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Il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, ha dichiarato:

“Oggi, è una data storica. La tassazione della casa non sarà più determinata dalla proprietà, ma collegata ai servizi che ne aumentano il valore. Cade poi un’ottocentesca discriminazione: i servizi che giovano agli abitanti di un immobile saranno a carico di tutti i beneficiari, indipendentemente dal titolo secondo il quale l’immobile è occupato. Si apre così la via all’unico vero federalismo concepibile, quello competitivo, con una decisiva rottura col passato, anche a riguardo degli affitti, che non vengono più solo penalizzati, ma – questa volta – anche incentivati”.

Il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, ha dichiarato:

“Nelle polemiche sull’IMU occorre fissare alcuni punti fermi, perché non si continui nel gioco degli equivoci. Primo punto fermo: un tributo non è federalista solo perché il suo gettito è destinato agli enti locali. Federalista è un tributo previsto da una fiscalità locale competitiva invece che cooperativa o, addirittura, aggiuntiva. Solo così i contribuenti possono votare camminando, trasferendosi cioè dove meglio si amministra. Secondo punto fermo: la progressività, per non parlare di proposte di piena demagogia egualitaristica, ha una sua connotazione essenziale, come ha detto la Corte costituzionale, che è quella di essere direttamente collegata al reddito e quindi alle imposte reddituali. E’ come tale inconciliabile, concettualmente e costituzionalmente oltre che praticamente, con un’imposta reale, che prescinde per definizione dal reddito della persona incisa, pena l’inammissibile risultato di un esproprio surrettizio dovuto all’assommarsi di più progressività su diversi tributi. In ogni caso, è bene ricordare – per mettere le cose a posto – che il nostro sistema fiscale è già caratterizzato da una forte progressività: uno studioso come Alberto Bisin ha calcolato che il 10% della popolazione con redditi più elevati contribuisce per più del 50% all’intero gettito delle imposte.”

Il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, ha dichiarato:

“L’impostazione della service-tax come tassa di servizio federalista proposta oggi dal Sottosegretario Baretta è appieno da condividere. E bene ha fatto l’on. Brunetta ad evidenziare che sul federalismo fiscale nella scorsa legislatura il Parlamento concordò unanime. Ma bisogna convincere l’Anci a rinunciare ad un federalismo, com’è avvenuto, di imposte aggiuntive, e cioè ad un’invenzione tutta italiana, e ad accettare invece nell’interesse del Paese un federalismo quale si è attuato in tutto il mondo, e cioè competitivo. Cacciari, del resto lo ha già evidenziato, i momenti di massimo sviluppo della nostra storia sono nati dal confronto e dalla competizione fra le città. Ed anche Zingales ha fatto presente che un vero federalismo deve essere competitivo, mentre Sartori ha sottolineato che il controllo degli elettori è un’arma spuntata anche in tema di evasione. La sen. Lanzillotta, dal canto suo, ha tempo fa sostenuto che occorre imporre ai Comuni, come agli altri enti, di ridurre le proprie burocrazie e il proprio potere. La via è quella del federalismo di concorrenza e solo un Governo come l’attuale, voluto dalle maggiori forze politiche del Paese, può avere la possibilità di realizzare questo obiettivo. Un’occasione storica che, per assicurarci un futuro di fisco locale equo, non si può lasciarsi scappare”.

La service-tax non è per niente una riproduzione dell’IMU. E’, anzi, lo strumento giusto per mandare in soffitta un’imposta strampalata che, contro la nostra Costituzione, tassa un bene anche se non produce reddito alcuno. La tassazione di un bene per il reddito che da, è un principio fondamentale del movimento consumeristico e DOMUSCONSUMATORI intende difenderlo fino all’ultimo, scoprendo i redditi da immobili dove sono e per quel che sono. Mezzo indefettibile allo scopo quel federalismo competitivo che obbligherebbe i Comuni a risparmiare, anzitutto, sullo spreco milionario di risorse che essi fanno, specie in questo periodo, per le tante feste che organizzano. Far divertire i propri cittadini con musiche e balli non dovrebbe essere mai lo scopo degli enti locali, ma in questo periodo tantomeno. Evidentemente, a provocare questo sciupìo di soldi ricavati da tasse amare è solo il proposito di un clientelismo che in tanti casi ripugna.

Il pasticcio legislativo creato – a proposito dell’attestato energetico – dal Parlamento, permane anche dopo la Circolare dello Sviluppo economico di ieri. La Confedilizia ritiene di dover confermare le disposizioni già date alle proprie Associazioni territoriali per il blocco della stipula di nuovi contratti di locazione fino a che il Governo non avrà rimediato alla grave situazione in essere.

Come noto, nel decreto-legge n. 63/’13 è stata inserita dalla Camera una disposizione del seguente, letterale tenore: “L'attestato di prestazione energetica deve essere allegato al contratto di vendita, agli atti di trasferimento di immobili a titolo gratuito o ai nuovi contratti di locazione, pena la nullità degli stessi contratti”.

Al Senato, il Sottosegretario Baretta si è impegnato – a nome del Governo – ad eliminare la norma in parola col primo provvedimento utile. Ciò che peraltro non è ancora avvenuto.

Allo stato, si deve quindi evidenziare che la norma citata (e vigente dal 4 agosto scorso) fa espresso riferimento all’«attestato di prestazione energetica» e cioè all’attestato che dovrà essere redatto così da rispondere ai criteri indicati dalla direttiva 2010/31/UE, ma che ad oggi non è possibile ottenere da alcun certificatore autorizzato mancando il decreto interministeriale che deve con esattezza fissarne i contenuti. E non è senza significato – ad avviso della Confedilizia – che il legislatore abbia fatto espresso riferimento all’«attestato di prestazione energetica» (e, cioè, al nuovo attestato) e non all’«attestato di certificazione energetica» (e cioè al vecchio attestato) o ad altra espressione equipollente (ma non testuale).

Il Ministero dello sviluppo economico non affronta lo specifico problema né nella sua Circolare del 25.6.’13 né nella sua Circolare di ieri, solo limitandosi a dare chiarimenti in merito all’applicazione delle disposizioni di cui al d.l n. 63 in relazione alle situazioni delle varie Regioni, a seconda che le stesse abbiano provveduto o meno ad emanare in materia (che è di legislazione concorrente) proprie disposizioni normative.

Autorevole opinamento ritiene, in base a riflessioni di carattere sistematico, di assimilare – ai fini della norma precitata sulla nullità, così superando il suo letterale tenore – l’«attestato di prestazione energetica» all’«attestato di certificazione energetica». Tale opinamento espone peraltro i contraenti al rischio che esso – di ordine sistematico, come detto – possa non essere condiviso dall’Autorità giudiziaria e, in particolare, comporta che gli stessi debbano (a proprio rischio) valutare se (ai fini della normativa applicabile e della clausola di cedevolezza di cui all’articolo 17 del d.lgs. n. 192/’05 come modificato dal d.l. n. 63) le singole Regioni e Province autonome abbiano già o meno provveduto al recepimento della direttiva 2010/31/UE e dettato la propria normativa rispettando i vincoli derivanti dall’ordinamento europeo e i principii fondamentali desumibili dal d.lgs. n. 192/’05 come modificato.

Anche dopo la nuova Circolare del Ministero dello sviluppo economico (estraibile, come la precedente, dal sito confederale) la Confedilizia – per i motivi anzidetti – ritiene di dover confermare le già date disposizioni in ordine alla sospensione della stipula di nuovi contratti di locazione.

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