A pochi giorni dalla discussione in Giunta per le immunità del Senato sulla possibile decadenza di Silvio Berlusconi, continua il braccio di ferro tra chi vuole eliminare il Cavaliere e chi vuole dargli la possibilità di difendersi.
Nonostante qualcuno provi ad alzare i toni all'interno del Pdl, è lo stesso Silvio Berlusconi che invita alla prudenza.
In gioco non c'è solo la vita politica del Cavaliere, ma anche un governo di larghe intese formato con grande difficoltà dopo le elezioni di febbraio e in un momento critico per l'Italia, sia da punto di vista economico, sia da quello politico. Anche sul piano legale, la strategia è quella della prudenza. "Fino adesso non è stata fatta nessuna scelta, né in un senso né nell’altro. Non è stata presentata alcuna domanda di grazia al capo dello Stato, ma resta una delle ipotesi in campo", spiega l'avvocoato Franco Coppi, "Con il presidente Berlusconi non ne abbiamo parlato in questi giorni, ma non è escluso che decida in tal senso".
che ricorda come i meccanismi della Giunta siano diversi da quelli dell'Aula: "Non si ripropongono gli schieramenti della politica tradizionale. Mentre valuta la decadenza di un membro del parlamento la giunta è un organo giurisdizionale, e i membri devono agire secondo la propria coscienza. L’eventuale possibilità di adire alla Corte costituzionale per verificare la retroattività della legge Severino è per esempio un problema di primaria importanza su cui ciascuno si deve regolare in piena libertà, senza vincoli di partito. La giunta non è una caserma". Insomma, anche per il leader dell'Udc è meglio un approfondimento in più che chiudere in fretta la questione
Bindi è intervenuta nel dibattito ''Silvio c'é. Anzi no'', svoltosi a Camigliatello Silano, in occasione della III edizione del premio ''Stelle del Sud'' organizzato dall'associazione culturale ASSUD.
A me non interessa se ci siano i presupposti per sollevare questioni alla Corte Costituzionale o alla Corte di Giustizia del Lussemburgo. A me interessa che il Pd garantisca i diritti di difesa anche ai suoi peggiori avversari''. Così Luciano Violante a Torino. Durante l'intervento di Violante, una simpatizzante Pd, una signora di una settantina d'anni, in modo visibilmente contrariato con Violante ha lasciato la sala quando l'ex presidente della Camera ha detto: ''Non bisogna fare di Berlusconi una vittima''.
"Non ho mai proposto lodi o salvacondotti. Ho detto che Berlusconi ha il diritto di difendersi. E noi dobbiamo rispettare questo diritto'': lo ha ribadito Luciano Violante oggi in un incontro organizzato nella sede del Pd a Torino. L'incontro è stato convocato per dargli modo di esporre la sua tesi a una platea di parlamentari, esponenti politici locali e militanti del partito.
Ma quali traditori...Ci sarà un voto compatto". Così, arrivando alla festa del Pd di Reggio Emilia, il segretario dei Democratici, Guglielmo Epifani, ha replicato a chi gli chiedeva se temesse dei 'traditori' sul voto relativo alla decadenza di Silvio Berlusconi dalla carica di senatore.