Dalla crisi della famiglia ad una prevenzione della violenza sulle donne

A causa delle evoluzioni economiche e delle politiche pubbliche, a nostro modesto avviso, il matrimonio e la famiglia stanno diventando un bene di lusso, a scapito di quelle affermazioni che ogni giorno ripetono che la famiglia è l’unico fondamento della nostra società. Purtroppo, i cambiamenti economici a cui stiamo assistendo, quotidianamente, stanno radicalmente minando questo fondamento. Conseguentemente, stiamo assistendo ad una crisi della famiglia, in particolar modo, con una violenza sulle donne, che ha profonde radici nella nostra società. Vediamo perché. Succede che in anni di terremoti finanziari, incertezza esistenziale e conseguente instabilità emotiva, il fardello del quotidiano impegno coniugale diventa davvero troppo: gli ultimi dati Istat ci dicono che un matrimonio, in Italia, resiste, ormai, a circa 15-18 anni. L’anno preso in considerazione nel Report dall’Istituto di statistica è il 2011, quando le separazioni nel nostro Paese sono state in totale 88.797 e i conseguenti divorzi 53.806. In questo contesto familiare accade, putroppo che i rapporti si lacerano ad un livello tale che si arriva alla degenerazione del legame affettivo; e la violenza che viene esercitata non è soltanto fisica, è, soprattutto psicologica. Il malessere sociale è certamente una delle ragioni ; è un’espressione negativa della società. Ovviamente, questo non basta a giustificare. E’ più probabile che il vedersi costretti, per anni, all’interno di una coppia che non si vuole più, possa fare esplodere anche l’odio, determinando la violenza sulle donne. E dulcis in fundo, noi diciamo: c’è da augurarsi che, presto, si realizzi l’obiettivo di una ricerca dell’Università di Trento, secondo la quale per prevedere e impedire un delitto, prima che avvenga, basterà un software. Si tratta di “eSecurity”, un sistema di raccolta dati sul crimine finalizzato alla prevenzione della criminalità e alla gestione della sicurezza in ambito urbano.(Cfr. “Il Messaggero” del 13 maggio 2013, pag.12) Il ricercatore Andrea Di Nicola, si è aggiudicato oltre 400 mila euro di finanziamento europeo. Un prototipo del progetto è ora, in fase di realizzazione.