A nostro modesto avviso, per l’assegnazione dei Fondi europei si è creata una “asimmetria” (leggi: una non esatta corrispondenza di forma e di posizione tra le varie parti del Paese), tra il Sud e il resto d’Italia. Vediamo perché. “Le scelte effettuate dalla Commissione dell’Unione europea avvantaggiano fortemente le regioni dell’Europa del Nord e le regioni ultra periferiche, penalizzando le regioni dell’area del Mediterraneo”, questo è quanto hanno affermato, recentemente, gli eurodeputati Raffaele Fitto di (Noi con l’Italia) ed Elena Gentile del (Partito democratico). In tal senso, si è espressa, anche, il ministro del Sud, Barbara Lezzi affermando: “Nella definizione della Politica di coesione 2021-2027 della Commissione europea, sarà fondamentale individuare un criterio di destinazione territoriale delle risorse, mettendo nero su bianco, il rispetto del principio territoriale nella riprogrammazione. I fondi di coesione hanno lo scopo di diminuire il divario tra Nord e Sud del Paese, ma se questo obiettivo non è stato finora centrato, ha forti responsabilità l’Europa, che deve cambiare regole e atteggiamento”. A questo punto, per dovere di cronaca, diciamo che qualcosa si sta muovendo per favorire il Mezzogiorno, con l’assegnazione del Fondi Ue: Su iniziativa congiunta gli europarlamentari Raffaele Fitto ed Elena Gentile hanno presentato 14 emendamenti alla bozza di risoluzione, su cui sta lavorando la Commissione Sviluppo regionale del Parlamento europeo “per ripristinare, sia dal punto di vista strategico, sia da quello delle risorse, il ruolo di fondamentale importanza della Cooperazione transfrontaliera post 2020, avanzata dalla Commissione europea. In conclusione, noi diciamo che se la Commissione europea riuscirà a garantire, più Fondi alle aree più fragili del Sud d’Italia, si risolverà quella situazione “asimmetrica” dell’intero Paese.