Sarebbero 400 infatti, secondo il quotidiano il Tempo che cita fonti dell’Antiterrorismo, i lupi solitari potenzialmente attivi sul nostro territorio, che vengono “attenzionati” dalle Forze dell’Ordine. Tra questi ci sono italiani convertiti, immigrati di seconda generazione, foreign fighters o combattenti ritornati sul suolo nazionale. Soggetti che si sono radicalizzati non solo su internet ma anche grazie a contatti personali con estremisti espulsi dall’Italia o foreign fighters, all’inserimento in gruppi etnici a forte componente islamica, alla frequentazioni di luoghi di aggregazione islamica non autorizzati e permeabili alla propaganda estremista, oppure negli ambienti carcerari. Tutti soggetti che, secondo i nostri servizi di sicurezza, vengono incitati dai gruppi jihadisti, tramite “la diffusione di testi o elaborati tradotti nella nostra lingua”, sia a raggiungere i territori del Califfato in Siria o in Iraq, sia ad agire come lupi solitari nel proprio Paese, “adottando un codice comportamentale improntato a segretezza e cautela”.
La strage di Orlando e l’attacco di ieri notte a Parigi, avvenuto, inoltre, in una fase di massima allerta legata allo svolgimento dei campionati europei di calcio, dimostra quindi come l’universo jihadista sia sempre meno controllabile e come il pericolo sia diventato sempre più interno e radicato in casa nostra. Una nuova sfida che impone ai servizi di sicurezza di tutto il mondo un cambio di strategia per fermare il terrore.
“Un nuovo tipo di terrorismo che comprende atti di violenza casuali che possono essere in parte ispirati dallo Stato islamico, ma non sono in alcun modo diretti dai leader del gruppo”. E cosi che il New Tork Times tirando le somme della sparatoria che nella notte di domenica ha provocato 49 morti nel club gay Pulse, ad Orlando, in Florida, descrive la nuova minaccia che l’intelligence statunitense ed europea si trovano a dover fronteggiare.
Non più gruppi organizzati, ma singoli individui, con una buona dose di instabilità mentale, che si radicalizzano autonomamente, in breve tempo, soprattutto attraverso il web. Omar Mateen, infatti, è stato descritto dalla sua famiglia come un uomo non particolarmente religioso. Eppure, nella notte di domenica, ad Orlando, si è trasformato in un soldato del Califfato, non avendo, apparentemente, alcun contatto con cellule dell’organizzazione terroristica.
Intanto nella Francia blindata per l'allerta terrorismo e l'Euro 2016 una nuova agghiacciante spedizione di morte viene firmata col nome del Califfato. Un uomo poi neutralizzato dalle forze speciali ha brutalmente ucciso un ufficiale di polizia e si è poi barricato nella casa di quest'ultimo prendendo in ostaggio la compagna, poi ritrovata morta, e il figlio di tre anni della coppia. Larossi Abballa, il killer, era sotto inchiesta della magistratura per collegamento con una filiera di jihadisti collegata alla Siria e il suo telefono era controllato.
L'indagine è stata affidata alla procura antiterrorismo. "Era un combattente dell'Isis": la rivendicazione è arrivata a tarda notte attraverso l'Amaq, l'agenzia di stampa del Califfato, citata dal Site, la società che monitora le attività online delle organizzazioni jihadiste. E secondo una fonte giudiziaria citata da Le Monde, l'inchiesta è stata affidata all'antiterrorismo per tre motivi fondamentali: l'"obiettivo'' (la polizia), il 'modus operandi' dell'assalitore e le "parole da lui pronunciate" durante il negoziato con le teste di cuoio del Raid. Prima ancora della rivendicazione dell'Isis, l'uomo avrebbe infatti dichiarato agli agenti di agire per conto dei terroristi dello Stato islamico.
Un terzo individuo è stato fermato nell'ambito dell'inchiesta sull'uccisione di una coppia di funzionari di polizia a Magnanville, nell'hinterland di Parigi: è quanto riferiscono fonti vicine al dossier. In precedenza erano stati fermati già due individui che sarebbero"vicini" a Larossi Aballa, ma "non sono suoi familiari".
Questa mattina il ministro dell'Interno, Bernard Cazeneuve, ha promesso che lo Stato francese farà in modo che eventuali "complici" di Larossi Aballa "non siano nelle condizioni di nuocere".
"Ci saranno delle espulsioni, certi individui non possono più restare sul territorio nazionale": lo ha detto il premier francese Manuel Valls dopo l'uccisione di una coppia di poliziotti rivendicata dall'Isis nell'hinterland di Parigi. "La Francia viene attaccata per i suoi valori e la sua democrazia", ha aggiunto il premier. Mentre il responsabile dell'Interno, Bernard Cazeneuve, promette che lo Stato farà in modo che eventuali "complici" di Larossi Aballa "non siano nelle condizioni di nuocere"
Intorno a mezzanotte, dopo il definitivo fallimento delle trattative, le forze speciali hanno lanciato il blitz uccidendo il killer e ritrovando il corpo senza vita della donna. Mentre sono riusciti a trarre in salvo il piccolo indenne. Il ministro dell'Interno, Bernard Cazeneuve, ha espresso "infinita tristezza" per l'accaduto e ha reso omaggio al "sangue freddo" delle forze speciali. Il dramma si è consumato poco prima delle 20:30 quando al momento di tornare nella sua casa di Magnanville, nel dipartimento delle Yvelines, l'ufficiale di 42 anni (presso il commissariato di Les Mureaux) viene brutalmente ucciso da nove colpi di pugnale. Il killer accede poi all'interno dell'abitazione della vittima e prende in ostaggio la compagna - anch'essa funzionaria di polizia segretaria nel commissariato di Mantes-la-Jolie - e il figlioletto di tre anni. Le forze dell'ordine arrivano sul posto.
Cominciano le trattative per convincere l'omicida ad arrendersi, ma lui è asserragliato all'interno, prima non risponde, poi, secondo le fonti, dichiara di essere dello Stato islamico. Il quartiere viene blindato, gli abitanti fatti uscire dalle loro abitazioni, tagliati luce e gas. Verso mezzanotte, due forti detonazioni e il definitivo assalto delle teste di cuoio del Raid, le stesse che intervenirono all'Hyper Cacher nel gennaio del 2015. Secondo fonti citate da Bfm-Tv, durante il blitz, l'uomo ha aperto il fuoco contro gli agenti, il che gli ha indotti ad ucciderlo per legittima difesa.
Poi la macabra scoperta del corpo senza vita della donna. Salvo solo il bimbo, "sotto choc ma indenne", come riferito dal procuratore della Repubblica di Versailles, Vincent Lescloum. Nessuna comunicazione al momento sull'identità del killer. E' stata invece convocata per stamattina all'Eliseo una riunione d'urgenza per fare il punto della situazione. Cazeneuve è inoltre atteso nei commissariati di Mureaux e Magnanville, dove prestavano servizio i due poliziotti uccisi.
Il portavoce del governo francese, Stephane Le Foll, ha confermato che l'uccisione questa notte di una coppia di poliziotti alla periferia di Parigi è "un'azione terroristica".
Il killer che ha ucciso questa notte una coppia di poliziotti nella banlieue di Parigi ed è stato poi abbattuto dalle teste di cuoio era un francese. Si chiamava Larossi Abballa, aveva 25 anni ed abitava a Mantes-la-Jolie, poco lontano dal luogo dell'assassinio dei due agenti. Secondo quanto si apprende dai media francesi era già stato condannato, nel 2013, insieme con altre 7 persone, per aver partecipato all'invio di jihadisti in Pakistan.
La compagna del poliziotto ucciso nei pressi di Parigi dal jihadista Larossi Abballa è stata ritrovata morta con "una ferita da taglio al collo". Lo riferiscono fonti dell'inchiesta. La donna aveva 36 anni ed era segretaria d'amministrazione nel commissariato di Mantes-la-Jolie, a due chilometri dal luogo dell'attacco.
All'Eliseo è stata convocata una riunione di crisi in seguito all'uccisione della coppia di poliziotti. Alla riunione partecipano il presidente Francois Hollande, il primo ministro Manuel Valls, i ministri degli Interni, Bernard Cazeneuve, e della Giustizia, Jean-Jacques Urvoas.
"E' un atto incontestabilmente terroristico": ha detto il presidente francese Francois Hollande. Intervenuto a una riunione della Banca Mondiale e dell'Ocse sulla lotta alla corruzione, ha aggiunto che i due sono stati "vigliaccamente assassinati": "dobbiamo agire insieme - ha aggiunto - la lotta al terrorismo non riguarda un solo paese, deve coinvolgere tutti in un'azione internazionale decisa, una sorveglianza di questi individui".