudersi in casa ma che non sarà ancora la normalità che tutti conoscevamo prima del 20 febbraio. Una fase più complessa in cui saranno fondamentali, forse più di prima, i comportamenti e il senso di responsabilità degli italiani. Ci saranno poi una serie di novità che riguardano le stazioni ferroviarie. Con un decreto firmato dal ministro dei Trasporti Paola De Micheli, da domani diventa obbligatoria la misurazione della febbre per chi viaggia con l'Alta Velocità o con gli intercity: ci saranno degli ingressi dedicati nelle stazioni e, in caso si abbia più di 37,5°C, non sarà consentito l'accesso a bordo del treno.

La riapertura dei confini regionali non significa però che il virus è sconfitto, come confermano ancora una volta i numeri: a fronte di un incremento giornaliero di 'sole' 55 vittime (il dato più basso dal 2 marzo), sei regioni più la provincia di Bolzano senza morti, meno di 40mila attualmente positivi e 160mila guariti, i contagi tornano a salire. E' vero che il bollettino di ieri scontava i pochi tamponi eseguiti di domenica, ma è altrettanto evidente che l'incremento c'è stato visto che da 178 casi sì è arrivati a 318. Con il nord ovest e la Lombardia che fanno una corsa diversa rispetto al resto d'Italia: 8 regioni (Puglia, Trentino Alto Adige, Umbria, Sardegna, Valle d'Aosta, Calabria, Molise e Basilicata) non hanno nuovi contagiati, altre sette ne hanno meno di dieci mentre Lombardia, Piemonte e Liguria insieme ne hanno 259 su 318, l'81,4% del totale. La Lombardia, da sola, ne ha il 58,8%.

"Da un lato c'è la felicità nel vedere che le nostre città si stanno ripopolando ma dall'altro c'è il senso di responsabilità che noi rappresentanti delle istituzioni dobbiamo avere e chiedere", dice Boccia chiedendo dunque agli italiani di essere ancora attenti, anche perché i costi pagati finora al virus "sono stati altissimi" e non ci si possono permettere errori.

Registrazione obbligatoria, e non volontaria, per chi arriva in Sardegna con un questionario che traccia anche gli eventuali spostamenti interni. Il questionario va compilato on line sul sito della Regione prima della partenza, o attraverso la app "Sardegna Sicura" per il tracciamento dei contatti su base volontaria. E' quanto prevede l'ordinanza, firmata ieri a tarda notte, dal governatore Christian Solinas. Una copia della ricevuta della registrazione dovrà essere allegata alla carta d'imbarco e al documento d'identità.

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