Con l'iniziativa ricordando Via Tellini, ci siamo sforzati di donare a noi stessi ed alla città', un ricordo di quello che hanno rappresentato 70 anni di commercio, di lavoro svolti in una strada, la storia di un pezzo della nostra città'.
Noi crediamo che fosse un atto dovuto e ci domandiamo se la necessaria riqualificazione di questa Via, costata milioni di euro, dovesse passare attraverso la ghettizzazione di decine di commercianti in un "non luogo" come quello del piazzale Nettuno, altra criticabile opera che avrebbe già da subito necessità di un immediato e sicuramente praticabile intervento volto a mitigarne l’assai discutibile impatto paesaggistico.
Nel corso dell’incontro abbiamo ascoltato e registrato, dalla viva voce dei protagonisti, il racconto di questo mezzo secolo di vita trascorso in una Via tanto caratteristica della nostra città.
Abbiamo udito e documentato le testimonianze di vecchi commercianti che mai nessuno si è preoccupato di ascoltare e meno che mai insignire di qualche meritato riconoscimento e che ci hanno narrato con garbo ed umiltà, di come nell’immediato dopoguerra le mercanzie in Via Tellini fossero appese direttamente sui bastioni costituenti le antica mura cittadine e di come, a fine mese, passasse il Barone.. per riscuotere “il diritto d’appoggio”.
Inevitabilmente, nel corso del nostro incontro non abbiamo potuto fare a meno di trattare delle condizioni della nostra infrastruttura più importante e dimenticata, il nostro Porto, si è trattato di un atto dovuto, basti considerare che soltanto a poche decine di metri dal piazzale, sede del nuovo mercato, vi è una delle porzioni di porto più' inquinate e in realtà' piu' appetibili dell’intero Mediterraneo. Una struttura vitale che però l’Amministrazione comunale e l’Autorità portuale di Gioia Tauro pretenderebbero di lasciare così com'è oggi, insabbiata, incredibile a dirsi, da tonnellate di e tonnellate di cadmio, una delle sostanze più cancerogene esistenti in natura, scaricate in oltre 60 anni di attività industriale.
Noi crediamo che le cose debbano cambiare che quell’area vada bonificata e recuperata e che tutto il quartiere che affaccia sul porto, alle spalle di Via Spiaggia delle Forche, debba e possa diventare la porta d'ingresso per il turismo crocieristico, accolto in un'area finalmente libera dai veleni.
Per Crotone Libera
Avv. Fabrizio Meo