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Renzi: le coperture ci sono

Le coperture per le misure che saranno delineate con il Documenti di economia e finanza "ci sono dal primo giorno, siete voi che siete preoccupati che non ci siano. Sono pronte da venti giorni" sottolinea il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Parlando con i giornalisti a margine degli stati generali della Salute, il premier assicura anche che con la riunione del governo sul Def convocata per le 18 "non faremo mezzanotte, finiremo giusto in tempo per i tg". "E' evidente - ha sottolineato ancora il premier - che la revisione della spesa va fatta, è una priorità. E in questa revisione della spesa il criterio chiave è che chi ha preso troppo deve restituire quello che ha avuto alle famiglie che sono sotto i 1500 euro al mese e che non ce la fanno più".

E la razionalizzazione della spesa pubblica avrà un ruolo centrale per il capitolo Irpef, con gli 80 euro che dovrebbero arrivare già da maggio in busta paga (ma con un provvedimento che non arriverà oggi ma la prossima settimana). La spending review, secondo gli ultimi calcoli, porterebbe in cassa 6 miliardi.
Alcune indiscrezioni, confermate da bozze circolate, indicherebbero che le risorse si fermerebbero ad una soglia di 3,6 miliardi, contro i 6,6 miliardi necessari per l'operazione così come ipotizzato. Ma - assicurano a Palazzo Chigi - risorse arriverebbero per questo anche dall'Iva da versare per chi incassa i pagamenti Pa e da altre fronti.
"I tagli - assicura il ministro del Lavoro Giuliano Poletti alla Telefonata di Belpietro - dovrebbero essere assolutamente confermati, anticipazioni non ne ho, vedremo puntualmente quello che succede nel consiglio dei ministri oggi pomeriggio". Poletti ha precisato che "gli elementi di fondo sono chiari, si lavora per ridurre la spesa e per fare in modo che gli 80 euro ci siano e questo mi pare fuori discissione".

Nel testo del Def non appariranno i dettagli dei tagli, ma solo le macro cifre. Il Def delineerà il Piano nazionale delle riforme e le indicazioni fondamentali sulla politica economica del governo, con la volontà dunque di tagliare il cuneo fiscale a favore dei lavoratori, con l'obiettivo di coprire tutta l'operazione con i tagli di spesa e di ridurre l'Irap a favore delle imprese trovando le coperture nell'aumento delle rendite finanziarie. Verrà delineata anche la linea di privatizzazioni per ridurre il debito e l'ammontare, circa 20 miliardi, di pagamenti della P.a. che saranno accelerati grazie alla Cdp.

Ci sarà poi il taglio degli stipendi dei dirigenti pubblici, con un nuovo tetto che dovrebbe attestarsi a 270mila euro per i vertici (stesso livello del presidente della Repubblica). Il taglio sarebbe comunque progressivo per tutti i redditi sopra i 70 mila euro con un risparmio a regime di circa 700 milioni l'anno. "Per nessun manager sarà possibile superare il tetto della retribuzione - ha chiarito il premier - e se ci saranno meno auto blu bisognerà farsene una ragione".

Altri capitoli all'attenzione del commissario Carlo Cottarelli la Sanità, la Difesa e gli Esteri (la Farnesina ha già annunciato la soppressione di 4 ambasciate si prepara ad altre misure simili), oltre alla cancellazione o alla riforma degli enti "inutili", di cui Renzi fa un vero vanto (dal Cnel all'Aci alla Motorizzazione Civile, ma nelle slide di Cottarelli apparivano anche l'Aran, l'Isfol, l'Autorita' di controllo dei contratti pubblici e l'Enit e le Camere di commercio). Mentre per la polizia almeno sul 2014 non ci dovrebbero essere tagli, ha assicurato il capo della polizia Alessandro Pansa.

Quello che però ancora si sta studiando (per il dl sull'Irpef c'è ancora una settimana di tempo) è la curva delle detrazioni, ovvero su quale fascia di reddito concentrare il taglio maggiore e dove partire quindi con il decalage. Altro nodo aperto rimane anche quello dell'Irap. A quanto si è appreso negli ultimi giorni, il taglio dell'imposta regionale sulle imprese potrebbe essere quest'anno del 5% per andare a regime, salendo al 10%, a partire dall'anno prossimo.

I numeri macroeconomici dovrebbero infine essere quelli in qualche modo emersi in questi giorni. La crescita si dovrebbe fermare quest'anno allo 0,8% contro lo 0,6% previsto dalla Commissione europea e l'1% indicato dal governo Letta. Il rapporto deficit-pil dovrebbe invece essere compreso tra il 2,5% e il 2,6%. Discorso a parte per il debito. L'intenzione del governo è quella di rinegoziare con l'Ue i tempi per il piano di rientro rigidamente previsto dal fiscal compact, ma la trattativa ufficiale dovrebbe essere rimandata alla presidenza italiana del semestre europeo.

Nel complesso, Confindustria giudica ''molto positivamente'' le innovazioni normative contenute nel Dl lavoro del governo ritenendo tuttavia ''necessari alcuni chiarimenti tecnici, indispensabili per moltiplicarne l'efficacia''. Lo ha affermato il direttore generale Marcella Panucci oggi in audizione davanti alla Commissione Lavoro della Camera. Tra questi, in particolare, l'aumento del limite del 20% di contratti "acausali". Panucci ha sottolineato come il pacchetto di misure varato dal governo risponda alle esortazioni del presidente Bce Mario Draghi ai governi per combattere la disoccupazione: ''proprio a queste finalità mirano le misure varate dal Governo in materia di lavoro.

Un pacchetto articolato in un intervento urgente, di carattere congiunturale - ha detto - che asseconda la ancora fragile ripresa e ne rafforza gli effetti, dando una spinta decisa al processo di creazione di occupazione, e un DDL di delega per una riforma ampia, volta a rendere strutturalmente il mercato del lavoro più dinamico ed efficiente''. Inoltre, con il Decreto Legge ''si rafforza il processo di correzione - avviato circa un anno fa - di alcune scelte discutibili, compiute con la riforma Fornero del mercato lavoro''. Nonostante infatti l'obiettivo di fondo potesse essere condivisibile (favorire la transizione dal lavoro a termine a quello a tempo indeterminato), ''certamente errati sono stati le tecniche ed i tempi scelti per perseguirlo''. ..intanto

Quello presentato da Chiti al Senato è di fatto il nostro testo, ad eccezione di una questione che riguarda il taglio delle indennità. Ma su tutto il resto non possiamo non essere d'accordo visto che ricalca la nostra proposta". Il presidente dei senatori M5S Maurizio Santangelo risponde così alla domanda se i voti del Movimento 5 stelle potrebbero confluire sul testo presentato da Vannino Chiti e un'altra ventina di senatori Pd. "Ci stiamo ragionando - aggiunge -, ma credo proprio di sì".

Poi arriva una parziale frenata. "Dimezzare i parlamentari di Camera e Senato e loro indennità, Parlamento pulito, limite di due mandati e democrazia partecipativa. Il ddl a firma del senatore Pd Vannino Chiti ricalca diverse proposte, ma non tutte, avanzate nel tempo dal M5S".
così Giuseppe Brescia e Vincenzo Maurizio Santangelo, capigruppo M5S di Camera e Senato. "Resta inteso - aggiungono Brescia e Santangelo -
che si discuterà in rete con tutti gli iscritti".

Condivido totalmente l'appello lanciato in assemblea dal senatore del Pd Nicola Latorre di invitare Chiti e gli altri firmatari a ritirare la loro proposta di riforma costituzionale. Li invitiamo ufficialmente a fare emendamenti al testo del governo", ha detto il senatore renziano Andrea Marcucci. "Il paletto della non eleggibilità dei senatori c'è, ma sul resto ampia disponibilità a discutere di funzioni e competenze del Senato", ha aggiunto Marcucci, commentando alcune proposte Dem di lavorare sulle funzioni del Senato più che sulla sua composizione.

Abbiamo votato con M5S la decadenza di Berlusconi, perche' non dovremmo provare a votare insieme le riforme istituzionali?", scrive su twitter il senatore Pd Corradino Mineo.

La riforma del Senato e quella che apre all'abolizione delle province "vedono molti interessi politici in ballo, ma sono anche viste come una svolta decisiva". Lo dice alla Cnn il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, che avverte: "Se non passano sarebbe molto, molto grave per il Paese". "Certamente l'opposizione alla spinta riformatrice è certamente il segnale che si va nella giusta direzione", aggiunge. "La sopravvivenza dipende dall'intensità della spinta" a fare le riforme, dice Padoan.

Si è conclusa senza un voto la assemblea dei senatori del Pd dedicata alle riforme costituzionali, con la decisione di una nuova convocazione per martedì prossimo, 15 aprile, quando il testo del governo dovrebbe essere giunto in Senato. La riunione si è conclusa con gli interventi del vice presidente del gruppo, Claudio Martini e poi con quello del capogruppo Luigi Zanda che hanno entrambi esortato a "condividere l'impianto" del testo del governo e a "procedere uniti" durante l'esame parlamentare.

Nelle riforme "non stiamo cercando di punire qualcuno o di valorizzare altri". Così Matteo Renzi. "Noi - sottolinea - crediamo nel ruolo delle Regioni al punto da farne il cuore del Senato che verrà, ma dobbiamo dirci che loro ruolo e il loro prestigio è messo a dura prova da alcuni fenomeni diffusi che hanno allontanato i cittadini".Intanto :

C'è forte preoccupazione in vista della manifestazione di sabato". Così il capogruppo del Pd in consiglio comunale, Francesco D'Ausilio, durante la conferenza stampa dopo il blitz dei movimenti per la casa nella sede del gruppo consiliare di Roma. "Siamo qui per dire che c'è un allarme, è stato superato il limite", gli ha fatto eco il segretario del Pd romano, Lionello Cosentino.
Spero che i responsabili siano individuati e puniti: è stato un atto inaudito e va represso con severità". Così il sindaco di Roma Ignazio Marino arrivato al gruppo capitolino del Pd, stamani oggetto di un blitz dei Movimenti per la casa. "E' stato un attacco alla vita democratica del paese: hanno colpito persone con un estintore, le hanno inseguite, hanno cercato di colpire il capogruppo: è evidente che c'è una violenza che deve essere repressa e punita con severità", ha concluso.

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