Nel nostro Paese un capitale di 43,5 miliardi di fondi strutturali(tra risorse europee e cofinanziamento statale) è ancora da spendere entro il 2015. In particolare, un tesoretto di ben 10,3 miliardi, tutto concentrato nel Mezzogiorno, non è stato nemmeno impegnato. Ancora, altri dati confermano lo storico dualismo Nord-Sud d’Italia. Le regioni centro-settentrionali che rientrano nell’Obiettivo competitività- per rafforzare l’attrattività e sviluppare il mercato del lavoro- hanno speso il 38,6% della dote complessiva di 15,81 miliardi, ma hanno impegnato tutte le risorse. Purtroppo, continua ad arrancare il Mezzogiorno, che beneficia dei fondi di convergenza destinati alle regioni meno sviluppate: su un ammontare complessivo di circa 43,6 miliardi, solo il 22,6% è stato effettivamente utilizzato e, appena, il 53,9% è stato impegnato. Pertanto, i prossimi mesi per il Mezzogiorno saranno una corsa contro il tempo, in quanto la parte di impegni, ancora aperti al 31 dicembre 2015, viene automaticamente disimpegnata, a meno che, la Commissione dell’Unione Europea non abbia ricevuto una domanda di pagamento, ricevibile, entro il 31 marzo 2017. A questo punto, evitare di ripetere gli errori del passato sarà l’obiettivo delle linee guida sulla programmazione dei Fondi Europei 2014-2020, - in particolare, 100miliardi di euro a disposizione per il Sud, - presentate dal ministro della Coesione Territoriale, Carlo Trigilia. In conclusione, noi diciamo che questo tesoretto sarà “ossigeno” per un Mezzogiorno sempre più in crisi e che, purtroppo, non gode della fiducia dello Svimez il cui recente Rapporto esclude la possibilità di agganciare la ripresa dello sviluppo nel 2014.