Entusiasmo e devozione. Sono gli elementi più distintivi che hanno caratterizzato, quest’oggi, la processione mattutina dei solenni festeggiamenti in onore di San Giuseppe a Giarratana. Il corteo, dopo la spettacolare uscita dalla chiesa Madre, contrassegnato dal lancio colorato di “nzareddi”, azzurri, gialli, verdi e bianchi, si è snodato per le viuzze dell’antico quartiere del centro montano, il cosiddetto “Cuozzu”, rendendosi protagonista di una animazione molto suggestiva dell’intera zona da cui è possibile ammirare tutto il paesaggio circostante. Il simulacro del Patriarca con Gesù Bambino, condotto dai portatori, ha reso poi onore alla chiesa di Sant’Antonio, dove è ospitata la Madonna della Neve, patrona di Giarratana, e alla chiesa di San Bartolo, dove, invece, si trova il simulacro del Patrono. Ad accompagnare la processione il corpo bandistico “Vincenzo Bellini” di Giarratana che già in mattinata aveva reso effervescenti, con una serie di esecuzioni musicali, le vie del paese mentre, subito dopo, in piazza, aveva tenuto un mini concerto di marce sinfoniche. Don Riccardo Bocchieri, parroco della chiesa Madre intitolata a Maria Santissima Annunziata e a San Giuseppe, ha concelebrato la santa messa di questa mattina, a cui hanno partecipato numerosi fedeli, presieduta da don Corrado Garozzo. Quest’ultimo, durante l’omelia, ha puntato l’attenzione sulle parole del Vangelo odierno, cioè sul “chicco di grano che deve morire per poi risorgere, per garantire la nascita del frutto. E questo lo ha fatto Gesù, prima di tutti, ma poi anche i santi.
E tra questi San Giuseppe in maniera eccelsa perché è “morto” tante volte. Come il chicco di grano che ha sacrificato tutto durante la propria esistenza, così il Patriarca ha sacrificato se stesso e ha affrontato, nell’ubbidienza e nella gioia, tutti quei percorsi che potevano risultare impervi per chiunque ma non per lui. Un sacrificio portato avanti per amore, avendo la preoccupazione, l’ansia di questo bambino da crescere e da proteggere assieme alla sua sposa, la Vergine Maria”. Il parroco, don Bocchieri, ha tenuto a sottolineare come queste giornate di festa siano servite “per celebrare il nostro stare assieme nel nome di San Giuseppe. Da mettere in rilievo, altresì, il modo positivo in cui i fedeli si accostano al simulacro: lo contemplano e allo stesso tempo gli inoltrano delle richieste perché ciascuno di noi ha le proprie difficoltà. E il simulacro sembra quasi volere rispondere alle numerose suppliche che arrivano. Ricordando sempre che San Giuseppe ci indica che Gesù è il nostro Salvatore e a Lui dobbiamo rimetterci affinché ci custodisca”. Don Bocchieri, inoltre, ha anche benedetto, ieri pomeriggio, l’altare del centro diurno che, come ogni anno, viene allestito dagli anziani che hanno partecipato, in maniera molto sentita, alla donazione di fondi o di beni in natura. Come da tradizione, tutto ciò che viene raccolto è suddiviso in favore delle tre persone bisognose appositamente scelte e alle quali, insieme con i componenti delle loro famiglie, è stato offerto, oggi a mezzogiorno, il pranzo. La benedizione dell’altare alla presenza, tra gli altri, del sindaco, Bartolo Giaquinta, dell’assessore ai Servizi sociali, Grazia Fiore, oltre che dei componenti del comitato di gestione del centro. Da aggiungere, altresì, che la processione in onore del Patriarca sarà ripetuta anche stasera, intorno, alle 20 e stavolta l’itinerario interessato riguarderà la zona nuova della cittadina montana.