Un’ordinanza di custodia cautelare, la denuncia di 38 soggetti ed il sequestrato di beni per circa 3,5 milioni di euro, è il consuntivo dell’operazione “FAMILY BANK”, condotta dal Nucleo di Polizia Tributaria di Cosenza, in collaborazione con la Sezione di Polizia Giudiziaria Carabinieri presso la Procura di Cosenza, a conclusione di complesse ed articolate indagini coordinate dal Procuratore della Repubblica, Dario Granieri, dal Procuratore Aggiunto, Domenico AIROMA, e dal Sostituto Procuratore, Paola IZZO nei confronti dei vertici e dei componenti degli organi sociali della Banca di Cosenza Credito Cooperativo (ora in liquidazione coatta amministrativa per dissesto finanziario). L’arresto è stato disposto nei confronti dell’ex Presidente della BCC, C.G.E., classe ’52,, noto ginecologo di Cosenza, già condannato in via definitiva per reati di violenza sessuale, attualmente latitante.
L’attività investigativa ha consentito di disarticolare un sodalizio criminoso dedito alla sistematica consumazione di appropriazioni indebite ideate da parte dell’ex Presidente, in associazione con l’ex Vice Presidente, T.G., classe ’55, noto imprenditore del cosentino e l’ex Direttore Generale, G.E., classe ‘67, i quali, abusando dei rispettivi poteri, avevano organizzato e realizzato strategie societarie finalizzate ad erogare finanziamenti a beneficio di soggetti a loro vicini, in assenza di adeguate garanzie, ovvero ad alto rischio di insolvibilità o già fortemente esposti verso il sistema bancario, compromettendo gli equilibri economici dell’istituto, con un danno finanziario superiore a 20 milioni di euro che ha determinato il tracollo della banca. In particolare, è stata accertata l’indebita appropriazione di € 1.826.930,79 in danno dell’istituto, di cui avevano, di fatto, il controllo, destinati a diretto vantaggio personale, di familiari ed amici.
Nel corso dell’operazione – che ha visto un centinaio di finanzieri impegnati sul territorio nazionale – sono state eseguite 7 perquisizioni domiciliari nei confronti di altri indagati residenti nelle province di Cosenza, Catanzaro e Modena e sottoposti a sequestro 2 immobili, un’autovettura di grossa cilindrata, quote di partecipazione in 5 società, conti bancari e rapporti finanziari accesi presso 15 tra istituti di credito e intermediari finanziari.
Le Fiamme Gialle cosentine hanno poi eseguito accertamenti patrimoniali a seguito di reati tributari commessi dall’ex Presidente, all’epoca legale rappresentante di una casa di cura della provincia di Cosenza, responsabile, unitamente al cognato, M.R. classe ’54, per l’omesso versamento di ritenute alla fonte di stipendi corrisposti nel 2009 e nel 2010 pari ad un totale di 2.296.361,00 euro.
E’ il primo significativo risultato nel territorio calabrese nei confronti di un istituto di credito, in un contesto di ardua penetrazione, che ha consentito di disvelare un sistema illecito di collaudata efficacia.
Proprio la fase di recessione economica che il Paese sta vivendo e che si ripercuote anche sul sistema del credito, rende ineludibile l’azione della Guardia di Finanza, a generale presidio della legalità economica e, come in questo caso, a tutela della gestione del credito da parte delle cooperative locali, organismi che hanno la finalità, in un’ottica imprenditoriale, di perseguire obiettivi di natura economica, ma caratterizzandoli da un forte senso di appartenenza al territorio e nel chiaro richiamo ai valori di solidarietà, partecipazione e mutualismo.
A tale riguardo, è significativo peraltro, il fatto che lo stesso ex presidente, unitamente ad altri indagati, hanno utilizzato, indebitamente, fondi gestiti dai “Confidi” locali così sottraendoli alla loro destinazione in favore di imprese in difficoltà; vicenda - questa dei “Confidi” - sulla quale la Procura del capoluogo bruzio ha svolto, in precedenza, articolata attività di indagine, dalla quale trae le mosse la presente operazione.