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Obama: "Il virus Ebola e' qualcosa da prendere molto seriamente"

Per la prima volta sul suolo americano e' arrivata una persona che ha contratto il virus. Si tratta del medico Kent Brantly, 33 anni, volontario che lavorava in Liberia, uno dei Paesi in cui si trovano i focolai della malattia. Brantly - originario del Texas, arrivato in Liberia due anni fa con la moglie e due figli con l'organizzazione non governativa Samaritan's Purse - e' giunto in Georgia. E, tra mille precauzioni, e' stato trasportato dalla base militare in cui e' atterrato l'aereo all'Emory University Hospital di Atlanta.  Le autorita' sanitarie americane ripetono come i rischi di contagio siano quasi inesistenti, rispondendo anche ai tanti che si opponevano al trasferimento in Usa di persone infettate. Ma le immagini da ore trasmesse su tutte le principali tv americane non rassicurano molto, almeno dal punto di vista psicologico: si vede un'ambulanza blindata e scortata da un corteo di auto, col paziente che arrivato davanti all'ingresso dell'ospedale scende completamente coperto, dalla testa ai piedi, con una tuta bianca, cosi' come le numerose persone che gli stanno intorno e lo guidano all'interno della struttura. I responsabili dell'ospedale spiegano come ci siano buone speranze di rimettere in sesto Brantly, cosi' come Nancy Writebol, la missionaria americana, originaria dalla North Carolina, che arriverà negli Usa nelle prossime ore.Intanto ...

Migliorano le condizioni di Kent Brantly, il medico americano che ha contratto il virus di Ebola in Liberia arrivato ieri negli Stati Uniti e tenuto in isolamento all'Emory University Hospital di Atlanta. Il paziente, il primo malato di Ebola sul suolo americano, risponderebbe bene alle terapie, ha detto il direttore del Cdc (la massima autorita' sanitaria Usa) Tom Frieden

Sul contrasto alla diffusione è intervenuto il presidente Usa Barack Obama.

"Il virus Ebola e' qualcosa da prendere molto seriamente" ha detto Obama. "Non si tratta di una malattia facilmente trasmissibile - ha aggiunto parlando in diretta Tv dalla Casa Bianca - ma bisogna identificare, mettere in quarantena e isolare chi può trasmetterla. E agire - ha aggiunto - in modo organizzato".

Obama ha anche dichiarato che in via precauzionale saranno aumentati i controlli anche sui leader africani che dalla prossima settimana saranno alla Casa Bianca per il summit Usa-Africa.

Tradizionalmente i focolai di Ebola si scatenano nel periodo di passaggio dalla stagione umida a quella secca, come è avvenuto anche in questo caso con i primi malati registrati a dicembre. Questo avviene probabilmente perché in condizioni di siccità il virus circola di più nei pipistrelli, o aumentano i contatti con l'uomo. ''Ancora non sono stati fatti studi sistematici sulle condizioni che si sono avute quest'anno in Guinea - afferma Bausch, che è appena tornato dal Paese africano - ma gli abitanti della regione riportano una stagione secca particolarmente dura. Questo potrebbe essere dovuto alla grande deforestazione subita dall'area negli ultimi decenni''.

La diffusione del virus Ebola in Italia è 'improbabile' afferma la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit) in una nota. A sostegno di questa affermazione, scrivono gli esperti, si ricorda che i focolai di infezione si generano attraverso la trasmissione del virus da parte di un animale ospite in aree prossime alla foresta, lontane da aree metropolitane e dagli aeroporti internazionali. Inoltre la malattia si manifesta nella maggioranza dei casi con gravi sintomi che obbligano il malato al letto e ne impediscono gli spostamenti. Tenuto conto anche della relativa brevità dell'incubazione, l'ipotesi che l'infezione possa giungere via mare con persone che, partite dalle zone interessate dall'epidemia, abbiano attraversato il nord Africa via terra per poi imbarcarsi verso l'Europa è destituita di fondamento. ''L'infezione da virus Ebola è solo una delle numerose infezioni emergenti segnalate negli ultimi anni - spiega Massimo Galli, infettivologo SIMIT, Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche "L. Sacco" di Milano - Di alcune di esse, come la SARS e la MERS, sono stati osservati in Italia solo casi importati, senza che si generassero nuove infezioni nel paese. Altre invece sono presenti in Italia, come la febbre da virus West Nile, mentre un'epidemia di febbre da virus Chikungunya è stata registrata in Romagna nel 2007''.Pero :

"In conseguenza dell'aggravarsi della situazione sanitaria legata all'epidemia di febbre emorragica (Ebola) è stato dichiarato lo stato d'emergenza" in Sierra Leone e "si sconsigliano pertanto i viaggi non necessari nel Paese". La Farnesina lancia il 'warrning' sul sito 'Viaggiare Sicuri' e ricorda che il virus è presente anche nella capitale

L'affermazione comune che per Ebola non ci sono trattamenti o vaccini è parzialmente errata. I vaccini in realtà ci sono, e hanno dato anche buoni risultati nelle sperimentazioni sugli animali, ma poi i test si sono fermati per mancanza di fondi e di interesse nello sviluppo. Proprio l'epidemia in corso, affermano diversi ricercatori, potrebbe essere l'occasione per tirarli fuori e testarli 'sul campo', almeno sugli operatori sanitari che sono i soggetti più a rischio di contagio. Sono almeno quattro i vaccini che hanno dato buoni risultati anche sulle scimmie, tutti finanziati almeno in parte dal governo statunitense, preoccupato dei possibili utilizzi ai fini terroristici del virus. ''I vaccini sono probabilmente sicuri ed efficaci, ma gli operatori di sanità pubblica non li userebbero mai sulla popolazione senza test adeguati - spiega Peter Walsh dell'università di Cambridge, che sta sviluppando uno dei più promettenti, al blog VaccineNation -. I lavoratori sanitari d'altra parte sono a più grande rischio sia di infettarsi che di diffondere il virus, capirebbero meglio i rischi e sarebbero in grado di stilare un consenso informato''. Sulla stessa posizione ci sono anche altri esperti, come il direttore del dipartimento di bioterrorismo del Niaid (National Institute of Allergy and Infectious Diseases), Mike Kurilla e anche uno degli scopritori del virus, Peter Piot. ''Credo che sia giunto il momento di offrire almeno nelle capitali i vaccini e i farmaci sperimentali per uso compassionevole - ha affermato Piot - anche per sapere se funziona in vista delle future epidemie''

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